Intervista
Sarri a Sportitalia si racconta a 360 gradi: ” Berardi è un giocatore…”
Nella giornata di ieri, Maurizio Sarri ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sportitalia con Pedullà.
Due Anni dall’ultima nostra intervista:
“Poi l’avventura alla Lazio è proseguita abbastanza bene. Quindi speriamo che sia un auspicio per i prossimi due anni”.
Vacanze in barca
“Ho fatto un po’ di barca, un po’ di vacanza… Sinceramente poi un paio di settimane mi piace spenderle qui a casa visto che solitamente non ci sto mai”.
Sei riuscito a pensare solo al ciclismo e non al calcio? Tanto tu il calciomercato non lo fai…
“Questa è una cosa che è venuta fuori qui alla Lazio. “Il mercato lo fa Sarri”, io in realtà mi limito a dire quali giocatori possono essere adatti o meno al nostro modo di giocare. Poi se avessi veramente la possibilità di fare mercato un miliardo di danno a Lotito glielo faccio”.
Ti piacerebbe il ruolo di manager?
“Assolutamente no, io sono venuto via dall’Inghilterra, quando ero al Chelsea avevo chiesto di essere liberato, perché non volevo ricoprire questa figura. Il Chelsea era una società senza direttore sportivo, quindi venivo coinvolto in cose che non mi piacciono e che mi toglievano tante energie dal campo. E per questo ho preferito tornare in Italia”.
Commento sul calendario: alla terza il Napoli, alla quarta la Juve…
“Menomale che siamo arrivati secondi, altrimenti ci avrebbero fatto giocare in deroga contro il Real Madrid. Calendario pesantissimo per quanto ci riguarda. Nelle prime otto partite affrontiamo quattro grandi squadre”.
Però voi siete arrivati secondi…
“Noi siamo arrivati secondi perché abbiamo fatto bene, però non possiamo negare che siamo andati sull’onda di squadre che hanno fatto meno di quello che potevano fare. E su questo non possiamo fare conto anche in futuro”.
E il prossimo anno come sarà?
“Se io dovessi parlare da un punto di vista egoistico, faccio secondo posto con la Lazio devo dare le dimissioni. Perché la possibilità di fare meglio è davvero difficile”.
Ma non ci hai pensato?
“Non ci ho pensato perché mi trovo in un ambiente in cui sto bene e mi piacerebbe andare avanti. Però bisogna avere tutti la consapevolezza che ripetersi sarà estremamente difficile. Sicuramente il nostro obiettivo è quello di rimanere in Champions, quindi dobbiamo avere la testa alle prime quattro posizioni, ma con la consapevolezza che è difficilissimo”.
Tante squadre sono un cantiere aperto. Il Milan senza Tonali, secondo te come farà in Inghilterra?
“Per caratteristiche può fare benissimo. È un ragazzo che negli ultimi due anni è cresciuto in modo esponenziale. Va in un grande ambiente, perché noi forse in Italia abbiamo le idee confuse… Il Newcastle ha uno stadio bellissimo con una tifoserie bellissima. Con una società che sta tornando molto forte, con un allenatore fortissimo. Secondo la mia opinione Eddie Howe è l’allenatore inglese assolutamente più forte che c’è in questo momento”.
Come può ripartire il Milan da un centrocampo nuovo?
“Loftus-Cheek quando ho avuto la possibilità di allenarlo era un craque a livello mondiale. Una stagione in cui aveva iniziato con delle difficoltà e poi è andato con un crescendo esponenziale. Tra campionato e coppa ha segnato 11 reti, un ragazzo di grande intelligenza, di grande professionalità. Se sta bene fisicamente, limite che ha avuto in questi anni, è un giocatore di livello mondiale”.
Ci avevi pensato per la Lazio?
“È chiaro, però quando tu vai a parlare degli stipendi che prendono in Premier, per noi sono degli stipendi fuori portata”.
Come si ricostruisce però il centrocampo del Milan da zero?
“Se arrivassero a Reijnders farebbero un buon affare. Poi io spero che loro ricostruiscano non benissimo, perché se fanno tutto quello che si legge in giro, fanno una grande squadra. Loro hanno Pioli che in quell’ambiente sta facendo benissimo. Importante avere giocatori forti”.
Frattesi giusto per l’Inter?
