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LAZIO da urlo: 3 a 0 al Sassuolo e l’Europa è più vicina

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salazio37_26620_immagine_obig“Che Lazio!”, verrebbe da dire. Già, perché ieri la compagine di Pioli non si è fatta mancare nulla: vittoria esterna, 0 a 3 di passivo e gara dominata. Ci si chiedeva se la Lazio avesse imparato dai suoi errori, vedi Cesena, e la risposta è arrivata sul campo. Neutralizzati per buona parte della gara i temibili attaccanti emiliani, i capitolini hanno regolato la squadra di Di Francesco con una prestazione da incorniciare grazie alla perla di Felipe Anderson, al 300° gol tra i professionisti di Miro Klose e all’insostituibile Parolo.

LA GARA:

Con un occhio alla semifinale contro il Napoli, la Lazio scende in campo attuando un mini turn over: dentro Cavanda al posto di Basta, fuori Candreva per un positivissimo Keita e Mauri “falso nueve” per far rifiatare Klose.
Inizialmente la partita si infiamma a sprazzi, il primo tempo è controllato dalla Lazio ma il Sassuolo cerca di ripartire in contropiede con i tre li davanti, Zaza, Sansone e Berardi. La linea difensiva però regge bene, Marchetti fa il suo ed il risultato non si sblocca, complici anche qualche imprecisione sotto porta da parte degli ospiti. La partita però si spacca a favore dei bianco azzurri al 45′, quando il rientrante Felipe Anderson decide di inventarsi un gol magnifico che fa esplodere il gremito settore ospite. Lazio avanti all’intervallo, vietato sbagliare al rientro.

Il match riprende con la Lazio in controllo, mister Pioli deve aver ricordato ai suoi le amnesie contro le “piccole” e non vuole altri cali di tensione. Al 66′ entra Miro Klose, a caccia del 300° gol. Passano pochi minuti nei quali il tedesco, imbeccato sempre da Anderson, sbaglia due palle gol clamorose ma al 70′ arriva la palla che uno come lui non può sbagliare: stacco imperioso (anche se lasciato abbastanza solo dalla difesa emiliana), pallone schiacciato a terra con Consigli che può solo voltarsi e raccogliere il pallone in fondo al sacco. 2 a 0 Lazio, partita congelata, Miro raggiunge un altro record.

Dal gol del tedesco in poi è pura accademia. La Lazio infatti non rischia più nulla, anzi attacca alla caccia del terzo sigillo. Entra Candreva per mettere minuti nelle gambe in vista del Napoli e dopo 3 minuti dal suo ingresso, Klose vede  il pallone sbattergli addosso e finire tra i piedi di Marco Parolo che insacca ancora una volta la porta avversaria.

Festa grande al Mapei Stadium, la Lazio infila tre vittorie di fila e si proietta prepotentemente nelle zone nobili della classifica. Ora l’Europa non è più un obiettivo astratto, è concreto e lì, davanti agli occhi, alla portata dei ragazzi di mister Pioli e chissà, magari questa volta sarà l’Europa che conta ad esser conquistata.

FELIPE E MIRO:

Magnifico il primo, eterno il secondo. Grazie a loro la Lazio espugna il Mapei Stadium e porta a casa tre punti fondamentali. Felipe è tornato, dopo lo stop fisico e la squalifica di campionato e lo ha fatto nel migliore dei modi: gol magnifico che spacca la partita e corsa verso i suoi tifosi. E’ vero, Pioli lo richiama perché lo vuole più alto, i primi 30 minuti non sono all’altezza delle gare disputate in passato, ma alla Lazio mancava un giocatore capace di saltare l’uomo con questa facilità, con una corsa dirompente e con un fiuto del gol invidiabile e Felipe si è subito rimesso i panni del mattatore. Chissà quanti tifosi si aspettavano un’esplosione così dirompente ad inizio stagione. Ora il popolo laziale si gode il suo gioiellino e non aspetta altro che esultare ad una sua nuova prodezza.

Miro Klose ne ha sfoggiate tante di esultanze. 300 per l’esattezza, spalmate tra Bundes Liga, Coppe, Nazionale e Serie A. A 36 anni la brillantezza muscolare e la capacità di affrontare tre partite di fila sono, ahinoi, un lusso, ma il fiuto del gol non si perde così facilmente, soprattutto se è innato. Quei due cioccolatini che andavano solo scartati e che invece sono finiti nella pattumiera non te li aspetti da uno come il “kaiser“, che infatti non fallisce alla terza opportunità. Liberatoria e rabbiosa, l’esultanza. Un esempio di umiltà e professionalità, un concentrato di serietà, bravura e intelligenza: grazie Miro, il popolo biancoceleste ti sarà sempre grato.



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