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Pareggio beffa, la Lazio fermata dalla Sampdoria nel finale
Niente da fare, due punti in sette partite, fischi a non finire, squadra in punto di morte; la Lazio non solo non riesce a vincere, ma nel momento in cui segna si fa recuperare, per di più in pieno recupero e su una deviazione maldestra.
Pioli propone un insolito 4-3-2-1 con Candreva e Klose a supporto di Djordjevic, a centrocampo si rivede Cataldi a fianco di Biglia e Parolo; la Sampdoria cambia modulo e usa il 4-4-1-1 con Soriano ad aiutare il solo Cassano.
Primo tempo a dir poco noioso, a tratti irritante, pochissimi lampi che portano ad emozioni vere e proprie, nella Lazio un colpo di testa alto di Klose su cross di Candreva e una carambola su azione della Sampdoria che per poco non portava al gol Barreto. Ma per il resto assolutamente nulla.
Secondo tempo con un cambio, la Lazio infatti passa al 4-4-2 con Felipe Anderson al posto di un Cataldi spento, la Sampdoria torna con i soliti 11; il copione purtroppo non cambia, Candreva si intestardisce con i tiri, Klose non è più l’attaccante che il mondo ha conosciuto e Djordjevic passeggia in mezzo al campo.
La svolta sembra arrivare con i cambi, Matri sostituisce l’ex Bayern e, da una palla recuperata da un cross di Felipe Anderson respinto, Radu ripropone il pallone in area, l’attaccante lodigiano si ricorda di essere un bomber e con un ottimo stacco indirizza il pallone in porta facendosi aiutare dalla parte interna del palo, forse a Roma si può fare festa… macchè!
Muriel entra nella Sampdoria e basta poco per trasformare la retroguardia della Lazio in burro, le loro azioni aumentano, e Berisha ha avuto più da fare rispetto a Marchetti che lo ha preceduto (uscito per infortunio, ndr).
Il colpo di grazia arriva a fine partita: la coppia di burro Hoedt-Gentiletti stende il colombiano della Sampdoria vicino all’area di rigore, e sul calcio di punizione del mancino ex Chievo Zukanovic il portiere albanese della Lazio non può esprimersi al meglio causa una deviazione di Felipe Anderson che era in barriera.
Alla Samp un punto (non si sa quanto) meritato, alla Lazio due punti nuovamente persi, e il muro del pianto aumenta in unità, con lo stesso brasiliano che piange insieme al “solito” Biglia. Chissà se per Pioli sia l’ultima partita a Roma, ma di certo la sua posizione peggiora una partita in più.
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