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Lazio, è ora di scendere dall’altalena: il bilancio del 2019 biancoceleste

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felipe caicedo

Chi non ha mai provato l’ebbrezza, da bambino, di farsi spingere su un’altalena? Su e giù, l’aria che ti sferza la pelle e il vuoto di pancia che, da una parte, sembra fare anche piacere. Per un momento pensi di toccare il cielo con un dito, ma la forza di gravità ti rispinge inesorabilmente indietro. E poi ancora, e ancora. Un bel passatempo, certo. E su quella seggiola oscillante, proviamo ad immaginare un qualsiasi giocatore della Lazio. Sarebbe altrettanto contento? Sicuramente non i tifosi, che vorrebbero vedere il proprio campione scendere dal meccanismo fanciullesco e cominciare a giocare con determinazione a calcio. Eppure, al momento la squadra di Inzaghi sembra non abbia intenzione di bloccare il movimento ondulatorio a cui ha dato vita con una bella spinta. O, quantomeno, pare ne sia rimasta tremendamente stregata. È ora di scendere e dire basta. Al diavolo i giochi, ora bisogna fare sul serio. E, chissà, la pausa potrebbe aiutare la Lazio a scendere dall’altalena. C’è la sosta, la benedetta – o maledetta, dipende dai punti di vista – sosta per le nazionali. Un momento per rifiatare, fare mente locale. Raccogliersi in cerchio e guardarsi negli occhi: “chi siamo?”. La vocina che dovrebbe mettere in subbuglio la testa di ogni calciatore della rosa. Una manciata di giorni e poi sarà di nuovo Serie A. Ancora una battaglia, ancora un’occasione per ogni giocatore di dimostrare quanto vale. Non sempre convinta e troppo spesso sbadata è apparsa la formazione biancoceleste in questo avvio di campionato. Belle prestazioni macchiate poi da passaggi a vuoto che potrebbero pesare sul bilancio finale. E non è una sorpresa di inizio stagione: questa leggera influenza il club capitolino se la porta dietro da un po’. Da tutto il 2019, per essere chiari. Consideriamo l’anno solare: quale è stato il percorso della Lazio?PUBBLICITÀ

IL 2019 – Si può partire con un dato. Nell’anno solare, fino a questo momento, la Lazio ha collezionato 38 punti. Sono 26 le partite giocate, ergo una media di 1,4 punti per gara. Poco, troppo poco se l’obiettivo prefissato è quello del quarto posto. Ma le altre? L’Atalanta sarebbe prima, a 57 punti: significativo, se pensiamo che proprio la Dea si è candidata come pretendente principale per strappare ai biancocelesti la Champions League. Ma non è solo la squadra di Gasperini ad aver mostrato la targa alla Lazio, perché gli uomini di Inzaghi in questa classifica si piazzano clamorosamente noni. Solamente noni. Il Bologna, addirittura, è sopra di due punti.

Atalanta, 26 partite – 57

Juventus, 26 partite – 56

Napoli, 26 partite – 48

Inter, 26 partite – 48

Roma, 26 partite – 48

Torino, 26 partite – 46

Milan, 26 partite – 46

Bologna, 26 partite – 40

Lazio, 26 partite – 38

C’è poco da aggiungere, tutte le pretendenti per il quarto posto – e non solo – hanno fatto meglio della Lazio nel 2019. Un dato da prendere seriamente in considerazione e da ribaltare il più presto possibile. Oltre alla qualità serve la personalità, la grinta di chi vuole a tutti i costi primeggiare e affermarsi. Per completezza, sarà interessante analizzare come questa statistica è maturata.

IL PERCORSO – Più che le vittorie, per quanto degne di nota, è doveroso osservare con attenzione dove la Lazio è caduta, o quantomeno scivolata. Il 2019 è partito subito male: 2 a 1 con il Napoli, al San Paolo. Poi, con lo stesso risultato, i biancocelesti sono stati fermati anche all’Olimpico con la Juventus. Due prestazioni positive con Frosinone ed Empoli (per quanto sofferte, di misura) e poi di nuovo ko con il Genoa. E sempre per 2 a 1. Ancora due vittorie, prima con l’Udinese in casa, poi con la Roma in un derby spettacolare. E la frenata, di nuovo, al Franchi con la Fiorentina per 1 a 1. Sonora vittoria per 4 a 1 con il Parma, poi la magia di Milinkovic a San Siro che ha tramortito l’Inter. Due partite e, deja vu, ancora una battuta d’arresto pazzesca: la Spal ha affondato i biancocelesti per 1 a 0. E questo è stato, probabilmente, il momento cruciale, il frangente che ha reso praticamente impossibile il raggiungimento del quarto posto. Un pareggio per 2 a 2 con il Sassuolo all’Olimpico (gara riacciuffata da Lulic al 95’), poi la sconfitta a Milano contro i rossoneri. Ma non basta. Perché la Lazio cade anche con il Chievo, per 2 a 1, davanti ai 33.000 spettatori biancocelesti. Giusto il tempo di battere la Sampdoria al Marassi, per poi cadere nuovamente in casa contro l’Atalanta. La seguente vittoria con il Cagliari serve a poco, soprattutto se il prosieguo ha registrato un pareggio per 3 a 3 con il Bologna e la finale sconfitta di campionato per 3 a 1 contro il Torino, in trasferta. Aggiungiamo al non felice computo totale gli 11 punti di questa stagione, caratterizzati più o meno dallo stesso leitmotiv. Che dite, è ora di scendere dall’altalena?



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