Lazio, pronta la trasferta a Como: 1150 tifosi al Sinigaglia per la decima giornata

tifosi LazialiTra i tifosi biancocelesti fermati dalla polizia locale giovedì sera prima di Legia-Lazio, non ci sono solo quelli italiani, ma anche di nazionalità polacca: in particolare sono stati almeno nove i cittadini residenti in Polonia che sono stati fermati e che sono sottoposti alla normativa vigente nello stato polacco. La redazione di Lazionews24.com ha contatto in esclusiva Przemysaw Orzechowski, uno dei tifosi polacchi arrestati e che ci ha voluto raccontare la sua esperienza. “Sono un tifoso della Lazio, non era la prima volta che andavamo a vedere una partita. Io e altri miei sette amici ci siamo aggregati ad altri tifosi della Lazio che sono arrivati dall’Italia. Siamo partita dall’Hard Rock caffè come ci era stato detto dalla polizia polacca che abbiamo incontrato alcuni metri prima per strada. Qualcosa davanti a noi è accaduto, ma io non ho visto niente. La gente diceva che un gruppo di laziali aveva gettato contro i poliziotti pietre e bottiglie di vetro. Ma io per strada non ho visto una bottiglia di vetro rotta”. Ma poi sono stati coinvolti tutti: “La polizia ci ha circondati e non potevamo andare da nessuna parte. Siamo rimasti li per due ore. C’eravamo io, i miei amici polacchi e cento tifosi italiani. Siamo stati calmi e facevamo tutto quello che la polizia ci diceva di fare. Arrestati perché disturbavamo la quiete pubblica?Personalmente noi non abbiamo neanche gridato”. 
“Io, quattro amici e un tifoso della Lazio siamo stati in una caserma. Siamo stati chiusi per venti minuti in una macchina della polizia da soli senza nessun poliziotto. Così ho telefonato con il mio cellulare il 997 (numero della polizia polacca, ndr) e ho detto che c’erano i finestrini chiusi e stavamo soffocando. Il centralino ha passato l’avviso nelle varie radio della polizia e dopo cinque minuti sono tornati in auto per accompagnarci alla caserma. Quando siamo arrivati hanno isolato il ragazzo italiano, mentre io e miei amici siamo rimasti insieme. Dicevano che l’italiano non può né bere nè fumare. A noi permettevano di comprare qualche coca cola e di fumarci delle sigarette con l’assistenza di un poliziotto. Hanno fotografato le nostre facce con i cellulari. E solo dopo ci hanno detto che eravamo li perché avevamo disturbato la quiete pubblica. Alle 4 di mattina ci hanno trasferito nella prigione di Bialoleka. E dopo 48 ore ci hanno portato in tribunale. Ho incontrato alcuni italiani che mi hanno detto che in due giorni avevano bevuto solo tre bicchieri d’acqua. Il giudice invitava gli italiani a dichiararsi colpevoli e hanno anche pagato multe salate. Anche io e miei amici eravamo stati arrestati per gli stessi motivi, ma in tribunale contro di noi non c’era nessun testimone e così ci hanno lasciati liberi. Non abbiamo pagato nessuna multa”. 

E se gli chiedi se la polizia si è comportata in modo corretto… “La polizia non si è comportata in modo coretto, perché non potevano arrestarci. Ho sentito dire che ad alcuni italiani neanche l’interprete gli è stato dato e molti non potevano chiamare i loro familiari o l’ambasciata. Questo è veramente strano”. 

Restano tante domande senza una risposta su questa vicenda:“Vi posso garantire che prima della partita i tifosi della Lazio erano tranquilli. Solo un gruppo di 20-30 persone ha creato qualche problema, ma alla fine hanno fermato tutti. Ancora oggi non mi riesco a dare una spiegazione di questo fermo, e perché alla fine non ho visto una partita di calcio. I poliziotti ci hanno detto che questi erano ordini che arrivavo dai loro superiori. Questa è una cosa veramente stupida. I tifosi polacchi sono solidali con gli italiani, auguro a tutti i tifosi della Lazio buona fortuna”.

Francesco Ponticiello – Lazionews24.com 



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