Tutti contro tutti: Lotito contro Petkovic e i giocatori, i giocatori contro il presidente, i giocatori contro i giocatori. Questa Lazio è una polveriera, così non riemerge dalle ceneri. Il presidente è un vulcano, scioglieva tutto e tutti martedì mattina, salvava soltanto i giovani dalla lava incandescente: «Loro sono l”esempio». Sulla bocca nomi e cognomi altisonanti dei laziali processati e presi di petto. Stavolta non c”è più solo Hernanes fra gli imputati, persino Candreva s”è beccato la strigliata: «Rischi di diventare come Zarate, di sbattere sugli avversari, se continui ad essere così egoista».
Era rivolto a lui e Marchetti, pure il primo rimbrotto di fuoco: «Qualcuno si sente già arrivato, s”è montato».
Il portiere si beccava più di tutti la furia lotitiana: «Se vuoi essere ceduto a gennaio, basta dirlo. Cosa t”abbiamo fatto? Non pari più…». Come se i suoi guantoni si fossero persi fra le fiamme rossonere: il Milan lo vuole (spunta pure l”ipotesi di uno scambio con Matri), Lotito lo sa. Ma non ci sta: «La Lazio non è un punto di partenza». Tradotto: questa squadra non è un albergo.
E nemmeno Klose – ancora ai box – può fare ciò che vuole: ormai si origliano sempre più forti i mugugni dei compagni dentro lo spogliatoio. Diviso ogni giorno che passa, come due braccia lontane di quell”unica ed eterna Coppa Italia. A proposito, la squadra non ha ancora ricevuto i premi (60mila euro ciascuno), Lotito li pagherà entro il 15 febbraio. E chissà che il giorno prima – a San Valentino – non possa risbocciare l”amore. Solo se la Lazio tornerà umile come il 26 maggio: “Da allora vi siete sentiti degli dei”.
Un gruppo allo sbando, troppo egoismo, il carattere è un optional. Ci sono tante gelosie (Ledesma-Biglia). Lotito c”ha ragione, i senatori devono trascinare la squadra. Pure con una spalla, è atteso Klose. Invece lui, Mito, non ha alcuna intenzione di pregiudicarsi il suo ultimo mondiale, i record, la nuova vita negli States. C”è chi già lo vede ai Los Angeles Galaxy a giugno, chi è in ansia per Lulic al Chelsea, chi trema per il giovane Onazi al Liverpool. Tutti vogliono fuggire dalla Lazio e lasciarla in avaria. Ora basta, il futuro è adesso e non si può mica affogare nello sconforto o nel caos. È vero, la confusione – anche tattica – di Petkovic disorienta la squadra, ma non può essere un alibi: «Col Napoli abbiamo pagato errori di supponenza», urlava Lotito martedì. Un disastro la coppia Cana-Ciani, chissà se domenica a Torino – oltre Biava – ricomparirà Dias, in esilio da mesi a Formello. André ha litigato con Petkovic, aveva chiesto d”essere ceduto, probabilmente verrà accontentato a gennaio. Ma ora s”allena e serve come il pane provare a reinserirlo in una difesa a pezzi (21 reti subite). Sospiro di sollievo almeno per Radu: niente stiramento, esclusa la lesione negli esami di ieri, oggi sarà nel gruppo. Al quale Lotito – oltre a Vlado, nell”attesa dell”annuncio svizzero – ha dato un ultimatum: tre partite, il numero perfetto.
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