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Inter-Lazio: le parole di Luciano Spalletti
Inter-Lazio: la conferenza stampa di Luciano Spalletti alla vigilia del match
“La squadra ha fatto cose eccezionali prima, ora diventa facile andare a trovare qualche difficoltà. Siccome abbiamo fatto tutto da soli, abbiamo la possibilità di trovare noi la soluzione. In un momento così riesci a conoscere in profondità le tue qualità individuali. Così riesci a trovare la forza per reagire ed essere pronto nella ricerca del tuo obiettivo. Dobbiamo avere ben chiaro in mente chi siamo e da dove veniamo. Sapendo che siamo forti non potremo mai essere in grande difficoltà se non vogliamo esserlo, abbiamo le soluzioni e lo abbiamo mostrato.
Nel calcio ci sono momenti in cui va tutto storto e devi lasciar scorrere il tempo per reclutare le energie, perché da lì nasce la reazione. Bisogna pensare in maniera corretta non per essere positivi, ma perché abbiamo dati che non ci permettono di essere pessimisti. Si portano questi dati di fatto di ciò che è successo da quando ci sono io. Questi dati che si possono mettere in evidenza andandoli a prendere tutti, mostrano le soluzioni a ciò che cerchiamo. Poi, gli obiettivi vanno bene, la differenza la fa il sistema, l’organizzazione, le procedure, il modo di lavorare deve essere più riconoscibile e chiaro.
Il quarto posto sarà a rischio per tutto il campionato visto che ci sono squadre forti. Ci sono gli spaventatori professionisti. In questo tragitto abbiamo organizzato un lavoro e abbiamo numeri a supporto di quello che diciamo. Cosa può far cambiare idea? Quello che è successo fino a questo momento e i calciatori hanno fatto vedere di avere colpi in canna per risolvere le partite. Bisogna ricordare o ridisegnare il contesto dove si lavora, è dentro il contesto che la persona si ritrova. Questo contesto ti restituisce la forza che hai. Bisogna avere fiducia, i tifosi dell’Inter sono quelli che hanno in testa la soluzione, loro hanno fiducia in quello che possiamo fare. E i giocatori la pensano come me. È un processo di cose da fare ben riconoscibile. Se un giocatore fa un passaggio timido, tutti diventano timidi perché oggi si prende il verso di come va quella cosa. Se uno fa un contrasto forte tutti ne seguono l’esempio. Bisogna lasciarci contagiare da quello che siamo, una squadra forte.
Abbiamo un gioco prevedibile? È un’analisi corretta, centralmente bisogna palleggiare con più qualità, penetrando di più per vedere cosa c’è dietro la linea difensiva. Ma sono caratteristiche su cui bisogna mettere mano per completare le nostre qualità. Della Lazio posso dire che i giocatori sono bravi in fase offensiva quando perdi palla, ribaltano l’azione a campo aperto. Sono caratteristiche di squadra. I calciatori sono stati messi insieme nella maniera corretta e adottano un modulo tattico che è in completa simbiosi con quello che è la somma dei calciatori.
Nelle partite che abbiamo perso non ho visto una squadra nei guai. So che in passato è successo ma io conosco il presente. È chiaro che si va a lavorare sulle cose giuste, in maniera mirata. Se ci ritroviamo in questa posizione abbiamo fatto vedere le nostre qualità, nessuno ci ha regalato niente.
Candreva ha fatto vedere di essersela cavata in quel ruolo. Ma è ipotizzabile anche Cancelo che spinga da terzino e l’esterno alto vada dentro. Per cui si può fare ugualmente con un comportamento di catena. In questo momento io non farei ulteriore confusione, perché secondo me per come ci siamo arrivati avevamo visto bene, l’abbiamo indovinata all’inizio di far leva su questo blocco, mettendo nei ruoli giusti i giocatori. Soprattutto in un momento come questo farei un passettino indietro, rafforzando le nostre convinzioni. Non tirando il cappello per aria per tirar fuori un’altra soluzione che potrebbe non funzionare. Le scelte di domani saranno simili a quelle fatte finora, perché è giusto così.
I giocatori sono demoralizzati e dispiaciuti. In questo momento bisogna stare con loro e far vedere chi sono realmente, vale a dire calciatori forti arrivati a giocare in una squadra forte con merito, nessuno è qui per sbaglio.
E quando sei qui dentro, in questo contesto, devi saper reagire, non ti puoi porre come quello che si scansa quando quello ti viene addosso perché tanto la tranvata inaspettata poi la prendi. Devi essere tu quello che va addosso e si fa largo per il posto in cui vuole passare. Se giochi nell’Inter non puoi nasconderti, trovi gente appostata da tutte le parti che ti viene addosso. Non esiste nascondiglio, devi saper reagire e restituirle. Altrimenti si va a giocare altrove. O siamo giocatori da questo contesto che ci siamo meritato, oppure non ci sappiamo stare.
Tanti gol subiti? Prima si concedeva di meno, ora qualcosa di più. Gli altri sono stati bravi. Dentro l’annebbiamento delle nostre qualità, in cui sei meno coraggioso e non provi a risolvere bene le cose, ti viene il braccino e gli altri aumentano la loro convinzione e si ribaltano i valori.
Ho detto che non saremo mai nei guai perché abbiamo le soluzioni. Chiaro che una parte del lavoro è quella di parlare con qualcuno, spostando l’attenzione dove tu la vuoi spostare. Io ora la voglio spostare su quello che hanno fatto i giocatori fino ad ora e ripartiamo da questo. Sono loro i padroni del proprio destino. Noi abbiamo le capacità di averne uno forte. In passato ci hanno fatto la scritta ‘Uomini deboli destini deboli, uomini forti destini forti’. Facciamo vedere che uomini siamo!”.
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