mauricio chape

31 Maggio 2015, giornata conclusiva del campionato, dove tutto o quasi è già deciso. Ma ci sono due squadre che si distaccano dalla pace o dalla rassegnazione delle altre e sono costrette a darsi battaglia per raggiungere quell’ agognato terzo posto che vale i preliminari di Champions. Neanche a dirlo una delle due è la nostra Lazio, che dopo una seconda parte di stagione fuori dall’ ordinario si è vista sfumare in 4 giorni l’ obiettivo Coppa Italia in favore della Juve ed è uscita sconfitta dal derby contro i cugini giallorossi. A testa alta, si, ma uscire con la testa alta non fa di te un vincente, al massimo uno sconfitto ancora più deluso, perché si sa, nel calcio il merito non conta nulla se il fato non è dalla tua. Ora la paura di sbagliare è tanta, e ad aspettare i biancocelesti c’ è l’ unica altra squadra che ha bisogno di fare punti, il Napoli, che vincendo raggiungerebbe i biancocelesti in classifica e andrebbe ai preliminari di Champions a discapito degli avversari, in virtù degli scontri diretti. Il San Paolo è gremito come mai di tifosi partenopei, una cornice che da coraggio ai propri beniamini e nello stesso tempo incute timore agli ospiti, invece soli, dato il divieto di trasferta per i tifosi biancocelesti. Il primo brivido del match arriva verso la metà del primo tempo quando Callejon, innescato da Higuain, tocca rasoterra verso la porta e manda fuori per una questione di centimetri. Ma è al 33° che Parolo cerca il tiro dalla distanza con il mancino e sigla il suo 10° gol stagionale, grazie anche alla deviazione di Inler. 0-1, Napoli vistosamente scosso, a tal punto che allo scadere della prima frazione si fa bucare da Candreva su un contropiede rapido e cinico da parte dei biancocelesti. Rocchi dichiara quindi la fine del primo tempo; calcolando che alla Lazio basterebbe un pareggio per raggiungere il 3° posto la partita dovrebbe essere virtualmente chiusa con 45 minuti d’ anticipo. Per smentire ciò che abbiamo appena detto bastano appena 10 minuti: erroraccio in fase d’ impostazione di Parolo che regala palla al Napoli, Callejon mette una palla bassa al centro dove c’è puntuale Higuain a mettere in rete il gol dell’ 1-2. Ora per il Napoli è lecito se non obbligatorio ricominciare a crederci, la Lazio comincia a soffrire le avanzate partenopee ed è Mertens che poco dopo il gol di Higuain supera anche Marchetti ma viene fermato da De Vrij, che sulla linea di porta salva i suoi.  Ma la gioia della Lazio dura poco, poiché al minuto 62 Parolo si fa ammonire per la seconda volta ed è costretto a uscire da campo, lasciando i suoi compagni in 10. Solo due minuti dopo la partita si rimette in equilibrio ancora grazie allo zampino di Higuain. Adesso per la Lazio si fa davvero difficile, manca un’ immensità e in 10 contro 11 in un’atmosfera come quella del San Paolo è davvero difficile resistere. E pensare che 10 minuti prima erano 2 i gol di differenza tra le due squadre. La prima nota positiva del secondo tempo arriva a un minuto molto caro ai biancocelesti, il 71°, durante il quale Ghoulam si prende il secondo giallo e si accomoda fuori dal campo a fare compagnia a Parolo. Dopo soli 5 minuti Lulic perde la testa e commette un fallo su Maggio al limite dell’ area di rigore, per Rocchi è dentro e sono inutili tutti i tipi di proteste da parte degli ospiti. Va Higuain dal dischetto, ma il fato questa volta è benevolo e vuole che il “Pipita” spari sopra la traversa il penalty. Evitato il ribaltamento del risultato sul dubbio penalty non resta che giocare l’ ultimo quarto d’ ora. Nella Lazio entrano Klose e Onazi (si, proprio quello che vi ha fatto maledire ogni figura animata e non a vista al suo ingresso) al posto di Djordjevic e F. Anderson. Dopo una serie di tentativi d’ attacco da parte dei padroni di casa arriva l’ evento che cambia per l’ ennesima volta il volto del match: all’ 85° la Lazio recupera un pallone al centro del campo e si tuffa alla disperata in contropiede, Ledesma viene fermato ma la palla scivola verso l’ area di rigore, dove arriva Onazi che, con un’ insolita vena da bomber di razza, tocca quanto basta per evitare l’ intervento di Andujar e piazzare in rete il gol che tutti sanno, superstiziosi e non, porterà inevitabilmente la Lazio ai preliminari di Champions. La reazione del Napoli è ormai inesistente e permette all’ altro neo-entrato Miro Klose di piazzare anche il colpo del 4-2 al minuto 92.

Una partita da infarto, che ti illude di essere archiviata troppo presto e poi si riapre senza preavvisi, trascinandoti verso la peggiore sconfitta, ma che ti concede un’ ultima occasione, quando tutto sembrava perduto.

Una partita da Lazio.



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