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Paradossi e contraddizioni che non convincono…
“Mauri Stefano, giocatore della Lazio, manifestava la sua costante disponibilità, a favore del gruppo degli ‘zingari’, ad alterare in cambio di denaro il naturale risultato di partite della Lazio nell’ambito del campionato 2010-2011, favorendone la vittoria anche ai fini di una migliore posizione in classifica. In concreto partecipava quantomeno alla manipolazione delle partite Lazio-Genoa del 14.5.2011 e Lecce-Lazio del 22.5.2011”. Andate a pagina 6 dell’“Ordinanza di applicazione delle misure della custodia cautelare in carcere, degli arresti domiciliari e della presentazione all’autorità di polizia giudiziaria” con cui il gip di Cremona Guido Salvini accolse la richiesta della Procura di Cremona di applicare la custodia cautelare per Stefano Mauri. Era il 28 maggio 2012, quando l’allora vicecapitano della Lazio – e non capitano come riportato nell’ordinanza – fu tradotto in carcere con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa sportiva. Otto giorni in prigione, quindi la detenzione domiciliare prima di riottenere la piena libertà. Non dalle aule processuali però. Lo scorso 10 luglio il Procuratore federale Stefano Palazzi lo deferisce per illecito sportivo, il 2 agosto la Commissione Disciplinare opta per la squalifica di sei mesi. E’ del 2 ottobre invece l’innalzamento a nove mesi di stop, inflitto dalla Corte di Giustizia Federale. Arriviamo così a sabato 21 dicembre, quando ci sarà l’udienza di discussione presso il Tnas. La “Cassazione” della giustizia sportiva sarà l’ultima tappa nel processo Mauri, da cui i legali sperano che il capitano laziale possa uscire forte dell’assoluzione. A quattro giorni da questa importante tappa, tutti gli appassionati calciofili sono stati buttati giù dal letto dalle roboanti novità sul calcioscommesse.
CAPITOLO BROCCHI – Quattro arresti, tra cui coloro indicati da più parti come gli ormai celebri Mister X e Mister Y: Salvatore Spadaro e Francesco Bazzani. Sul registro degli indagati nomi noti del panorama calcistico nazionale, tra cui spiccano i nomi di Gennaro Ivan Gattuso e Cristian Brocchi. Ci sono in ballo i contatti telefonici intrattenuti con i due “intermediari” in manette, segnale d’allarme secondo la Procura di Cremona di tentativi di manipolare alcune gare di campionato. Tra cui quattro incontri in cui era impegnata la Lazio. Ecco quello che si legge nell’ordinanza di custodia cautelare di Bazzani resa nota questa mattina. “Ai fini della manipolazione (Bazzani, ndr) intratteneva contatti telefonici e personali, in prossimità delle seguenti partite, alcune delle quali già per altri elementi ritenute oggetto di manipolazione, con i giocatori e i soggetti rispettivamente indicati, appartenenti o collegati alle squadre in competizione“. Ne segue la lunga lista di partite sospette di combine, in cui vengono riportati gli incontri riguardanti alla Lazio alla Lazio e i relativi contatti intrattenuti da Bazzani:Bologna-Lazio 3-1 del 23 gennaio 2011 (contatti con Brocchi il 22 ed il 23 gennaio);Milan-Lazio 0-0 del 1 febbraio 2011 (contatti con Brocchi nello stesso giorno, il 25 gennaio con l’allora rossonero Gattuso; Lazio-Juventus 0-1 del 2 maggio 2011 (contatti con Brocchi nello stesso giorno); infine, Udinese-Lazio dell’8 maggio 2011, in cui i contatti fanno carico a Mauri, nelle giornate del 5 e 7 maggio. Spulciando ancora più a fondo nel testo dell’ordinanza, iniziano a emergere elementi rilevanti. Nel senso che aiutano a rilevare una contraddizione sostanziale negli scenari individuati dall’ordinanza. Procediamo con ordine. Lazio-Juventus 0-1 del 2 maggio: il gip sottolinea come i contatti “sospetti” tra Bazzani e Brocchi “hanno luogo in coincidenza con una sconfitta della Lazio, squadra le cui potenzialità non dimostrano una sua assuefazione a risultati negativi”. Come a dire, risulta strano che la Lazio possa andare incontro a un’ulteriore sconfitta, dopo quella subita il 23 aprile in casa dell’Inter. E’ vero che i biancocelesti erano in piena lotta Champions, ma che possa costituire fonte di sospetto il fatto di perdere contro Inter e Juventus appare quantomeno non aderente alla realtà del campo.
