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Calciomercato Lazio

Tare promette :” La Lazio vi stupirà “

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Lazio-Napoli serie A

Finita una stagione  deludente, la parola passa alla società biancoceleste che dovrà muoversi bene sul mercato per ricostruire la Lazio. Parola che Il Corriere dello Sport dà al diesse Igli Tare, intervistato da D. Rindone, sulle colonne dell’edizione romana. Questo uno stralcio dell’intervista.

Tare, è l’ora della verità. Avanti con Reja: sì o no? “Sia noi che Reja, dopo ogni stagione vissuta insieme, ci sediamo intorno ad un tavolo per capire se ci sono i presupposti per continuare. A gennaio eravamo rimasti così”.

Nelle ultime ore s’è parlato di Stramaccioni ed Unai Emery. Cercate un altro allenatore? “Speculazioni, invenzioni. Noi parliamo con Reja prima di farlo con qualsiasi altra persona, è stato sempre informato rispetto ai giocatori che abbiamo in programmazione. C’è un allenatore che merita di essere preso in considerazione, merita rispetto.”

Il viaggio in Bulgaria non è servito per parlare? Quando si conosceranno lo decisioni finali? “Ci incontreremo nei prossimi giorni, gli impegni sono terminati, c’è tanto tempo prima dell’inizio della nuova stagione. Non deve esserci frenesia, le cose non si decidono in fretta. Conta una cosa…”.

Quale? Lo dico da due anni. È iniziato un percorso di cambiamento generazionale e programmazione. Su questi presupposti c’è da capire se si può proseguire insieme. Se giudichiamo il lavoro svolto da Reja in questi mesi non si può dire niente. L’Europa? Era un obiettivo. Con la mancata qualificazione non ha compromesso il rapporto. Le valutazioni vanno fatte a 360º”.

Tare, come immagina la nuova Lazio? “Aggressiva, competitiva, organizzata, affamata. Penso a una Lazio determinata, vogliosa di vincere, capace di far esaltare la gente, i suoi tifosi”.

Niente Europa, quale sarà l’obiettivo? “Il gruppo sarà formato da 24/25 giocatori”.

Si ma la Champions, la vostra Lazio riuscirà a conquistarla? Molti pensano che questa squadra più di così non possa fare.. “Negli ultimi anni abbiamo perso la Champions per la differenza reti o per un punto, ci saremmo andati per due anni di fila. Tra prima squadra e Primavera abbiamo vinto più di altri, abbiamo lanciato tanti giovani, questo mi rende orgoglioso. Certo, quando si lavora tanto si commettono anche degli errori. L’anno che si è concluso è stato di transizione, il prossimo sarà di consolidamento. La Lazio deve essere tra le prime cinque squadre del campionato italiano, è un obbligo ambire in alto. In Italia vedo poche squadre con un potenziale giovanile come il nostro. Faccio alcuni nomi: Keita, Perea, Felipe Anderson, Onazi, Cataldi, Crecco più uno o due elementi della Primavera attuale. In rosa ci saranno 8/9 ragazzi sotto i 20-21 anni, non vedo altre rose con così tanti giovani'”.

I giovani si, ma servono anche giocatori pronti. “Dovremmo esser bravi a creare il giusto mix tra giocatori giovani e d’esperienza”.

Lei pensi ad una Lazio aggressiva, con quali schemi di gioco? “Pensiamo a due sistemi di gioco, 4-3-3 o 4-2-3-1, la difesa sarà comunque a 4. Due schemi molto aggressivi, proiettati in avanti, offensivi. In questa stagione lo abbiamo visto a tratti. Dobbiamo cercare di esprimerci così per 90 minuti”.

Tare, andiamo al sodo, quanti acquisti progettate? “In linea di massima nei nostri pensieri sono previsti 4/5 acquisti, incluso quello di Djordjevic. Stiamo facendo, l’estate sarà molto lunga anche per via del Mondiale, avremo modo di studiare ogni possibilità e fare nuove scoperte. L’importante è sapere cosa vogliamo e non avere fretta nel costruire una squadra importante”.