“Non lo so, Frattesi è un giocatore fortissimo. È un altro che nell’ultima stagione ha fatto un passo in avanti enorme. È un po’ simile a Barella ma è comunque un colpo importante”.
Nell’ipotetica griglia, vedi l’Inter davanti agli altri?
“Io veramente la vedevo davanti anche l’anno scorso. Poi il Napoli ha fatto un capolavoro, un campionato che ha tagliato le gambe a tutti. Però io sinceramente il centrocampo dell’Inter mi sembra uno dei più forti d’Europa. Perde uno importante come Brozovic, ma rimane di altissimo livello”.
Cosa pensi di questa fuga verso l’Arabia? Per 15 milioni andresti ad allenare in Arabia?
“Io sinceramente qualche offerta l’ho ricevuta da quei paesi lì, per il momento però sto bene alla Lazio. Quindi è inutile parlare di soldi. Se poi tra un paio d’anni non starò più bene alla Lazio o mi finirà il contratto, qualcosa per un anno o due lo si può prendere in considerazione. In questo momento sto bene lì (a Formello, ndr.), a due ore di macchina da casa e quindi non ho motivazioni per andare via”.
Quindi Koulibaly ha fatto bene ad accettare?
“Difficile entrare negli interessi delle persone. Da quello che ho letto prende 90 milioni per tre anni, è qualcosa che deve prendere in considerazione. Sistema la famiglia per diverse generazioni”.
Tu però avevi detto che avresti smesso presto…
“È vero che il calcio attuale ti porta uno stress che è superiore a quello di prima. Ti porta a lavorare in modo diverso da prima, io mi diverto meno e quindi… Quando non lavori più sul campo mi viene meno la voglia di fare questo lavoro. Se la domenica devo fare il regista televisivo e guardare solo filmati perché si gioca ogni 68 ore il lavoro diventa completamente diverso”.
Ma sarà sempre di più così…
“Stanno andando ad annoiare la gente, tra qualche anno lo guarderanno meno. Questo è palese. In Inghilterra prendono sei volte quello che prendiamo noi di diritti televisivi e il sabato Sky inglese non le può trasmettere perché stanno tutelando anche la Championship che è il campionato degli inglesi. Noi facciamo altre scelte, ci accontentiamo tra virgolette delle briciole visto che loro fattura sei o sette volte che quello che fatturiamo noi con delle scelte completamente diverse. Poi si parte da punti diversi. Sono riusciti a creare grandi infrastrutture, sono riusciti a creare una grande mentalità con lo stadio che è qualcosa di entusiasmante, chiaramente le partite giocate sembrano migliori perché il contesto incide sul giudizio. Vent’anni fa abbiamo preso la strada sbagliata e lo stiamo pagando”.
Quindi tu non faresti mai il ct. Te lo chiedo a commento della notizia di Ancelotti alla guida del Brasile…
“Ancelotti meriterebbe di vincere un Mondiale. Ha vinto tutto ed è una conclusione straordinaria di una carriera altrettanto straordinaria. Poi se lo chiedi a me ti dico che in questo momento no, non mi ci vedo. Tra qualche anno può essere che la mia testa e il mio piglio mi facciano cambiare idea. Per il momento no“.
Giuntoli uomo giusto per la Juve?
“È l’uomo giusto per questo momento storico della Juve. Devono ricostruire e Cristiano è un fenomeno in queste situazioni. Penso sia il momento giusto per andare alla Juve, purtroppo per noi Lazio metterà a posto la situazione. Non so la velocità dell’approccio, so che alla fine risolverà la situazione”.
Chiesa e Vlahovic?
“Prima o poi torneranno a fare stagioni di alto livello. Sono ragazzi che hanno tanta qualità, possono sbagliare una stagione, ma torneranno presto sul loro livello”.
Tre qualità di Giuntoli?
“Giuntoli ha delle qualità importanti, la più importante è il coraggio. Non si fa il problema di mettere sul mercato un giocatore importante e dall’altra parte prendere uno sconosciuto. Questa è sempre stata la sua grandissima forza: il coraggio unito alla competenza che ha lui, che ha anche un grande collaboratore come Beppe Pompilio, lo porta a fare grandi cose”.
Cosa si è inceppato in Allegri dopo due anni che è rimasto fermo?
