E’ di due giorni fa la vittoria della Juventus allo Stadio Louis II, tana del Monaco, con i bianconeri che dopo 12 anni sono riusciti a ritornare in una semifinale di Champions League. Nonostante le rivalità, una buona notizia per l’Italia calcistica, in prospettiva ranking UEFA, vista l’esclusione delle squadre inglesi sia dalla Champions che dall’Europa League, e la presenza di una sola squadra tedesca nelle due competizioni. Ma il Louis II non ha portato fortuna solo alla compagine torinese, ma anche alla nostra amata Lazio. Infatti, lo stadio del Principato di Monaco ha ospitato per molti anni, dal 1998 al 2012, la finale della Supercoppa Europea, ed ogni tifoso laziale che si rispetti non può dimenticare quella notte magica in cui Alessandro Nesta alzò al cielo il secondo titolo europeo della storia della Lazio. In quella notte indimenticabile di sedici anni fa, era il 27 agosto 1999, di fronte alla prima squadra della capitale si presentavano gli “invincibili” del Manchester United, guidati da Sir Alex Ferguson. I red devils erano i freschi vincitori della Champions, conquistata dopo una rocambolesca finale con il Bayer Monaco; ma non solo, arrivavano anche da una stagione fantastica, nella quale avevano fatto il “treble”, vincendo anche la Premier League e la FA Cup. Quella era la squadra di Beckham, il futuro laziale Stam, Sheringam e Giggs, solo per citarne alcuni, una squadra costruita con un unico obbiettivo, la vittoria. Non a caso erano stati soprannominati “gli invincibili”. Alla Lazio questo, però, non interessava, non aveva paura di nulla quella Lazio. Che squadra quella lì, con Nesta, Mihajlovic, Nedved, Veron, Stankovic e Mancini, e tanti altri campioni! Una squadra che aveva conquistato l’ultima edizione della Coppa delle Coppe, in una storica, ultima finale, contro il Mallorca. Una squadra che aveva carattere, forza, cuore e grinta che non si arrendeva di fronte a nulla, e in quella notte magica, neanche l’infortunio di Simone Inzaghi fermò quella squadra, anzi fu un motivo ulteriore per portare a casa la vittoria. Fu, infatti, proprio il sostituto di Inzaghi a segnare il gol vittoria, l’indimenticabile “matador” Marcelo Salas, che al 35′ del primo tempo mise a segno la rete decisiva.
Un cambio che fu quasi provvidenziale, con Salas che fu autore di una prestazione superba. In quella partita la Lazio forse meritava anche più di un gol. Non arretrò mai, infatti, di fronte ai Red Devils, anzi attaccò quasi sempre e sfiorò più volte il gol, soffrendo solo nel finale di gara. Una partita giocata alla grande dai biancocelesti, solidi in difesa e cinici in attacco. Una grande partita ed una grande vittoria, e quando Wojcik fischiò la fine delle ostilità tutto il popolo biancoceleste esultò di gioia per quella vittoria, per quel secondo titolo europeo che capitan Nesta alzò nel cielo di Monaco. Una notte magica ed indimenticabile. Quella era la Lazio del presidente Cragnotti e di mister Eriksson, una squadra costruita per vincere queste grandi partite, che in quella stagione ci regalò anche il secondo scudetto e la terza Coppa Italia. Bei tempi quelli, tempi in cui la Lazio dominava in Italia e in Europa e i biancocelesti facevano paura a chiunque. Non a caso Ferguson tra i più grandi rimpianti della sua vita ha proprio quello di non aver vinto quella finale e dichiarò, qualche anno dopo, che quella Lazio era forse la squadra più forte del mondo in quel periodo, e detto da uno come Ferguson vale doppio. Che squadra! Che Lazio! Che emozioni!
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