L’estate del 1999, il primo atto della stagione più bella nella storia della Lazio, inizia con un trauma: la cessione di Bobo Vieri all’Inter. Un colpo durissimo per tutto l’ambiente, simile a quello che accompagnò quasi 30 anni prima il ritorno in serie A della Lazio, con la cessione di Peppiniello Massa, il gemello del gol di Giorgio Chinaglia, anche in quel caso all’Inter. Una cessione che non portò nessun beneficio all’Inter (come poi è successo anche nel caso di Vieri…) ma che consentì alla Lazio di costruire come per magia una squadra da scudetto, perché con quei soldi Sbardella e Lenzini portarono a Roma tre giocatori risultati poi fondamentali per la conquista del primo scudetto: Felice Pulici, Luciano Re Cecconi e Mario Frustalupi. Magia del calcio, misteri di uno sport in cui i dolori si trasformano in gioie.
Con i soldi versati dall’Inter per l’acquisto di Vieri, Cragnotti acquista Juan Sebastian Veron, Diego Pablo Simeone e Simone Inzaghi, ovvero tre grandi protagonisti di quella cavalcata entusiasmante culminata il 14 maggio del 2000 con la conquista dello scudetto e, guarda caso, proprio i tre giocatori che hanno firmato la vittoria decisiva in casa con la Reggina nell’ultimo atto di quell’incredibile campionato. Un epilogo destinato a restare nella storia del calcio italiano, perché mai nei 99 campionati disputati in precedenza una squadra e 80.000 persone avevano aspettato per un’ora chiusi dentro uno stadio di conoscere il loro destino, con il verdetto, nell’era delle grandi tecnologie, arrivato via radio!
Nonostante le polemiche, lo scetticismo per aver perso un attaccante in grado di fare la differenza, andato per giunta a rinforzare una diretta concorrente nella corsa allo scudetto, la stagione della Lazio parte con il piede giusto. Eriksson decide di portare il gruppo all’estero, lontano da polemiche e tensioni, per modellare in pace la squadra destinata a lottare e primeggiare su ben quattro fronti in quella stagione. Dopo aver salvato la panchina grazie al successo nella finale di Coppa delle Coppe a Birmingham e con l’arrivo sulla panchina della Roma di Fabio Capello, indicato da tutti come il suo possibile successore alla guida della Lazio, Sven Gora Eriksson sa che la stagione che sta per iniziare è decisiva: sia per lui che per la Lazio. Il tecnico svedese si deve togliere di dosso quell’etichetta di PERDENTE DI SUCCESSO che gli è stata affibbiata da alcuni giornalisti romani dopo lo scudetto gettato al vento l’anno precedente, con una debacle che ha portato molti a rivangare lo scudetto perso da Eriksson alla guida della Roma nella stagione ’85-’86, quando dopo aver recuperato 7 punti in poche giornate alla Juventus, la squadra crollò nelle ultime due giornate, perdendo contro il Lecce già retrocesso e il Como. Eriksson, quindi, sa che non può sbagliare nulla e che la Lazio deve partire con il piede giusto, centrando il primo appuntamento stagionale, fissato per il 27 agosto allo Stade Louis II di Montecarlo. La finale della Supercoppa Europea contro il Manchester United reduce dall’incredibile trionfo in Coppa dei Campioni nella finale di Barcellona contro il Bayern Monaco.
