Lotito

Tavecchio sarà presidente della Figc, Lotito il suo grande sponsor. Ma nelle ultime ore l’attenzione mediatica si è spostata dagli affari meramente calcistici a quelli morali. Un’uscita a vuoto del primo, ha costretto il secondo a correre ai ripari. In un’intervista rilasciata all’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, il patron biancoceleste ha difeso a spron battuto il nuovo numero uno della Federazione dalle accuse di razzismo e torna a parlare della spinosa questione tifosi.

Lotito, come ha fatto? Con i princìpi, lo spirito di servizio. Abbiamo contemperato le esigenze dei singoli nell’interesse collettivo, senza dimenticare il valore delle istituzioni.

Addirittura. Parla da statista. Portare vantaggi a una squadra a danno delle altre sarebbe miope. C’era grande sperequazione, mi sono battuto e ho vinto.

Di più: parla da Robin Hood. È un fatto di equità. Il rispetto della dignità di ognuno: questo è il faro ispiratore. Bisogna ribaltare le situazioni guicciardiniane: non si può badare al “particulare”.

Tavecchio però se ne esce con le banane, si inventa soprannomi razzisti stile “bingo bongo”. Non le pare vergognoso? No, no, fate confusione. Stava facendo un ragionamento sull’impiego di questi ragazzi, sul fatto che tolgono spazio ai nostri giovani. Bisogna valutare la ratio delle parole. Lui proviene dalla Lega Dilettanti che è il contrario della discriminazione: è la base del calcio italiano.

Ma un uomo pubblico può esprimersi così? Il linguaggio era improprio. Parlava con enfasi, a braccio, da un’ora e mezza. Ma siete voi che esasperate il concetto mediaticamente. Nessuno si fece problemi quando ci fu il “caso Minala” (primavera camerunense della Lazio ‘accusato’ di essere molto meno giovane di quanto non riporti la carta di identità, ndr).

Finché non portate a casa la nomina, però, non è meglio che Tavecchio taccia un po’? Forse, ma non va criminalizzato. Ha usato un termine colorito. Ma se ne è accorto. Si è scusato. Sbaglia anche il prete sull’altare. Oggi si crea un caso per motivi elettorali. Bisogna conoscere l’uomo.

L’uomo ha subito 5 condanne. Se ragioniamo così, per ogni incarico bisognerebbe andare a fare le pulci a tutti. A noi interessano gli aspetti sostanziali.

Le condanne non lo sono? Lei dimentica una cosa: il suo casellario giudiziario è pulito… e comunque io valuto le persone a prescindere dal casellario giudiziario. Lei ha un casellario giudiziario pulito? Io giudico chi ho davanti da come agisce e da quello che dice: dai programmi. Questo pseudo moralismo non serve a nulla. Non vado a scavare nella vita della gente.

Il rinnovamento passa per un uomo di 71 anni? Mi duole che si ragioni sull’aspetto anagrafico. Abiuro e contrasto la parola “rottamazione”. Preferisco il “rinnovamento nella continuità”. Il nostro programma è il rinnovamento assoluto.

Il suo programma. A distanza di 10 anni, io predicavo alcuni temi e ora i fatti mi danno ragione: il calcio deve voltare pagina. Io sono un cattolico cristiano praticante: seguo le parole di Nostro Signore Gesù Cristo: non si possono servire due padroni. Voglio essere un uomo vero, non un sepolcro imbiancato, che è bello fuori, ma dentro è pieno di putritudine.

Lei porta a casa vittorie politiche e sconfitte sul mercato. La Roma ricordi la Coppa Italia. Io non ho mai detto che avrei comprato Astori.

Ora non faccia come la volpe con l’uva… Ho sei obiettivi per quel ruolo. Uno si dà delle priorità: Astori non era priorità. Tare purtroppo non parla benissimo l’italiano, non è vero che si vuole dimettere, come hanno scritto.

I suoi tifosi però non la sopportano. Abbiamo fatto un gran mercato. Ma si crea artatamente un clima negativo attorno a Lotito. Nemo propheta in patria. A Roma c’è il problema delle radio, nel resto d’Italia i tifosi laziali mi adorano.

LALAZIOSIAMONOI



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