Nessuna fretta, ma nemmeno ritardi… È importante dare la possibilità all’allenatore, se possibile da subito, di lavorare con il 70-80 per cento dei nuovi acquisti, è utile per far capire loro il calcio italiano”.

Cosa manca alla Lazio? Cosa cercate? “Dobbiamo aggiungere qualcosa di importante alla qualità già esistente. Manca cinismo, la determinazione di imporsi in campo con grande intensità, con la voglia di vincere le partite a tutti i costi. Uno degli obiettivi per il futuro sarà creare un gruppo con un’idea, una fisionomia e la volontà di rappresentare con grande onore questa maglia”.

Candreva: c’è il rischio di perderlo? “Mi fido di quello che ci ha detto l’Udinese. Certo, le cose vanno messe nero su bianco. Io penso che alla fine Candreva diventerà un giocatore della Lazio. Fa parte del progetto, è un punto di forza. Lui ha espresso la sua volontà nelle interviste, non ci aspettiamo sgarbi né dall’Udinese né da Candreva”.

Quanti soldi serviranno? “In linea di massima le cifre sono quelle che circolano”.

Parliamo di ruoli. Due difensori centrali, un esterno difensivo, una mezzala sinistra. I quattro acquisti base saranno questi?“Vogliamo migliorare i reparti in cui sono state riscontrate delle difficoltà, uno di questi è la difesa. Ma parlando della nostra difesa penso che i primi difensori debbano essere gli attaccanti. La Lazio della prossima stagione dovrà essere una squadra con la difesa alta, aggressiva a palla coperta, unità verso un obiettivo”.

Hernanes è stato venduto a 20 milioni. La gente si aspetta che questi soldi vengano reinvestiti… “Non è vero che i soldi sono stati incassati tutti come sento dire. Ci sono delle date, ci son dei pagamenti pluriennali.Dopo la Coppa Italia abbiamo speso 22 milioni e non abbiamo venduto nessuno. Per Hernanes in estate ci fu un’offerta da 30 milioni che non venne nemmeno presa in considerazione”.

Sì, ma alla fine il giocatore non ha rinnovato e avete rischiato di perderlo a basso costo. È vero, poteva essere una perdita economica importante, ma rifarei quella scelta, la squadra nelle nostre intenzioni doveva esprimere il suo valore”.

I big, appunto. Tanti vanno via. Lulic resterà? “Non sono arrivate le richieste. Con Lulic a gennaio siamo stati molto chiari: gli abbiamo detto che non erano arrivate proposte. Se arriveranno? La società farà le sue valutazioni, è un giocatore importante e tale rimane. Non mettiamo nessuno sul mercato”.

Caso portieri: che farete con Marchetti per la prossima stagione? La verità è una, è stato infortunato. Ci sono i referti medici: siamo ben coperti nel ruolo, Marchetti è un grande portiere, ci confronteremo con il suo entourage. Berisha ha dimostrato di essere all’altezza, se andasse via Marchetti potrebbe diventare il primo. Strakosha il miglior portiere Primavera in Italia”.

Tare, facciamo un nome. È De Vrij l’asso per la difesa? “È vero, sono stato a Rotterdam, ma anche per altre ragioni. De Vrij è un ottimo giocatore, farebbe molto bene nella difesa della Lazio”.

Biava e Dias verso l’addio, serve una nuova coppia di centrali. “Con Dias parleremo un’ultima volta, vediamo. Biava? Non penso rinnoverà per motivi familiari”.

Un altro anno con Klose, c’è chi dice che è finito, come risponde? “Ha avuto obiettivi importanti oltre quelli prefissati con la Lazio, dopo questo Mondiale potrebbe lasciare la Germania, il suo corpo non può reggere l’intensità degli impegni multipli. Non ho avuto dubbi sul rinnovo, non è uno di quei giocatori che vuole chiudere la carriera incassando soldi. Sarà ancora il vero Klose”.