Per preparare al meglio la stagione, Eriksson porta la Lazio in tournee in Nord Europa. Tre amichevoli in Svezia contro Goteborg (1-1), Elfsborg (4-1) e Helsinsborgs (2-1), poi la tappa in Olanda, per disputare Torneo di Amsterdam, considerato insieme al Trofeo Gamper e al Trofeo Berlusconi uno degli appuntamenti più prestigiosi del calcio estivo. Un torneo vinto in precedenza da una sola squadra italiana, la Sampdoria di Vialli e Mancini allenata da Vujadin Boskov! E’ il 31 luglio, la preparazione è iniziata da un paio di settimane, ma la pattuglia biancoceleste affronta l’appuntamento come se fosse già un esame in vista della supersfida in programma a fine agosto nel Principato di Monaco. In due giorni, la Lazio è chiamata a sfidare prima l’Atletico Madrid (superato due anni prima nella doppia semifinale di Coppa Uefa) e poi l’Ajax padrone di casa! Eriksson decide di far ruotare tutti gli elementi a disposizione, dando spazio soprattutto ai nuovi arrivati, con Simone Inzaghi, Boksic, Veron, Simeone e Lombardo in testa. Nonostante i nuovi innesti, la squadra parte subito forte. Il 31 luglio, all’Amsterdam Arena, la Lazio batte per 3-1 l’Atletico Madrid in una partita a senso unico. Segnano Fernando Couto, Lombardo e Simone Inzaghi. E la squadra raccoglie subito consensi per il gioco. A livello di spettacolo la Lazio concede il bis il giorno dopo contro i padroni di casa dell’Ajax, in una partita messa subito in discesa nei primi 20’ grazie al gol realizzato dal pupillo del presidente Cragnotti, Alen Boksic (15’) e al rigore segnato da Sinisa Mihajlovic. Una disattenzione della difesa consente all’Ajax di chiudere il primo tempo sul 2-1 con il gol di Knopper al 40’, ma nella ripresa è il gigante Kenneth Andersson a chiudere la pratica al 60’, prima del secondo ma inutile gol realizzato da Knopper al 71’.
Per non perdere l’abitudine, quindi, la Lazio alza al cielo un altro trofeo, ma la testa di tutta la squadra e dell’ambiente è già proiettata all’appuntamento del 27 agosto. Nel principato di Monaco è in programma una tre giorni intensa, che inizia con il sorteggio della prima edizione allargata della Champions League, con la Lazio collocata tra le teste di serie che pesca nell’urna monegasca i tedeschi del Bayer Leverkusen, gli ucraini della Dinamo Kiev (che hanno appena ceduto la loro stella Shevchenko al Milan Campione d’Italia) e i modesti sloveni del Maribor. L’esordio della Lazio è fissato per martedì 14 settembre alla BayArena di Leverkusen.
In una Montecarlo invasa da circa 15.000 tifosi biancocelesti, la Lazio si gioca la terza finale europea nel giro di 15 mesi contro i Campioni d’Europa del Manchester United allenato da Sir Alex Fergusson, che hanno in David Beckham la loro stella di prima grandezza e che dopo aver vinto Premier League, Coppa d’Inghilterra e Champions League, vanno a caccia di un fantastico pokerissimo, con la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale. Né Eriksson né Fergusson snobbano l’appuntamento, schierando gli uomini migliori. La Lazio consegna le chiavi del centrocampo a Juan Sebastian Veron (nominato Man of the match a fine partita), mentre dall’altra parte il Manchester United si affida agli uomini che gli hanno regalato la Coppa dei Campioni: David Beckham a fare da ispiratore, con davanti la torre Sheringham e l’eroe di Barcellona, il piccolo norvegese Ole Gunnar Solskjaer.
La Lazio parte meglio e inizia a fare la partita, Veron prende in mano la squadra e come un direttore di grande carisma dirige l’orchestra, regalando colpi di gran classe e lanci millimetri per i compagni di squadra. Nesta comanda la difesa, Marchegiani dimostra grande sicurezza negando il gol al duo Cole-Sheringham in avvio di partita, Almeyda copre le spalle a Veron a centrocampo chiudendo qualsiasi varco, con Mancini che, chiamato a fare da suggeritore, sfiora il gol capolavoro intercettando una respinta corta del portiere Van Der Gouwn, che sostituisce l’infortunato Peter Schmeichel. In avanti, il peso dell’attacco è tutto sulle giovani spalle di Simone Inzaghi, che dopo 20’ minuti si frattura il naso dopo uno scontro con il gigantesco Jaap Stam, che un paio d’anni dopo sarebbe diventato suo compagno di squadra. Inzaghi esce con che è una maschera di sangue e al suo posto entra Marcelo Salas. E a dimostrazione che gli astri in questa stagione sono dalla parte di Sven Gora Eriksson e della Lazio, pochi minuti dopo il suo ingresso in campo l’attaccante cileno indossa i panni del “matador” e stende il Manchester United.
