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Reja attacca i tifosi :” Criticate in malafede “

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REJADalla ripida salita dello Zoncolan al mare cristallino di Amalfi. Dalla piacevole brezza della Carnia alle coccole del sole costiero. Edy Reja ha staccato la spina, è inevitabile. Un semestre eufemisticamente complicato, il secondo mandato ha concentrato in poco tempo tutte le pressioni e gli ostacoli del primo. A Capodanno la Lazio navigava in acque poco tranquille, tipo Triangolo delle Bermuda. Il rischio era quello di perdersi nei meandri della bassa classifica,. Una situazione simile a quella vissuta con Ballardini nel 2010. Reja ha raccolto i cocci e riscostruito il vaso: 36 punti in 20 giornate, un allungo da Europa. Ma non è bastato, e quel vaso ha mostrato qualche crepa. Il tecnico incontrerà il presidente Lotito nella giornata di venerdì, si farà il punto della situazione, un confronto sul progetto. Se i piani combaceranno, si continuerà insieme, in caso contrario si arriverà alla separazione, assolutamente civile. Sarà la fine di un ciclo.Intanto il mister si gode gli ultimi giorni di riposo, in quel di Amalfi. Domani riceverà il Premio Saraceno, nella splendida cornice dell’omonimo hotel costiero. Gli inviati diLalaziosiamonoi.it lo hanno incontrato, un confronto in una splendida terrazza a picco sul mare. Un’intervista a 360°, Reja si confessa in esclusiva ai microfoni diLalaziosiamonoi.it.

Il Premio Saraceno viene assegnato a colui che ha sempre dimostrato sensibilità e signorilità nella sua carriera, è una gratificazione importante. Nel mio lavoro è chiaro che quando ricevi dei premi e dei riconoscimenti fa enormemente piacere. Sono tornato nelle zone dove sono stato per cinque anni, ho ritrovato parecchi amici, siam tornato un po’indietro negli anni facendo qualche battuta, quattro risate”.

Un relax a tutto tondo, è il giusto break dopo una stagione stressante? E’ stato molto bello, anche in questi due giorni per quanto riguarda Zoncolan e Trieste. In questo Giro d’Italia abbiamo potuto ammirare diversi giovani, è giusto dar spazio a loro, io oramai sto quasi trapassando (ride, ndr). C’è questo ragazzo, Aru, che ha lasciato intravedere delle ottime capacità, soprattutto in salita, mi aspetto una sua crescita costante. Ci sono un altro paio di ciclisti di prospettiva da seguire”.

Venerdì si torna alla realtà, ci sarà il summit con la società per decidere se continuare insieme. Le sue sensazioni? “Ho parlato un’oretta con Lotito prima di partire, ci siam detti che ci ritroveremo quando avremo un po’ più di tempo. Non so se sarà venerdì, sabato o domenica, col presidente sapete come funziona, dà gli appuntamenti a mezzogiorno e arriva alle 10 di sera (ride, ndr). E’ particolarmente impegnato, troveremo una mezza giornata per stare un po’ insieme e tireremo fuori tutto. Tra me e lui non ci sono problemi, vuotiamo tutto quello che abbiamo dentro, e dopo questa chiacchierata decideremo insieme per il bene della Lazio”.

Tra i temi in ballo ci sarà il mercato, di quali interventi necessità la Lazio per tornare competitiva? Con la partenza di Biava e Dias bisogna effettuare degli interventi nel reparto difensivo, non so poi quali siano altre zone del campo dove poter intervenire, dipende molto dalle operazioni in uscita, Prima di prendere i giocatori bisogna anche trovare le soluzioni per quelli che vanno fuori, è inutile prendere nuovi elementi e mantenere rose ampie, la Lazio non è impegnata in Europa League e di conseguenza può lavorare con meno organico rispetto agli anni precedenti. Sicuramente i nuovi arrivi devono essere giocatori da Lazio,  penso che il presidente questo lo sappia e sia intenzionato ad acquistare elementi di valore. Alcune valutazioni poi si possono sbagliare ma la volontà è quella di fare bene ed allestire una squadra competitiva, non dico da primi posti perchè la Juventus, il Napoli e la Roma sono superiori per organici, però subito dietro potrebbe arrivare la Lazio”.

Lei richiede elementi maturi e già pronti per il nostro calcio, la società sembra voler puntare su giocatori di prospettiva. Si può trovare un punto di incontro? I giovani ci sono già alla Lazio, è inutile andare in cerca di altri, abbiamo 5-6 giocatori della Primavera da tenere altamente in considerazione. Keita è un giovane già inserito, Minala ha fatto intravedere delle cose interessanti, abbiamo Filippini, ci sono altri elementi che sono sotto osservazione  e hanno dimostrato delle buone qualità. Qualcuno è già maturo, altri meno, mi dispiace fare dei nomi e trascurarne degli altri, ci sono elementi che possono essere già inseriti”.

Quali sono le linee guida da seguire? Questa squadra ha bisogno prima di tutto di trovare un assetto importante: il portiere, due centrali difensivi, un centrocampista importante, una punta. Poi attorno si possono trovare soluzioni con dei giovani. Bisogna comunque trovare giocatori di un certo spessore. Un conto è far parte di una squadra provinciale dove magari c’è meno apprensione e la possibilità di attesa, a Roma invece ti giudicano subito e devi avere giocatori di grande personalità e che abbiano già un po’ di esperienza. Qui la critica ti taglia subito, un nuovo arrivato con aspettative importanti sbaglia un paio di partite e può trovarsi in difficoltà, anche avendo delle qualità può essere condizionato nel rendimento. Ecco perchè servono giocatori di qualità ma anche di personalità”.

