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Il racconto del campione: George Best

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George Best, genio e sregolatezza. Un talento cristallino, rovinato dai vizi, in primis quello del bere. Ma forse la storia della prima star che il calcio ricordi non poteva andare diversamente.

George nasce da un’umile famiglia di Belfast nel 1946 e a soli 15 anni, nel 1961, viene notato dall’ osservatore del Manchester United Bob Bishop (per convincere il presidente del Man Utd ad ingaggiarlo disse di aver trovato un vero e proprio genio calcistico), che lo porta nelle giovanili dello United contro la voglia dei genitori di Best. Solo due anni più tardi Best esordisce con la prima squadra e alla fine della stagione 1963-64, ha già totalizzato 17 presenze e realizzato 4 gol con la maglia dei Red Devils. Solo un anno dopo diventa un giocatore imprescindibile nella scacchiera del Manchester, con  cui conquista la vittoria del campionato inglese mettendo a segno 10 reti in 41 presenze ed una Charity Shield. A 21 anni ha già vinto con i “Diavoli Rossi” un altro campionato e la seconda Charity Shield, dimostrando di essere tra i migliori giocatori nel palcoscenico calcistico mondiale.  All’età di 22 anni conquista il suo primo e unico pallone d’oro (1968), dopo una stagione in cui trascina il Manchester alla conquista di un altro titolo nazionale e di una Coppa dei Campioni, nella quale sconfisse tra le altre il Benfica di Eusebio con una doppietta. Mantiene per altri 4 anni un rendimento altissimo, sia dal punto di vista realizzativo sia da quello degli assist. Nonostante ciò, il Manchester in questi anni non giunge mai oltre l’8° posto in classifica e non conquista nessun altro titolo. Già dal 1969 il vizio dell’ alcool è radicato nel campione nord-irlandese, che nella sua autobiografia dirà sarcasticamente:” Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcool. Sono stati i 20 minuti peggiori della mia vita” .Le stagioni 1972-73 e 1973-74 segnano il suo declino, neanche trentenne: in queste due stagioni timbra il cartellino solo 6 volte e alla fine della stagione 1973-74 decide di cambiare aria, salutando definitivamente il Manchester Utd dopo 10 anni e trasferendosi nella squadra irlandese del Cork, dove però le sue sorti peggiorano ancora (nella parentesi irlandese scende in campo solo in 3 occasioni, restando a secco di gol). Resta in Irlanda solo fino a Gennaio, quando approda negli Stati Uniti ai Los Angeles Atzecs, segnando 15 reti in 24 partite. L’anno dopo torna in Inghilterra, al Fulham, che disputa la Championship e che proprio grazie anche all’apporto di Best guadagna la promozione nella massima serie inglese. Nelle 2 stagioni successive alterna presenze con le sue due ultime squadre: prima il ritorno in America, poi il prestito al Fulham fino a Gennaio e successivamente di nuovo con gli Aztecs. Alla fine di queste esperienze Best ha 32 anni e con una sua citazione vogliamo far capire quale fosse il suo stato d’animo a quei tempi:” Andò male con ciò che amavo di più al mondo, il calcio e da allora il resto della mia vita si sgretolò. Quando il calcio era importante e io giocavo bene, non vedevo l’ora di alzarmi la mattina: era la mia unica ragione di vita. Quando il gioco non è bastato più a buttarmi giù dal letto, non ho visto altri motivi validi per smettere di bere”. Le stagioni successive segnano non più il declino, ma la fine vera e propria del Best calciatore. Dal 1978 al 1984 cambia 6 diverse squadre: passa dagli statunitensi del Fort Lauderdale Strikers all’Hibernian, in Scozia, per poi tornare nel nuovo continente ai San Josè Earthquakes fino al 1981 (da segnalare una breve parentesi di nuovo all’Hibernian durante la sospensione del campionato americano, dall’agosto 1980 al gennaio 1981). E’ in America che segna il suo ultimo gol in una partita ufficiale, concludendo la stagione 1981 con 30 presenze e 13 reti. Da quel momento in poi non vedremo mai più esultare una tra le più grandi leggende del calcio di tutti i tempi: giocherà la stagione 1982-83 al Bournemouth, successivamente ai Brisbane Lions in Australia e infine al Tobermore United, con cui entra soltanto in una partita di coppa.

Per quanto riguarda la nazionale tutti sappiamo che l’ Irlanda del Nord non vanta una grandissima tradizione di talenti, perciò Best giocava con compagni di livello molto più basso e ha totalizzato solo 37 presenze ufficiali (9 gol) nei 14 anni in cui fu attivo in nazionale anche perché in quell’arco di tempo le “Green & White Army” non riuscirono mai a qualificarsi alle fasi finali di un campionato del mondo. C’è però un aneddoto, a metà tra verità e leggenda (non abbiamo testimonianze video), che ricordiamo volentieri su George Best durante una partita della nazionale: “Era il 1976, si giocava Irlanda del Nord-Olanda e Best si trovò contro Johan Cruijff, uno dei più forti di tutti i tempi. Al 5′ minuto Best prende palla, salta un uomo, ne salta un altro ma non punta la porta: punta il centro del campo, punta Cruijff. Gli arriva davanti, gli fa una finta di corpo e poi un tunnel, poi calcia via il pallone, si gira e gli dice: «Tu sei il più forte di tutti ma solo perché io non ne ho il tempo»”. Qui Best, giunto alla fase finale della sua carriera, umilia quello che per molti è stato “il più forte di tutti”, protagonista di quel “Calcio totale” che porta l’Olanda ai vertici del calcio internazionale e che porterà, proprio grazie a Cruijff, all’invenzione del “Tiki Taka” che incorona invece il Barcellona come squadra più forte del mondo tra la fine del primo e l’inizio del secondo decennio del secondo millennio.

Dopo il ritiro i problemi con l’ alcol per George Best si complicano ulteriormente: viene costretto a scontare una pena di 4 mesi per guida in stato di ebbrezza nel 1984. Nel 2000 viene ricoverato per gravi danni al fegato provocati dall’ alcol e solo due anni più tardi subisce un trapianto proprio al fegato. Dal 2 ottobre 2005 comincia il calvario che porta Best alla morte: in quella data viene ricoverato ancora una volta per un’ infezione ai polmoni. Il 20 novembre il tabloid inglese “News of the World” pubblica una foto di Best in condizioni gravi e una sua dichiarazione del giorno nella quale invita tutti a non fare la sua fine. Questa dichiarazione viene reputata falsa da coloro che gli erano più vicini, in quanto Best non si era mai pentito della sua dipendenza da alcol. In una delle sue più celebri citazioni afferma infatti: “ Ho speso molti soldi per alcool, donne e macchine veloci…il resto l’ho sperperato. Solo 5 giorni più tardi, il 25 novembre 2005, è resa pubblica la notizia della sua scomparsa a causa di un’ infezione epatica. I funerali si sono svolti una settimana dopo a Belfast, sua città natale, la quale solo pochi mesi più tardi intitola il nome dell’aereoporto a George Best. , per celebrare un anno dalla sua morte, vengono stampate circa 1 milione di banconote da 5 sterline raffiguranti l’eterno campione.



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