UDINESE-LAZIO – Sei giorni dopo va in scena Udinese-Lazio, scontro diretto per l’accesso alla Champions. I bianconeri si portano sul doppio vantaggio grazie a Di Natale, quindi Kozak accorcia al 76’, dopo che Zarate aveva fallito un calcio di rigore. Torniamo a leggere i passi dell’ordinanza: “Non dimentichiamo che a detta partita ha partecipato anche Brocchi, di cui si dirà tra poco, e che il portiere dell’Udinese ha parato un calcio di rigore sulla cui esecuzione, quasi inoffensiva, si rimanda ai filmati“. L’Udinese ha vinto pur trovandosi in 10 uomini per l’espulsione di Angella”.Ora, che Mauro Zarate abbia tirato uno straccio bagnato ad Handanovic è fuori discussione. Ma definire l’esecuzione di un rigore “quasi inoffensiva” all’interno di un’ordinanza cosa vuole lasciare intendere? Che Zarate abbia sbagliato apposta? C’è forse bisogno che il diretto interessato affermi di non aver sbagliato volutamente? Detto questo, tornate al brano dell’ordinanza relativa a Stefano Mauri con cui si apre l’articolo: “Favoriva la sua costante disponibilità… ad alterare il naturale risultato di partite della Lazio, favorendone la vittoria anche ai fini di una migliore posizione in classifica”. Pensateci un attimo: cosa ne viene fuori? Un quadro paradossale: il 2 e l’8 maggio la Lazio perdeva in maniera sospetta – secondo la Procura – contro Juventus e Udinese; il 14 e il 22 maggio invece la stessa Lazio batteva Genoa e Lecce, partite considerate manipolate con certezza, proprio al fine di migliorare la classifica della formazione capitolina. Nello stesso mese, quindi, prima alcuni giocatori biancocelesti avrebbero fatto in modo di alterare le gare della propria squadra prima verso un risultato negativo, poi verso un esito positivo. A che pro? Secondo quale logica? I contorni della contraddizione che ne escono fuori sono evidenti. C’è poi un altro dato su cui c’è assoluta distanza tra accusa e difesa e riguarda Mauri. Nell’ordinanza si legge che Bazzani ha intrattenuto contatti con Mauri “attraverso la nota scheda intestata a Romano Samantha” in data 5 e 7 maggio. Ossia, come sottolinea lo stesso gip Salvini, su una scheda che “era nella disponibilità del calciatore ben prima di quanto il predetto sostiene”. I legali del capitano laziale hanno sempre rigettato e continuano a rigettare la tesi accusatoria che Mauri utilizzasse quell’utenza telefonica prima del 13 maggio (e che comunque l’abbia adoperata non per scommettere su partite di calcio). In questo caso l’ordinanza non cade in contraddizione con se stessa, ma sostiene una circostanza che i difensori di Mauri ribattono da sempre.
RAPPORTI BAZZANI/LAZIO – L’ultima passaggio che non convince riguarda infine i presunti “rapporti privilegiati” di Bazzani con la Lazio. Ossia con la sua dirigenza: “Anche in tempi recenti, nel 2013, Bazzani dimostra di avere rapporti privilegiati con la Lazio. Il 30.4.2013 si apprende che Brocchi procurerà al Civ (Bazzani appunto, ndr) il biglietto della partita Lazio-Bologna (6-0) in programma all’Olimpico il 5 maggio. Bazzani riferisce a Brocchi che vorrebbe ‘vedere Formello’, ma Brocchi gli rappresenta che non possono far entrare nessuno senza l’autorizzazione di tare direttore sportivo della Lazio. Durante la partita del 5 maggio Bazzani è all’interno dell’Olimpico e comunicando con tale Muroni Marina, che è seduta nei pressi di Tare, chiede di passarglielo. E’ evidente, quindi, che c’è un rapporto tra Bazzani-Civ e Tare, perché nessun estraneo farebbe una proposta del genere”. L’evidenza in questo caso è tutta da dimostrare, perché un individuo X può chiedere a un individuo Y di “passargli” un individuo Z, senza che quest’ultimo debba necessariamente avere rapporti pregressi con l’individuo X.
La Lazio ha rigettato le accuse con un comunicato: “La S.S.Lazio, il Presidente Claudio Lotito ed il Direttore Sportivo Igli Tare, dichiarano di non aver avuto nessun rapporto nè di carattere sportivo, nè di carattere personale, nè di qualsiasi altro genere con il signor Francesco Bazzani. La prova è data dal fatto che costui non avesse nemmeno le utenze telefoniche nè del Presidente, nè del Direttore Sportivo, tanto da indurlo, per tentare di raggiungerli, a contattare altre persone”. “E’ una persona che conosco da una decina d’anni come altre centinaia di persone al quale ho regalato biglietti e maglie”, dice invece Brocchi di Bazzani. Se ha ragione Brocchi o l’accusa si potrà certificare solo attraverso il regolare iter giuridico. Ma che nell’ordinanza resa nota questa mattina – in relazione alla posizione dei calciatori laziali e della stessa società biancoceleste – emergano evidenti contraddizioni, lo possiamo sostenere già da ora.
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