Festa del 1974, l’Olimpico era strapieno. Riuscirete mai a riempirlo così? “L’obiettivo di tutte le società del mondo è riempire uno stadio così. Ho visto con grande ammirazione la festa del 12 maggio, è stata la festa di tutto il mondo Lazio, si è visto il potenziale che esiste”.

Servono infatti: ma cosa intendete fare per riavvicinare la gente? Sempre che sia ancora possibile. “Bisogna cercare il dialogo: è importante spiegare ma è altrettanto importante essere ascoltati. Vogliamo rendere partecipi i tifosi, la differenza la fanno anche i risultati: ti fanno più credibilità e forza”.

Molti tifosi chiedono a lei e Lotito di andarsene, avete denunciato minacce. Come ha vissuto quei momenti? “Non ho mai toccato questo argomento in modo aperto. Ricevere minacce di morte sia personali che alla famiglia non è mai bello per nessuna persona al mondo. Ho sempre cercato di vedere le cose con più serenità possibile, non posso considerare tutta la gente, allo stesso modo. Mi dispiace solo che non sia stato dato risalto ai fatti”.

Lunedì nascerà l’Academy. È un passo ulteriore verso il futuro? “Stiamo creando nuove strutture, serviranno per la formazione di giocatori e allenatori, vogliamo creare campioni made in Lazio. Ci vuole tempo, ma anche pazienza”.

Un’altra accusa: il mercato di gennaio spesso ha riservato grandi delusioni. Perché? “Molte critiche hanno superato le reali dimensioni. Non mi piace fare mercato a gennaio, i costi sono maggiori, le difficoltà aumentano. È importante programmare bene le cose. Parliamo di Honda”.

Sì, parliamone. “Il CSKA Mosca non è una società che vende facilmente, lo ha visto anche il Milan. Noi eravamo comunque in grado di chiudere l’operazione. Saha? Non era un acquisto previsto, arrivò solo perché Klose si fece male. Felipe Anderson? A gennaio dissi: «Era e rimane un nostro obiettivo». Alla fine è arrivato”.

Helder Postiga e Kakuta, perché prenderli? “Non hanno avuto costi di acquisto, sono arrivati in prestito con riscatto. Postiga aveva solo un problema muscolare, dopo le visite abbiamo scoperto che soffriva di ernia discale. Nonostante tutto è un giocatore importante, non a caso il Portogallo lo porterà ai Mondiali. Non lo dico per difendere l’operato, posso accettare anche le critiche, ma è giusto chiarire certi concetti. Con Kakuta mi sento in colpa, ha avuto poco spazio. Negli anni precedenti ci sono stati tanti infortuni tra gennaio e marzo”.

Negli ultimi anni, prima della scorsa estate, Candreva a parte, sono arrivati Ederson, Ciani, Pereirinha e Saha. Non crede che siano stati acquisti deludenti? “Non definirei nessuno di loro come gente senza qualità, non da Lazio. Rispondo così, vorrei vedere quanti sono i giocatori comprati per 36 mila euro e che ora valgono più di 30 milioni. Faccio dei nomi: Keita, Tounkara, Minala, anche gli stessi Lulic e Candreva”.

Questo per dire? “Sommiamo le cose positive e sommiamo le cose negative, così si fanno i bilanci. L’importante è vedere cosa rimane in bacheca, lo dirà la storia, il compito non mi riguarda. L’importante è lavorare con orgoglio e serietà nei confronti di questa società e dei tifosi, lo meritano”.

Ma non pensa che in questi anni qualcosa in più si poteva fare?“Si può fare sempre, certo. Lo si può fare quando vinci  figuriamoci quando le cose non vanno bene”.

Derby: come colmerete il divario creatosi con la Roma? “Nessuna gelosia, quando gli altri fanno un ottimo lavoro lo riconosco con onestà. Negli anni precedenti siamo stati noi davanti, avrei piacere di vedere la Lazio sempre più in alto. Abbiamo nuovi sogni”.

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