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Quando il tifoso viene legato dalle leggi anticalcio! Biglia chiarisce.
Le barriere, il Daspo per futili motivi, Gabrielli e Lotito, le nuove regole ed il calcio moderno. La passione per il pallone ed i chilomentri per vedere i propri begnamini giocare sono stati delimitati dalla mente di personaggi che fanno passare la dittatura sportiva in pseude regole per portare l’educazione nello stadio e la sicurezza. Basti vedere l’installazione delle barriere nelle curve e le telecamere puntate su ogni singolo tifoso che valca il cancello dello stadio. Basta osservare come ogni singola persona che supera il tornello viene controllato dalla testa ad i piedi (bambini inclusi). Ma basta aprire gli occhi guardando come Roma è stata messa alla prova da un gruppo di tifosi turchi che hanno creato il panico con fumogeni e disordini nelle vie di Roma mentre marciavano verso i cancelli del settore ospiti dello stadio Olimpico.
Ora arriva anche un’altra “novità” dalle parole di Biglia. Facciamo un passo indietro se non due, dove in una partita un ultras Napoletano si mise a colloqui con la squadra partenopeo chiedendo la sospensione del Match (giusta o sbagliata), prendiamo ad esempio Genova dove la squadra fu costretta a toglierso la maglietta davanti ai loro tifosi. Ma addirittura ora vietare che la squadra possa andare a ringraziare i propri sostenitori sotto gli spalti è una cosa che fa rabbrividire ed arrabbiare. Persone che spendono centinaia di euro per seguire la propria fede in giro per l’Italia ed in Europa senza che venga ripagata con almeno un grazie a pochi metri dal divisorio che separa il campo dai seggiolini.
Riportiamo le parole del capitano Lucas Biglia ai microfoni di Lazio Style Channel:
“I tifosi stavano chiedendo di andare verso la curva per chiedere qualche maglia e parlare, ma non si può più andare. Non ho detto che non possiamo dare di più, è vero che in campionato non abbiamo il rendimento dell’Europa League, ma non è vero che non possiamo fare di più. Sappiamo cosa possiamo dare. Ripeto, ai tifosi ho detto che non potevamo avvicinarci. Dispiace, perché c’è tanta gente che fa tanti chilometri per vedere la partita e avere qualche maglia, ma non si può più”.
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