L’olandese de Vrij è sempre più vicino. E’ un profilo che corrisponde alle sue aspettative? Per qual che è considerato a livello internazionale sicuramente è un giocatore che ha fatto vedere cose interessanti. Ha 22-23 anni, per tanto mi sembra che sia un profilo giusto. Questi sono i giocatori che dovrebbero venire alla Lazio, adesso non so a che punto siano le trattative, se sia stato chiuso o meno. Il ragazzo adesso andrà ai Mondiali, bisognerà vedere anche come si comporterà. E’ un giocatore consistente fisicamente, con buoni doti tecniche, è bravo con la palla al piede e sbaglia poco gli appoggi. Sul piano difensivo non lo so ancora, bisogna vederlo dal vivo e non posso dare dei giudizi, però mi dà l’impressione di essere un giocatore di buon livello”.

Quanto pesa la situazione ambientale sulle sue scelte? “Le critiche le ho avute qui a Napoli, ci sono più o meno in tutte le società. E’ normale che avvengano, basta che siano costruttive. Qui a Roma, invece, ho sentito critiche in malafede. Ci sono certe linee che vanno in certe direzioni. Se è una critica giusta va fatta, altre non le accetto. Roma è anche questo. Ma reggo l’ambiente: i fischi ci sono ogni volta che si sente il mio nome, perché mi dicono che ho sbagliato con i tifosi. Io vorrei sapere quando ho commesso questo errore. Qualcuno forse mi ha messo delle parole in bocca che io non ho mai detto. Alcuni giornalisti hanno scritto la verità, altri hanno travisato. Il risultato uscito è quello di un’ immagine di me negativa nei confronti dei tifosi. Ma per quanto mi riguarda io sono molto soddisfatto di quello che ho fatto a Roma negli anni. Contano i risultati, le chiacchiere se le porta via il vento”.

Ha ricevuto alcune offerte da società estere e Nazionali, si parla in particolare di una proposta interessante da parte della Grecia. Il futuro di Reja sarà lontano dall’Italia? “Ci sono dei contatti come sempre. Le notizie partono e si diffondono in maniera veloce. Alcuni contatti con le società li ho come ogni volta che finisce il campionato, ma attualmente sono impegnato con la Lazio. Ho un vincolo contrattuale, e dunque non accetto altre situazioni. Poi nel futuro si vedrà”.

In casa Lazio si vocifera invece di una possibile promozione di Simone Inzaghi. E’ l’uomo giusto per il dopo Reja? “Adesso non lo so. Lo conosco, ha lavorato bene. Come Bollini, che meriterebbe più considerazione, visto che viene da tre anni nel settore giovanile eccellenti. Ha fatto crescere questi ragazzi e Inzaghi ha raccolto i frutti, dando continuità a questo progetto. Con i giovani ha fatto bene, il discorso è diverso quando però si allena una prima squadra. I giocatori sono molto più maturi. Mi auguro, qualora un giorno dovesse arrivare Inzaghi, che si immedesimi subito nel ruolo, che si distacchi un po’ dai giocatori visto che ha smesso poco tempo fa. Il carattere conta. Lui è così e lo sarà anche tra dieci anni, cambia l’esperienza. Ma se resta Reja restano tutti, rimane Bollini, rimane Inzaghi…e anche i big, come Candreva, Lulic…”

Tra i pali Marchetti ha trovato diverse difficoltà, ha perso il posto in Nazionale e i gradi del titolare in biancoceleste. E’ pronto per una nuova avventura? C’è un contratto con la Lazio. Ha avuto una stagione vissuta con grande difficoltà dal punto di vista fisico: quando sono arrivato aveva prima problemi alla schiena, poi alla coscia, poi all’inguine. Gli ho detto che è proprio sfogato (ride, ndr). Poi abbiamo trovato Berisha, che ha fatto benissimo. Ha dimostrato di saper reggere bene la categoria. Con Federico ci sono stato un paio d’anni e pertanto ha la mia simpatia e soprattutto la mia grande considerazione. Nel primo anno che sono andato via, ha fatto alcune parate importanti contro alcune squadre. Ha salvato il risultato e avrà portato a casa una decina di punti solo lui. Ha avuto lì l’apice della carriera, quest’anno è stato solo un po’ sfortunato. Dopo Buffon c’era lui…”

Anche Radu sembra aver manifestato la volontà di nuove esperienze. E’ finito il suo ciclo alla Lazio? “Lui è qui da parecchio tempo. Può accadere se si sta tanto tempo nello stesso ambiente. Con me al primo anno ebbe tanti problemi dal punto di vista fisico. Se l’avessi avuto al massimo saremmo andati sicuro in Champions. Anche quest’anno, quando mi sono inventato Lulic terzino, o altre situazioni con Cavanda a sinistra, non trovavo mai l’assetto giusto e cambiavo continuamente. Radu mi dava garanzie con i 4 dietro. Con lui sono arrivati tanti punti. Ci tiene tanto alla Lazio, perché si sente parte del progetto e sente molto il clima derby: se lo toccano in quella partita è capace di farsi buttare fuori dopo 5 minuti. Questo è Radu, e questi sono anche gli aspetto positivi di lui. Perché ci crede, si immedesima in questa Lazio: quando vive queste cose ha dei rendimenti molto alti ed è un grande giocatore”.

In ogni caso il futuro di Reja sarà su una panchina, possiamo escludere l’ipotesi scrivania? “Non lo so ancora, non posso ipotecare il futuro. La mia esperienza in panchina può essere ancora utile e io mi sento ancora in condizione. Mi sembra di essere apprezzato, soprattutto per quanto riguarda i giocatori della Lazio e quelli che ho avuto prima. Basta vedere negli ultimi dieci anni. E’ un aspetto fondamentale, perché ti regala la forza di andare avanti e credere in quello che fai”.

LALAZIOSIAMONOI



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