Il posticipo di domenica sera tra Lazio e Inter non può non far tornare alla mente le gesta di un grandissimo calciatore che a cavallo tra gli anno ’80 e ’90 ha vestito le maglie di entrambe le squadre. Stiamo parlando dell’uruguaiano Rubén Sosa, ancora legato al nostro campionato e ai colori biancocelesti e nerazzurri. Il “Principito” è intervenuto ai microfoni di Radiosei per parlare del momento delle sue due ex squadre, analizzando in particolare la nuova Lazio targata Simone Inzaghi: “Ho saputo della sua promozione, è giusto cercare una soluzione interna, che conosca la piazza. È una scelta importante, bisogna instaurare un bel rapporto con l’ambiente. Ho visto due o tre partite, la Lazio gioca bene ma non riesce a vincere. È difficile dire cosa egli riuscirà a fare, ma spero che il prossimo anno la Lazio possa tornare ad alti livelli”. E sulla partita di domenica: “L’Inter non sta benissimo, anche per loro è un momento particolare. Ha perso gioco, entusiasmo, sarà una partita aperta, bella da giocare“.
Alla domanda sul suo rapporto con l’attuale società biancoceleste, il Principito ammette di non essere stato trattato molto bene, a differenza dell’Inter: “Con la Lazio non ho molti rapporti, ogni tanto vado a Formello, conosco Manzini. Ho un affetto enorme, è stato un fratello maggiore per me. Non ho mai parlato col presidente, mi piacerebbe parlare di calcio con lui. Con Tare non ci siamo parlati, c’è stato solo un saluto.Quando andai a Formello con un amico non tutti mi conoscevano, sono stato quaranta minuti ad aspettare perché non mi facevano entrare. Ho salutato il mister due anni fa, ma non sono stato accolto nel migliore dei modi. Con l’Inter è diverso, mi coinvolgono, giro per tutti i campi“.
Sosa sarà a Roma il 23 maggio per la manifestazione “Di Padre in Figlio“, l’evento di tutti i tifosi della Lazio organizzato da Pino Wilson e Giancarlo Oddi. “Lazio e Inter mi sono rimasti nel cuore, quando passo dall’Italia vado a salutare tanti amici laziali. Mi fa piacere essere lì con voi quel giorno. L’Inter mi ha sempre offerto un ruolo nelle giovanili, mi piacerebbe allenare, fare quello che faccio a Montevideo. Vorrei trasmettere quello che so ai giovani, soprattutto alle punte“. L’ex attaccante, che appena 4 giorni fa ha compiuto 50 anni, non esclude dunque un futuro in Italia: “Spero di poter dare una mano a queste grandi squadre un giorno, vediamo se verrò ad allenare i giovani lì“.
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