“Un allenatore di questo livello può star fermo anche due anni però ci sono situazioni che ti servono anche per ricaricarti. Massimiliano mi sembra che quest’anno ha dovuto gestire una stagione con delle difficoltà enormi, tra infortuni e tutto quello che è successo intorno alla Juve è chiaro che si è trovato in una situazione di estrema difficoltà. È un anno che non va preso troppo in considerazione”.
A livello mediatico però ci sono state due valutazioni diverse tra te e Allegri…
“Penso che sia cambiato anche il contesto. In quel momento lì la Juve veniva da otto scudetti di fila, aveva fatto due finali di Champions e tutti pensavano fosse naturale vincere lo scudetto e andare avanti in Champions. A me è stato rimproverato un percorso in Champions dove ho fatto sei vittorie, un pareggio a Madrid (contro l’Atletico, ndr.) e una sola sconfitta, che con le regole di oggi saremmo andati a supplementari. Con una squadra considerata scarsa ma che se non ricordo male il turno dopo ha mandato fuori il City. Però in quel momento la visione della Juventus era che dovesse essere il top d’Europa, in maniera non del tutta logica, perché all’epoca era decima o undicesima per monte ingaggi e per fatturato in Europa”.
La tua Lazialità e Mourinho dall’altra parte. Perché subito così in sintonia? Cosa pensi della nuova Roma?
“È difficile arrivare in un ambiente nuovo, in una società nuova e dopo pochi giorni sentirsi accettato, sentirsi a casa sentire la fiducia di tutti intorno. E questo ti fa affezionare a tutto l’ambiente, ti fa affezionare alla squadra, ti fa affezionare alla tifoseria. Perché poi se si parla della tifoseria della Lazio, in giro per l’Italia c’è una visione che non corrisponde esattamente alla realtà: la tifoseria della Lazio è una grande tifoseria. Nel rapporto che hanno con noi è una tifoseria molto educata. Quindi questo mi ha fatto sentire a casa. Poi questa completa autonomia di poter tornare a fare il lavoro da campo è un qualcosa che mi ha ridato entusiasmo e mi ha ridato la voglia di rimanere dentro quell’ambiente”.
La Roma?
“Già negli anni scorsi era una grande squadra. Ha speso molte energie in Europa, ha fatto meno di quello che poteva fare in campionato, ma insomma la forza della squadra era evidente”.
Rivalità con Mourinho?
“Io personalmente non la sento. L’ho sempre detto, a me è una persona che rimane anche simpatica. Nelle rare volte che ci ho parlato è una persona intelligente: in un Chelsea-Manchester United è successo anche qualcosa di cui si poteva approfittare e non l’ha fatto. Per questo io c’ho grande rispetto per lui”.
Parli del tuo assistente?
“Se ne poteva approfittare dal punto di vista mediatico e non l’ha fatto. Ha tenuto conto dell’età del ragazzo, del momento in cui è successo l’episodio e si è dimostrato uomo. Io ho grande rispetto per questo motivo”.
Il nuovo Sarri? Rimane sempre De Zerbi? C’è qualcun altro che sta emergendo dalle serie minori?
“Roberto anche quest’anno si sta affermando a livello europeo, quindi non deve essere il nuovo Sarri ma anche qualcosa di più. Perché ha le possibilità di fare di più di quello che ho fatto io. Di quest’anno mi è piaciuto molto Palladino e mi è piaciuto Thiago Motta”.
Perché ti sono piaciuti? Somigliano a te?
“Non so se somigliano a me, però mi son piaciuti. Se si parla di modulo, sicuramente il modulo di Palladino non è sicuramente vicino al mio. Poi se vai a vedere l’interpretazione, è un ragazzo che vuole una squadra con grande qualità di palleggio, con grandi qualità tecniche, contro cui è difficile giocare. Puoi anche vincere, ma è una squadra che ti toglie continuamente il pallino del gioco dalle mani e quindi è difficile. Thiago mi sembra che abbia fatto un percorso straordinario a Bologna, che mette insieme tutte e due le fasi. Il Bologna nella seconda parte di stagione è diventata una squadra affidabile anche dal punto di vista difensivo. Era capace sia a comandare il gioco che di fare un partita più di contenimento e contropiede, ho visto una squadra vera”.
Gvardiol, difensore del Lipsia, vale 120 milioni?
