Il mattino seguente alla decisione del Giudice Sportivo di chiudere la Curva Nord per due partite, ha scatenato ovvie critiche, polemiche e reazioni, in primis dei diretti interessati, i tifosi, e poi del presidente Lotito, certo della assenza di razzismo nella tifoseria biancoceleste.
Un esponente della Nord ha voluto rispondere ai microfoni di Radio Sei, giustificando ciò che è accaduto mercoledi scorso: “Non essendoci noi in quella curva ovviamente ora ci sono famiglie e bambini, come questa società preferiva da tempo. Non si dovevano più sentire cori contro Lotito o cori definiti razzisti, ma ieri è successo comunque. È diventata una cosa continua, allora non siamo solo noi. Quei cori non sono razzisti, come ben spiegato da Pioli. Nella Lazio ci sono tanti giocatori di colore, non si tratta di razzismo. Poi tanti si indignano per i soliti cori contro i napoletani, ma potrei elencare tanti cori contro di noi: non è sempre razzismo? Purtroppo pensano che chi rovina il calcio siamo noi tifosi, adesso che non ci siamo più a cosa si attaccheranno? Dicono di aver eliminato la parte violenta, eppure hanno preso due giornate di squalifica. Le istituzioni si dovrebbero svegliare. Lo stadio deve essere un luogo di culto e goliardia. Questa curva non si può disgregare così, qualcosa faremo. Saremo presenti prossimamente con qualche iniziativa. Riproporremo anche l’evento ‘Di Padre in Figlio'”.
Nelle parole di Claudio Lotito, che troviamo su La Repubblica, ci sono accuse ben precise: “Anche chi fa valutazioni dovrebbe tenere conto di cosa ha fatto la società in questi anni […] Sparano sempre contro di me, ma sono contigui con quegli ambienti. Dicono di aver eliminato i violenti, eppure hanno preso 2 giornate. Adesso a cosa si attaccheranno? Ma quello non è razzismo, anche nella Lazio giocano ragazzi di colore”
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