Il nostro progetto di Since1900 nasce per riportare al tifoso le notizie come stanno senza creare baitclick, cosa che abbiamo visto in queste ultime ore su alcuni presunti portali biancocelesti. Si è vero, Luis Alberto in passato ha dichiarato che la sua casa è Siviglia, sfiderei qualunque romano ad andare a lavorare fuori dall’Italia e dire che ama la sua città e che la sua vita è tutta lì. Ma ci sono dei dettagli che sono stati omessi in queste ore dove il giocatore ha ricevuto anche delle critiche per degli articoli riportati solo in alcuni punti creando scompiglio.
Il giocatore biancoceleste è intervenuto in un’intervista su Twitch al canale Jijantes FC raccontando il suo presente, il suo passato e cosa vorrebbe nel futuro.
La vita a Roma, differenza tra Roma e Siviglia,
“Sono sei stagioni che sto in Italia ed è la mia casa. Sono sei anni che gioco alla Lazio, è la mia famiglia. Sono contento. È una città in cui si vive molto il calcio, c’è una grande rivalità tra Roma e Lazio che si sente molto. Passionalità? La verità è che la città di Roma e i tifosi mi ricordano molto la rivalità tra Siviglia e Betis. Qui forse si sente di più la tensione, specialmente nel momento del derby. Allenatore? Io sto bene. Ho avuto un momento difficile ma poi ho trovato un equilibrio e adesso sto lavorando per la squadra, con i compagni stiamo apprendendo le indicazioni del mister. È chiaro che se arrivano i risultati è tutto più facile”
Gli altri spagnoli biancocelesti
“Noi quattro (Patric, Raul Moro e Pedro) escluso Pepe abbiamo fatto le giovanili nel Barcellona. Poi oltre a noi spagnoli ci sono anche i sudamericani con cui parliamo la stessa lingua. Ora sono sei anni che stiamo insieme e tutto è più facile perché ci capiamo più facilmente. Sono stato fortunato perché giocare con persone come Pepe e Pedro che fanno sembrare tutto normale”
Barcellona
“Cosa vorrei rivivere? I giorni al Barcellona, lì mi divertivo. Per uno che vive di calcio il Barcellona è il posto migliore, io lo dico sempre a chiunque me lo chiede che l’anno migliore è stato quello. La pressione che ho vissuto nel Liverpool e ora nella Lazio è diversa quindi hanno un altro peso rispetto al Barcellona, il corpo non sempre risponde. Se sono stato chiamato in questi anni dal Barça? No, mai. All’epoca non mi hanno mai chiesto di passare in prima squadra, c’era Neymar. Poi è arrivata la chiamata del Liverpool e sono partito”
Il momento no del Barcellona
“Bisogna avere pazienza, ma credo che in due anni il Barcellona tornerà a far parlare di sé. Ci sono calciatori che hanno già la stoffa del fenomeno. Xavi? Dà un entusiasmo che fa la differenza. C’era necessità di un cambio del genere, anche per il malumore che si stava creando intorno al club. Hanno fatto bene. Xavi non diventa allenatore ora, l’ha già fatto niente quindici anni della sua carriera. Porterà il Barça a far cose importanti”
Porto-Lazio
“Non sarà una partita semplice? No, per niente. Hanno perso tre giocatori a gennaio però hanno comunque tanta qualità, calciatori che faranno bene anche in futuro. Sarà una gara dura”
Il ritorno in Spagna ( versione completa! )
– “Mi piacerebbe tornare in Spagna, ho tanta voglia e in caso lo farei per stare meglio sia fisicamente sia psicologicamente, sarebbe un’idea. Ho ancora tre anni di contratto, c’è tempo per tornare. Nazionale? Non posso saperlo. Sono decisioni dell’allenatore, magari cerca un altro tipo di giocatore. Credo di aver vissuto il mio miglior momento professionale la scorsa stagione, mi sarei meritato la convocazione”
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