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Petkovic ai microfoni elvetici:” Sapevo di dover vincere con pochi soldi”

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Head coach Vladimir Petkovic of S.S-1343053. Lazio
Vladimir Petkovic si riprende la Lazio. Lo fa raccontando la propria storia ai microfoni di RSI, emittente elvetica che ieri sera ha ospitato il tecnico di Sarajevo, ripresa stamattina dal quotidiano Il Tempo. Parte da lontano Petko, dal suo arrivo sulla panchina biancoceleste. “È senza dubbio l’avventura più importante da quando sono diventato allenatore. Due anni fa arrivai in punta di piedi, nessuno mi conosceva, i giornalisti mi davano qualche settimana di vita. Ma con il lavoro sono riuscito a far ricredere tutti, ho cambiato le aspettative iniziali. Per me in questa esperienza non contano solo i risultati, con il passare del tempo la gente si ricorda la persona. In questo periodo è stato molto importante aver attirato interesse su di me grazie alla mia semplicità. Questo è un aspetto che senza dubbio dura di più nel tempo rispetto a una vittoria qualsiasi”.

Petkovic è riuscito a coronare il proprio sogno, quello di diventare allenatore. Ha girato il mondo e, con tutta probabilità, continuerà a farlo. “È la mia passione, il mio lavoro, per me fare l’allenatore è sempre stato un sogno. Roma è una città grande, ma in certi casi anche troppo piccola. Piena di emozioni, segreti, storie strane. Voci che si rincorrono, a volte vere, a volte false, si vive di calcio 24 ore su 24. Ci sono tantissime radio che parlano di Lazio, giornali e portali che la maggior parte delle volte scrivono cose che non corrispondono alla realtà. Come la notizia delle mie dimissioni, una vicenda assurda. Io sono un combattente, non mollo facilmente, l’ho dimostrato in questi anni”.

Il mister biancoceleste si sofferma a parlare anche dei singoli, su tutti Lulic e Lotito. “Quando la Lazio mi contattò, sapevo che se avessi accettato avrei dovuto vincere senza un’eccessiva disponibilità economica. Lotito è un personaggio molto forte, sta tentando di risollevare il calcio italiano, lo sta facendo con le proprie idee e con la propria forza psico-fisica. Lulic? E’ un mio fedelissimo è una storia speciale che dura da tanti anni, dai tempi del Bellinzona. Con me in panchina ha sempre segnato gol pesanti e decisivi, nel derby del 26 maggio quello più importante di tutti”.

Chiusura sul futuro della Lazio e sul proprio che lo vede sulla panchina proprio della nazionale elvetica. “È una situazione che mi riempie d’orgoglio e mi conferma che nella mia carriera ho trasmesso qualcosa di positivo. Essere accostato alla Svizzera non può che farmi un gran piacere. La Lazio? Ci riprenderemo, stiamo lavorando bene e presto si vedranno anche i risultati”.
Fonte Lalaziosiamonoi



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