Lazionali
Albania che impresa! Berisha: “Abbiamo perso una battaglia, ma vinto la guerra”. Tare: “Siamo nella storia”
Una giornata storica quella di ieri per l’Albania, che al Vazgen Sargsyan Republican Stadium di Yerevan batte l’Armenia con un netto 3-0 e conquista la sua prima storica qualificazione agli Europei. La Nazionale dell’italiano De Biasi, infatti, ha chiuso al secondo posto il Gruppo I con 14 punti, scavalcando proprio all’ultima giornata la Danimarca ferma a 12 punti. Le Aquile dei Balcani soffrono all’inizio del match, ma poi trovano la rete del vantaggio grazie all’autogol di Hovhannisyan, che trafigge il proprio portiere nel tentativo di anticipare Gashi. Raddoppia Xhimshiti al 24′, Sadiku chiude i conti nei minuti finali del match. Tra i pali dell’Albania ha giocato il nostro Etrit Berisha, che si riscatta alla grande dopo l’errore contro la Serbia mantenendo inviolata la propria porta.
Proprio Berisha al termine del match ha commentato l’impresa storica dell’Albania esprimendo tutta la sua felicità: “È stata una grande partita, ancora non riesco a credere che ci siamo qualificati a Francia 2016. Abbiamo sempre creduto nella squadra, anche se abbiamo avuto un po’ di problemi lungo la strada. Le ultime due partite sono state molto difficili, ma siamo riusciti nell’impresa. Abbiamo perso una battaglia (contro la Serbia, ndr.), ma abbiamo vinto la guerra ed è questo ciò che conta. In questa occasione desidero ringraziare tutti, in particolare i nostri tifosi che ci hanno sempre sostenuto. Ancora una volta chiedo scusa per la sconfitta contro la Serbia, ma ora appartiene al passato. Ci vediamo in Francia!“.
Anche Igli Tare ha voluto commentare l’impresa della nazionale albanese ai microfoni di Sky Sport: “Questa qualificazione rappresenta qualcosa di unico, vorrei essere a Tirana perché so quanto dureranno i festeggiamenti. Sono felice e orgoglioso di questo traguardo, chiamerò personalmente De Biasi, Tramezzani (vice di De Biasi, ndr), Cana e Berisha per congratularmi. Vorrei avere 15 anni in meno per essere in campo con loro a festeggiare. Se lo sono meritato. Ha ragione De Biasi quando dice che in pochi si aspettavano un risultato simile, ma il suo lavoro è stato unico. Ora in molti vorranno salire sul carro dei vincitori, anche chi non ci credeva. E comunque De Biasi ora sia chiama “Gani”, non Gianni (ride, ndr). In Albania lo chiamano tutti così!”. Poi continua: “Sono fiero di questa Nazionale, il popolo albanese si merita tutto questo. In Albania il calcio è qualcosa di unico, tutti sono pazzi per questo sport. Tutta la Nazione ha sognato questo traguardo che ora è realtà. De Biasi ha una squadra giovane, ma con un grande spirito e una compattezza unica. In campo sono tutti dei leoni, lottano l’uno per l’altro sapendo che alle loro spalle c’è un popolo che li supporta. Per questo hanno sempre dato qualcosa di più. Questa è una una squadra che ha una spirito particolare, non ci sono grandi qualità tecniche ma sono tutti uniti, ed è questa la loro arma migliore. In ogni match hanno messo grande intensità, tante nazionali sono state sorprese da questo atteggiamento. Questo gruppo è entrato nella storia, nelle passate generazioni ci sono stati grandi giocatori nel calcio albanese, ma questi ragazzi sono entrati veramente nella storia e spero riescano a farlo ancora. Io faccio parte della generazione che ha fatto strada a tutti i giovani di oggi, noi eravamo costretti a bussare in giro per l’Europa per giocare nel calcio che conta. All’epoca le strutture lasciavano a desiderare, così come l’organizzazione e gli allenatori. Nonostante tutto, questo gruppo è entrato nella storia, i ragazzi meritano un grande applauso e spero che nel futuro ci sia un seguito. L’Albania farà bella figura anche in Francia, si esalta facendo gruppo ma soprattutto sapendo che sugli spalti ci saranno migliaia di albanesi. Le altre squadre non sono da sottovalutare, le piccole nazioni sono cresciute tantissimo e hanno una grande organizzazione”. Infine due parole sulla Germania, che dopo l’addio di Klose è alla ricerca di un altro goleador: “Ne abbiamo parlato con Miro, mi ha detto che c’è un cambio di generazione e che il problema di questa Germania è la mancanza di un vero centravanti, anche perché Mario Gomez non è più quello di una volta”.
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