In occasione della partita di Europa League di Giovedì 18 Febbraio, Galatasaray-Lazio, la redazione di LazioPress.it ha contattato un ex attaccante biancoceleste, attualmente allenatore, Enrico Chiesa. 

Ricordiamo che il genovese, classe ’70, approdò alla Lazio nell’estate del 2002, dopo varie esperienze in grandi club come la Fiorentina, e nell’estate del 2003 passò alla neopromossa Siena.

La Lazio quest’anno sta realizzando un campionato particolare, coronato da alti e bassi. Cosa ne pensi?

“La Lazio vera è quella che ha vinto a San Siro e a Firenze. Sono difficili da spiegare tutti questi alti e bassi. L’anno scorso ha fatto una bellissima stagione, cosa che non si sta ripetendo affatto quest’anno. I giocatori non stanno rendendo come nella passata stagione, però è una squadra che ha qualità. Manca la continuità nei risultati. Certo, l’infortunio di De Vrij ha influito molto, la sua perdita equivale a perdere un centravanti da 20 gol. E’ un difensore straordinario, tuttavia non deve essere un alibi il suo infortunio”.

Contro il Verona, partita non facile visti i precedenti contro l’Inter, si è vista una Lazio più offensiva e cinica. Di chi è il merito?

“Ha questi alti e bassi. Quando ha la giornata giusta è una squadra che diverte, gioca bene e fa gol. Bisogna capire qual è la vera Lazio, quella di Verona o quella che pareggia a Bologna con fatica. Sicuramente, la presenza di giocatori più freschi che danno qualcosa in più può contribuire positivamente. La Lazio ha comunque delle capacità tecniche superiori a molte altre. Il problema è sempre lo stesso: trovare continuità nei risultati”.

Giovedì sarà la volta di Galatasaray-Lazio, che partita ti aspetti? E’ un’impresa impossibile o la Lazio può proseguire il suo cammino in Europa?

“Le possibilità di passare ci sono. Non può permettersi di sbagliare la partita di andata e pensare di recuperare tutto al ritorno in casa perché il campo europeo è molto difficile. Lì il problema più grande è l’ambiente, c’è molta pressione e la tifoseria è molto calda. Tecnicamente è superiore senza dubbio, se gioca da Lazio la qualificazione è nelle sue mani. Passare il turno per loro sarebbe un gran successo, arrivati a questo punto andare avanti conta. L’Europa è una medicina per la Lazio”.

Con la maglia biancoceleste hai vissuto la semifinale di Coppa Uefa contro il Porto, che emozioni si vivono in quei momenti?

“Quella partita la perdemmo 4-1 all’andata e rovinammo il ritorno, ecco perché dico che la partita d’andata è determinante, soprattutto in trasferta. Conta giocarsi la partita a viso aperto, stare attenti e sfruttare le proprie chance già nella prima sfida. Poi sono solo due partite: o dentro o fuori, non puoi permetterti di sbagliare”.

Hai trascorso solo un anno a Roma, cosa ti ha lasciato la Lazio?

“E’ stato un anno particolare perché venivo da un infortunio, giocavo ma non con continuità e questo mi ha creato dei problemi perché la forma fisica non era al 100%. E’ stato comunque un anno intenso, vestire la maglia della Lazio vuol dire giocare un calcio di alto livello, in un ambiente ricco di pressioni”.

Che ricordi hai dei tifosi biancocelesti?

Io ricordo le emozioni prima e durante il derby. Nei giorni precedenti c’erano 5000 persone a Formello. Lì ti senti veramente giocatore perché  vivi il calcio in modo incredibile. I tifosi erano vicinissimi alla squadra, incredibili. Nei derby entravamo in campo e non riuscivamo a sentire nemmeno i compagni che ti parlavano per il gran tifo. Nonostante i problemi attuali, il tifoso laziale è stato sempre vicino alla squadra”.

A maggio dove ti aspetti di vedere la Lazio? Riuscirà a raggiungere la zona Europa?

“Non è facile, perché lì davanti corrono. Non dipende solo da lei, deve fare i risultati e sperare che gli altri rallentano. Quest’anno c’è stato un’involuzione negativa. Dal di fuori non si possono capire molte cose. Oggi è una squadra non ha una propria identità, vince con le grandi poi subisce delle sconfitte clamorose, non riesce a mantenere la concentrazione per molto tempo: altrimenti avrebbe potuto giocarsela con le altre perché la qualità ce l’ha. Purtroppo ci sono stati anche molti infortunati, assenze pesanti che per fare un buon campionato sono determinanti. Pioli ogni domenica ha dovuto inventarsi una formazione diversa a causa della lunga fila degli indisponibili”.

Fonte: http://www.laziopress.it/2016/02/16/esclusiva-chiesa-la-lazio-non-puo-sbagliare-giovedi-ha-le-qualita-per-passare-il-turno-basta-alti-e-bassi-serve-continuita/

 



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