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Petkovic a La Lazio Siamo Noi: “Vi dico come si batte la Roma. Il 26 maggio fatta la storia”
Vladimir Petkovic in vista del derby
Vladimir Petkovic, un nome che fa rima con 26 maggio. Lui, infatti, è stato il protagonista insieme a tanti altri di una storica vittoria nel derby contro la Roma. Una data scolpita nel cuore di ogni biancoceleste, che ha anche le sue iniziali. Proprio Petkovic, difatti, ha guidato una squadra che quasi senza accorgersene aveva scritto una delle pagine più importanti dell’enciclopedia del calcio romano. La sua immagine con l’aquila Olympia al braccio sotto la Nord è l’ultimo ricordo, o meglio, il più dolce e gradito ricordo lasciato ai tifosi biancocelesti, prima di una fine a dir poco turbolenta. A pochi giorni dal derby della capitale, proprio ‘Vlado’ Petkovic, oggi commissario tecnico della nazionale Svizzera, è tornato a parlare della sua ex Lazio, in esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it. Ecco la sua intervista completa:
Che cos’è stato per lei il derby?
“Una partita bellissima, molto intrigante, che si deve vivere a pieno. È un vero peccato che questa volta non andranno in molti allo stadio per le questioni che conosciamo. Non sarà ugualmente bello ed emozionante senza la parte più calda della tifoseria. Una partita come questa riserva sempre sorprese che vale la pena vivere”.
Come arrivano alla gara le due squadre?
“Direi entrambe abbastanza bene. La Roma ha più certezze, la Lazio ha tanta fame e vorrà di certo riscattarsi dopo la brutta sconfitta contro il Milan. Questo però c’entra relativamente perché il derby è una partita a sé, ha le sue regole e le sue alchimie che non si riescono a decifrare fino al fischio d’inizio”.
Sembra scontato chiederle quale sia il suo derby più bello. Forse anche quello più brutto visto che lo ha perso soltanto uno…
“Per me sono stati tutti belli perché anche dalle sconfitte si può imparare e conoscere l’altra faccia della medaglia. Ovviamente quello della finale del 26 maggio è stato veramente speciale visto che siamo entrati nella storia, ma anche il primo vinto 3-2 sotto la pioggia e in un ambiente molto particolare resta un ricordo indimenticabile”.
Aveva dei riti scaramantici che accompagnavano i giorni e le ore prima della gara?
“Non avevo riti o scaramanzie particolari. Di certo non ho iniziato a pensare al derby una settimana prima di giocarlo, ma già quando sono arrivato a Roma è stata una delle prime cose di cui ho sentito parlare. Un pensiero che mi ha accompagnato sin dal primo giorno alla Lazio. Il derby si vive prima, dopo e tutto l’anno. E questo è molto affascinante soprattutto in una città come Roma”.
Ha degli aneddoti o dei ricordi particolari da associare a questa partita?
“Dopo il primo derby vinto fu fatta subito una dedica con tanto di targa a Formello. Così come per quello del 26 maggio. Mi fece molto piacere e questo dà l’idea di quanto sia importante la stracittadina nella capitale”.
Fonte: La Lazio Siamo Noi
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