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ESCLUSIVA SINCE1900. Sebastiano Siviglia: ” Ho vinto da protagonista, non da comparsa. Quel gesto a Totti…” (Video)

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In questi giorni dove l’intera Italia sta rimanendo a Casa, il nostro staff ha deciso di creare delle dirette live nella nostra pagina Since1900. In una delle nostre live, è stato ospite Sebastiano Siviglia, ex biancoceleste ora allenatore della primavera del Lecce. Una chiacchierata lunghissima dove l’ex difensore centrale ha ripercorso la sua storia della Lazio e l’attuale carriera a Lecce:

Come si vive la quarantena

Secondo me è dura da spiegarlo, secondo me non va bene, ormai sono 50 giorni che stiamo dentro casa. Io è dal 5 di Marzo che sono rinchiuso a casa. Una situazione delicata e al Nord sta creando problemi seri. La cosa è molto seria e bisogna essere intelligenti e sapersi adattare. Per noi incensurati è surreale. Grazie alla tecnologia possiamo continuare a vivere vedendo i nostri familiari e le persone del lavoro. Dobbiamo adattarci a questo nuovo stile di vita. I capelli naturalmente crescono sempre di più (ride ) in attesa che riaprono i parrucchieri.

Primavera ai tempi del coronavirus.

Noi ci siamo organizzati sviluppando con un lavoro personalizzato dove ogni ragazzo fa il proprio lavoro. Io mi interfaccio con il preparatore atletico ma non è la stessa cosa. Il calcio prevede una porta, un avversario e tanti aspetti che non puoi riproporre a casa. Non riesci ad accellerare per 30-40 metri almeno che non hai una persona a casa che ti fa fare un uno contro uno. Serve solo per non incidere troppo sul peso e mantenere un tono muscolare ad un certo livello. Alla fine partiranno tutti allo stesso livello. Il Portiere come fa? Magari ha un muro bello ampio ma non è la stessa cosa, non hai le misure, non hai la porta, non ci sono quelle misure di un campo da calcio.

Serie A in campo, le primavere vengono sospese?

Qui stiamo parlando di una situazione che i ragazzi capiscono che è eccezionale. Non sappiamo cosa succederà tra qualche giorno, come saranno le fasi di sblocco. Sperano di ritornare il prima possibile ad una normalità ed al loro gioco preferito del calcio. Siamo tutti in attesa e loro lo capiscono e lo percepiscono dalla comunicazione che ricevono tramite. Probabilmente saranno richiamati anche con le prime squadre. Mancano 12 partite e ci sono squadre che dovranno affrontare più competizioni. Essendo che i tempi sono stretti le prime squadre, penso che vogliano coinvolgere anche i ragazzi della primavera. Dormiranno tutti blindati in una struttura, giocatori camerieri e staff, perchè non possono uscire 15 giorni per poi rientrare. Questa è una mia supposizione, saranno blindati. Spesso e volentieri Liverani, prendeva i giocatori dalla primavera e li portava in ritiro. In vista degli infortuni, secondo me prenderà qualche mio ragazzo per non avere problematiche numeriche.

Lazio, Inzaghi da allenatore

Simone ha fatto un lavoro straordinario. Un percorso programmato che parte dalle giovanile e la bravura lo ha portato in Serie A. Si è incrociata quella situazione con Bielsa dove Simone doveva andare alla Salernitana, diciamo che è stato un predestinato dove Lotito e Tare hanno visto lungo. Luis Alberto era un trequarti per poi diventare mezz’ala, è stato bravo a valorizzare i giocatori e creare questa alchimia all’interno del gruppo.

Ripartire dopo mesi di stop?

Non si è fermata solo la Lazio ma tutte le squadre. Qualcosa è cambiato però ci sono delle esigenze di portare alla fine questo campionato. Anche i giocatori infortunati sono stati recuperati. Immagino che in questo tempo ristretto, si rischia di perdere il passo e la Lazio deve cercare di giocarsi il tutto per tutto. Le partite europee sono un carico importante da smaltire. Juve ed Inter hanno due squadre in rosa, sono ossi duri e la Lazio deve sapersela giocare.

Match preferito e quello peggiore nella Lazio

Il migliore in assoluto è la vittoria della Coppa Italia. Mi ha lasciato qualcosa, al di la del derby, ci sono delle partite che vivi certe emozioni. Io dico sempre ci sono delle comparse e chi vince. A me non piace partecipare, a me piace vincere. Cerco di andare oltre i miei limiti, il quanto basta non mi è mai piaciuto.

Il 3-1 sull’Udinese l’avrei rimandato a vita. Era la mia ultima partita. Si era rotto un legame.

Giocare con la Lazio ho vinto da protagonista, già ho vinto da comparsa ( Roma cit.) ma con la Lazio l’ho vinta da protagonista. La storia della Lazio, la città, il calore per me è stato un giusto premio.

Come si prepara una finale

Non era una Coppa Italia normale, era una stagione in una partita: vincer vuol dire centrare la coppa, ingresso in europa e la finale a Pechino. Eravamo lontani dalla zona europa sia noi che la Sampdoria. C’era una pressione notevole che ognuno gestisce a proprio modo. Se giochi la partita prima nella tua mente è facile distrarsi. Io rimanevo in silenzio come in Standby. Se giocavo mentalmente prima una partita io arrivavo scarico.

Mauro Zarate come compagno

“Era un grande talento, il primo anno era imprendibile. Il mio pensiero e che aveva trovato la città e la squadra per realizzare il suo sogno ma lui non lo aveva capito. Il primo periodo era devastante, non riuscivano a prenderlo. Poi piano piano si sarà adattato, seduto o fatto condizionare, questo non lo so. Fosse per me sarei stato 20 anni con la Lazio poi è già tanto se arrivi a 37 anni. Forse lui mancava di costanza di rendimento.