“Le valutazioni dipendo sempre dal mercato in cui vengono fatte. Dipendono sempre dalla necessità della squadra che le fa. È evidente che se si avvicina una delle big six del campionato inglese ti sparano una valutazione di altissimo livello. In Italia sono valutazioni non fattibili in questo momento. Il mio sogno sui difensori è che uno dovrebbe farseli in casa, però questo è un sogno, perché non è che in tutti i settori giovanili ci sono due o tre difensori da buttare dentro di questo livello, però nel mio calcio ideale il difensore te lo costruisci in casa. Poi i soldi da spendere li vai a spendere su altri ruoli, questo chiaramente è difficile”.
Quante volte senti Lotito?
“Dipende dai momenti. Quando ha meno impegni politici lo sento spesso, momenti in cui come in questo periodo deve mettere insieme elezioni in Molise per il suo partito, deve mettere insieme partecipazioni continue alle riunioni per i diritti televisivi, è normale che lo senti meno”.
Quindi sarebbe meglio se facessi il manager. Oppure ti fidi del tuo team di lavoro, Fabiani e Picchioni?
“Io mi fido di tutti, ma noi siamo una società in cui la figura del presidente è importante. Se lui fosse presente in maniera sistematica per noi sarebbe importante”.
Oggi Berardi è il migliore esterno d’Italia nel suo ruolo? Ti piacerebbe allenarlo?
“Berardi è un giocatore del Sassuolo. È uno dei calciatori che mi piacerebbe allenare, così come ce ne sono tanti altri. Nel Sassuolo ce ne sono tanti di giocatori che a me sarebbe piaciuto allenare. Per esempio Frattesi, Maxime Lopez è un giocatore che mi intriga. È sempre stata una squadra che per filosofia ha avuto dentro due o tre giocatori che a me piacevano. Se parli di Berardi io devo fare un passo indietro perché ho troppo rispetto del Sassuolo per parlare di Berardi”.
Milinkovic è un problema o una risorsa?
“È un problema per la società, è chiaro che per me potrebbe essere una risorsa. Dipende tutto da quanto il ragazzo è coinvolto dalla situazione. Un Milinkovic con la testa libera è un giocatore di livello straordinario. È un giocatore che con noi tra gol e assist in due stagioni ha creato una quarantina di situazioni. Quindi si sta parlando di un giocatore straordinario che ora ha una vicenda contrattuale che non so a che conseguenze possa portare. È un problema societario, è una risorsa tecnica, però poi lì si va in una scelta che è puramente societaria”.
Il nuovo attaccante di Sarri che caratteristiche deve avere?
“Dipende dalle situazioni che sono in divenire. Se noi abbiamo la necessità di tenere sempre Felipe da attaccante esterno è chiaro che deve arrivare un giocatore più pronto. Se noi abbiamo attaccanti esterni in buon numero, è chiaro che possiamo prendere anche un giovane da tirare su e nel frattempo si può utilizzare qualche volta Felipe anche da attaccante centrale, cosa che tra l’altro ha fatto anche bene durante questa stagione. Queste situazioni vanno viste sempre nel complesso della rosa che ti sta venendo fuori”.
Torreira è un giocatore che ti piace?
“L’ho visto che benissimo alla Sampdoria, l’ho visto bene alla Fiorentina. È un giocatore che in Italia ha fatto bene”.
In quel ruolo, Ricci del Torino è il nuovo che avanza?
“Sinceramente penso di sì. È un ragazzo che ha fatto a Torino ha fatto un’esperienza anche diversa. Ha fatto una crescita anche dal punto di vista caratteriale, dal punto di vista della aggressività, quindi penso che possa avere un futuro anche in Nazionale. È giovane ma ha già tre anni di Serie A addosso”.
Fossi al posto di Osimhen cosa faresti?
“Non lo so. Quello che so certamente è che quello che ha trovato a Napoli non lo troverà più durante tutta la sua carriera. Napoli è un’esperienza unica, esaltante, particolare, in una città che ti fa sentire qualcosa di particolare. Ti fa sentire anche responsabilità, però ti fa sentire anche affetto, amore nei confronti tuoi e della squadra. Partecipazione totale a quelle che sono le sorti della squadra. Osimhen farà le sue scelte, io so poi che quello che ha vissuto a Napoli farà tanta, ma tanta fatica a ritrovarlo”.
fonte:lalaziosiamonoi.it
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