Il gol della Lazio arriva al 35’ e sembra uscito dal manuale del calcio. Lancio perfetto di Pancaro dalla sinistra per Mancini, che di testa serve al centro Salas: stop perfetto di petto del cileno e sinistro al volo che beffa Van Der Gouwn proprio sotto la curva dove sono assiepati i tifosi della Lazio, anche se in realtà tutto lo Stade Louis II è colorato di bianco e celeste! La Lazio dilaga, al secondo minuto di recupero Veron lancia alla perfezione ancora Salas che in velocità supera Van Der Gouwn che in uscita lo travolge. L’arbitro polacco Wojcik chiude entrambi gli occhi e invece di indicare il dischetto fischia la fine del primo tempo.
Nella ripresa la musica non cambia. Veron dirige l’orchestra e Salas fa il primo violino, sfiorando ancora una volta il gol in contropiede, ma dopo aver saltato in velocità Van Der Gouwn, il cileno mette incredibilmente fuori a porta vuota. Prima del trionfo, l’unico acuto del Manchester United è firmato da Solskjaer, che però non riesce a ripetere l’impresa di Barcellona. Tra il tripudio dei 15.000 tifosi laziali, è Alessandro Nesta a ricevere dalle mani del Principe Alberto di Monaco la Supercoppa Europea, il secondo trofeo continentale consecutivo conquistato dalla Lazio, il quarto della gestione-Cragnotti con la firma in calce di Sven Goran Eriksson. Il tutto in soli 16 mesi. Ma è solo il primo atto di una stagione destinata ad entrare nella storia pluricentenaria della Lazio, di una cavalcata trionfale che porterà altri tre trofei in 12 mesi! Il 5 novembre del 2011, tracciando un bilancio della sua straordinaria carriera nel giorno in cui festeggiava il 25° anniversario del suo matrimonio con il Manchester United, alla domanda di un collega inglese se pur avendo vinto tantissimo aveva qualche rimpianto, Sir Alex Ferguson ha risposto così: “Ho vinto tantissimo, 12 volte la Premieri League e in totale più di 30 trofei, ma quel titolo perso nel 1998 dopo aver sprecato addirittura dieci punti di vantaggio sull’Arsenal, è il rimpianto più grande relativo al calcio inglese. In generale, però, il rimpianto maggiore è non aver battuto la Lazio ad agosto del 1999 nella finale di Supercoppa Europea a Montecarlo, perché in quel momento quella di Eriksson era la squadra più forte del Mondo”.
27 AGOSTO 1999: MANCHESTER UNITED-LAZIO 0-1
MANCHESTERUNITED:Van Der Gouwn, Gary Neville, Stam (13′ St Curtis), Berg, Phil Neville, Beckham (13′ St Jordy Cruyff), Keane, Scholes, Solskjaer, Sheringham, Cole (32′ Greening). A disp.: Culkin, Giggs, Yorke, Wilson. All. Ferguson
LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Stankovic, Almeyda, Veron, Nedved (21′ St Simeone), Mancini (39′ St Lombardo), Simone Inzaghi (23′ Pt Salas). A disp.: Ballotta, Favalli, Sergio Conceicao, K. Andersson. All. Eriksson
Arbitro: Wojcik (Polonia)
Marcatore: 35’Salas
Note: spettatori 20.000 circa. Angoli 5-2 per la Lazio. Ammoniti, Veron (Lazio) per comportamento non regolamentare e Scholes (Manchester United) per gioco scorretto.
STEFANO GRECO
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