Felipe Anderson la mia sensazione e che abbia un po’ sofferto la pressione che si vive a Roma. Una città importante ed esigente. Io sono convinto che abbia sofferto molto queste pressioni. Contesto calcio parlando.”

Attaccante più forte che hai incontrato

“Ibrahimovic ha fatto la differenza e fa la differenza. Ha struttura ha forza, ha tecnica. Ha una marea di caratteristiche che mettono in difficoltà chiunque. Ma Edmundo è un giocatore fantastico, un qualcosa di eccezionale come il vecchio Ronaldo. Comunque nonostante l’età rimane sempre Ibra il più forte, è un trascinatore, un motivatore è carismatico ma dal punto di vista fisico-tecnico non ha un lato debole, forse come l’attuale Ronaldo. Un po’ come Milinkovic Savic, intorno alla palla gli avversari non riescono ad avvicinarsi ad un metro e mezzo per la sua abilità a proteggere la palla”

Il tuo approdo alla Lazio e Di Canio

Lui nella partita dei derby era inavvicinabile, nella settimana precedente dovevi stargli lontano. Un’attesa diversa da quella che vivevo io, ognuno ha un proprio modo di prepararsi a quelle partite, lui era teso, a modo suo cercava di trasmettere energia. In linea di massima c’è stata sempre coesione tra chi già c’era ed i nuovi. Per tanti potevamo essere quel gruppone preso così con poco valore, ma per me era l’occasione della mia vita. Il posto migliore dove poter giocare. Non sono mai stato Jaap Stam ma vi posso assicurare che molte volte mi sono vestito da lui nonostante la differenza fisica. Ho cercato di dare il meglio, ero orgoglioso di vestire quella maglia e molti avevano paura di affrontarmi.

Delio Rossi e come si marca Ciro Immobile

“Come la vedo io, Ciro gioca un tempo in anticipo rispetto agli altri. Lo guardo nei movimenti ma sopratutto nei tempi di gioco , lui attacca gli spazi in una maniera incredibile. Rispetto al passato Roma gli fa molto bene, Roma ti trasforma, ti galvanizza. L’ambiente ti fa sentire un super, ti senti forte. Ha sempre dimostrato di essere un attaccante straordinario. Dopo le sue maglie precedenti a Roma ha dimostrato di essere un giocatore che se ti punta, ti fa male. Negli spazi è molto veloce, sfrutta la qualità dei compagni di reparto che gli servono nelle palle meravigliose. Sai che se lo tieni troppo stretto ti attacca alle spalle. L’ultima opzione è quella della minaccia ( ride ndr). Non ha caso sta per vincere la scarpa d’Oro.

Con Delio Rossi è stato ed è un allenatore importante di un certo livello. Ha fatto una carriera importante, non è un Mourinho ma il suo livello di tecnico è preparato e ti fa andare in campo facendoti capire cosa devi fare. Non stressa i giocatori, li valorizza. In passato ha fatto qualche errore ( episodio con Ljajic). L’ho avuto sia a Lecce e nella Lazio, mi dispiace che non abbia avuto una sistemazione e spero che possa trovarne una per continuare la sua carriera di allenatore.

Acerbi – Luiz Felipe Ramos

Vittoria= fiducia. Dal mio punto di vista è la squadra che aiuta a farti crescere e migliorarti. Sei più disinvolto e meno pressioni. La Lazio è una squadra forte su tutti i reparti. Ad oggi il fatto di stare così in alto in parte può essere una novità, l’altra parte i giocatori hanno una qualità.

Acerbi è una garanzia e maturo, Ramos ne trae ispirazione e fiducia. Sai che se qualora potresti sbagliare sai che hai un giocatore che ti puoi aiutare. Sei in 11 ma nel campo sei anche da solo. Ti giochi la partita al massimo. La giovane età può farti fare alti e bassi e sono sicuro che nel futuro sarà un giocatore di alta qualità. Ramos nonostante non abbia la struttura di Acerbi penso che ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento della Lazio

Ballardini

“Sicuramente ha avuto un arco temporale ristretto. Quell’anno era particolare, c’erano diversi giocatori fuori rosa ( Stendardo, Pandev, De Silverstri, Manfredini, Ledesma). Eravamo partiti bene vincendo a Pechino contro l’Inter. Invece poi abbiamo incontrato qualche difficoltà. Il fatto che non ha inciso sulla piazza di Roma, è anche per il poco tempo poi arrivò Reja, non ha funzionato.”

Lecce e tifosi

Questo è un posto bellissimo con certi paesaggi incredibili. A Roma parli di una squadra con una storia decisamente fatta di trionfi. C’è una grandissima passione in entrambe le tifoserie. Per quanto riguarda il campionato del Lecce, basta vedere le vittorie esterne, sta facendo un’ottimo percorso. Non è facile, la cosa difficile da gestire con una squadra che passa dalla serie C ed oggi ti ritrovi a fare la Serie A. Implica dover cambiare diversi giocatori. Cambiare la squadra ogni campionato non è facile e salvarti in Serie A è qualcosa di Straordinario. Se andiamo a vedere i numeri del pubblico, è il quinto o il sesto pubblico più abbonato allo stadio. Speriamo che possa centrare l’obiettivo, la salvezza sarebbe il nostro scudetto.

Il gesto a Totti

” Tutto ciò che succede in quei minuti rimangono nei 90 minuti, io ho risposto ad una provocazione plateale del capitano giallorosso ma non c’è rancore.”

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