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Petkovic e la sua esperienza romana :” Due anni intensi “
Dopo l’intervista rilasciata ai microfoni di Dribbling, trasmessa due settimane fa su Rai 2, Vladimir Petkovic è tornato a parlare della sua ultima esperienza, con un occhio al futuro. L’ex allentore biancoceleste si è raccontanto al sito aargauerzeitung.ch, commentando il suo futuro incarico a capo della Nazionale Svizzera.
Quale periodo ha avuto il maggior impatto sulla tua carriera? “Sono stato fortunato a fare piccoli passi alla volta nella mia carriera, dalla 1° Divisione fino alla Serie A. Dal Malcantone Agno, al Bellinzona, fino ad arrivare alla Lazio. In Turchia e in Italia ho imparato molte cose anche fuori dal campo, che era importante per lo sviluppo personale. Molti aspetti extra calcistici sono importanti per far bene, hanno un grande impatto sui risultati. Chi non ne tiene conto fallisce”
E’ difficile aspettare tutto questo tempo prima di allenare la squadra? “Mi fa bene recuperare in questo periofo, gli ultimi anni a Roma sono stati molto intensi. Nella scorsa stagione abbiamo disputato 57 partite ufficiali, in questa stagione 30. Ho anche il tempo di parlare con altri allenatore della nazionali. E’ arrivato il momento di trovare il mio stile per poter allenare una squadra nazionale”.
Come pensi di vivere la Coppa del Mondo?“E’ chiaro che il mio mandato inizierà solo dal 1° Luglio. Io resterò da parte, non voglio interferire. Non andrò in Brasile, guarderò le partite solamente in TV. Non voglio creare polemiche”.
Hai mai parlato con Ottmar Hitzfeld? “Si, è una persona accogliente, è stato un incontro casuale. Penso che un allenatore non debba sapere tutto, ma imparare cose nuove”.
Cosa volevi sapere da Hitzfeld?“Si trattava di sapere come si allena una squadra nazionale, dove si hanno i problemi all’inizio. Della squadra non abbiamo parlato, c’è un sacco di tempo al primo luglio. Già conosco molti giocatori”.
Qual è la più grande forza del calcio svizzero? “Ha una chiara leadership , una scuola chiara e c’è un corretto sviluppo dei giovani. Lavorare con i giovani è eccezionale. Si può notare dal fatto che molti di loro attualmente si stanno muovendo all’estero . Saranno molto affamati in futuro. Questo è importante!”.
Qual è la tua filosofia di gioco? “Voglio un gioco organizzato, aggressivo, offensivo. Voglio essere migliore degli avversari, giocare sempre per vincere”.
Qual è il tuo sistema di gioco preferito? “Nella mia carriera ho utilizzato molti schemi. Non sono imporanti i sistemi di gioco, ma i principi. E’ meno importante giocare a tre o a quattro difensori piuttosto del modo in cui gioca la squadra. Voglio vedere compattezza, aggressività, dinamismo”.
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