Il Messaggero risponde ai tifosi laziali ed alla famiglia Sandri
Il Messaggero non aspetta a chiedere scusa e non lo fa. Tramite un suo paragrafo sul giornale cartaceo arriva la risposta dei due giornalisti:
Non ci siamo limitati a raccontare un fatto di cronaca. A svolgere,cioè, il nostro lavoro, come facciamo ogni giorno da tanti anni. E nel farlo, in questo caso, abbiamo dovuto ricordare un altro drammatico e tragico episodio che il nostro giornale ha sempre raccontato cn massima sensibilità e rispetto per il suo dolore e quello della sua famiglia per la morte di Gabriele, in questi 11 anni. Non c’era alcun intento offensivo. E lo si capirà dal ricordo che faremo della tragedia di Gabriele per l’imminente anniversario (El.Pan. e M.D.R ).
Questo si legge tra le pagine cartacee del giornale. Un annuncio dove si trovano scuse per non chiedere scusa anticipando anche, in stile “restate connessi con noi” ( in modo pubblicitario), un articolo per la memoria di Gabriele Sandri. Ancora una volta si fanno pubblicità con i morti, ancora una volta nonostante bastava un semplice Scusa, i giornalisti lucrano sui sentimenti e la psiche delle famiglie di chi non c’è più. Ancora una volta il giornalista ( in questo casi I giornalistI), dimostrano che il lavoro che fanno calpesta i sentimenti di estranei alle vicende per vendere quante più copie possibili senza se e senza ma.
GABRIELE UNO DI NOI! VICINANZA ALLA FAMIGLIA SANDRI
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