Oggi non è un giorno come gli altri per i tifosi della Lazio, oggi infatti, 40 anni fa, nasceva il più grande difensore che abbia mai indossato la maglia biancoceleste, un vero idolo dei tifosi, che sarà per sempre osannato e ricordato da tutto il popolo laziale. Stiamo parlando di Alessandro Nesta, mitico numero 13 degli anni più belli della storia laziale, quando la prima squadra della capitale faceva tremare il mondo intero. E pensare che ora ad indossare quel numero è un certo Milan Bisevac, che Dio lo perdoni!
Alessandro nasce a Roma nel quartiere di Cinecittà il 19 marzo del 1976. Comincia a tirare i primi calci ad un pallone proprio nella squadra del suo quartiere e già si intravedono le sue grandi capacità. Tanto che Giorgio Rocca, osservatore della Roma, nota ben presto le sue capacità e lo vuole a tutti i costi nelle giovanili dei giallorossi. Il padre di Nesta, però, si oppone: suo figlio alla Roma? Impossibile in famiglia sono tutti laziali e Alessandro dovrà giocare solo nella Lazio! Lo stesso Alessandro è favorevole, lui vuole solo i biancocelesti!
Detto fatto, il ragazzo nel 1985 entra quindi a far parte delle giovanili della Lazio grazie a Volfango Patarca. Con i biancocelesti disputa tutta la trafila nelle giovanili, giocando in diversi ruoli, in attacco e a centrocampo, fino a che non trova la sua vera e propria collocazione al centro della difesa. Nel 1993 viene poi inserito nella prima squadra da Zdenek Zeman, che rimase colpito dalla sua classe e dalle sue capacità, nel frattempo però gioca anche con la Primavera allenata da Mimmo Caso, con la quale vince il campionato.
Nesta fa, poi, finalmente il suo in Serie A il 13 marzo 1994 in occasione della gara tra Udinese e Lazio valida per la 27° giornata della Serie A e conclusasi per 2-2. A farlo debuttare nel massimo campionato italiano fu l’allenatore Dino Zoff che lo fece scendere in campo al 78′ minuto della partita al posto di Pierluigi Casiraghi. Inizia così la storia calcistica di una leggenda del calcio europeo e mondiale. Per la cronaca in quella partita segnarono per la Lazio Winter e Signori, che rimontarono per due volte i goal dell’Udinese realizzati da Borgonovo e Pizzi. È però nella stagione 1994/95 che Nesta dimostra tutto il suo valore, mettendosi in luce per la sua classe e la sua intelligenza, tanto che colleziona ben 11 presenze in campionato. A proposito di quegli anni Nesta raccontò, qualche tempo fa, un episodio che poteva stroncargli la carriera, a causa di un brutto fallo in allenamento su Paul Gascoigne:
All’epoca avevo 14 anni, ero alle prime sessioni di allenamento con la prima squadra. Lui era stato l’acquisto più costoso nella storia della Lazio e quel giorno stavamo lavorando a campo ridotto. Mi fece un paio di brutti falli ma io, essendo un giovane, non dissi una parola e continuai a giocare. Ad un certo punto ho provato a fermarlo con un tackle un po’ troppo duro e gli causai la frattura di tibia e perone. Nessuno mi disse niente e Paul, una volta tornato dall’intervento alla gamba mi tranquillizzò dicendo che non era colpa mia e mi diede cinque paia di scarpe e un kit da pesca. Non ho idea del perché del gesto, ma era proprio da lui”.
Nella stagione successiva entra in pianta stabile nella formazione titolare della Lazio e le sue presenze sono addirittura ventitré. Diventa quindi un titolare inamovibile nella squadra biancoceleste, tanto che si guadagna anche la chiamata in Nazionale, da parte di Arrigo Sacchi, per gli Europei del 1996 in Inghilterra. Alessandro viene considerato uno dei più forti difensori italiani e lui non smette mai di stupire, giocando sempre alla grande. Inoltre, anche la Lazio, comincia a dimostrare tutto i suo valore, grazie a Sergio Cragnotti che imbastisce una squadra capace di far sognare tutti i tifosi laziali. Nel 1998 arriva, quindi, la prima gioia con la maglia della Lazio, quando Nesta vinse insieme ai suoi compagni la Coppa Italia contro il Milan. A segnare il goal decisivo nella finale di ritorno, del 29 aprile, fu proprio Nesta che regala così una gioia immensa a tutti tifosi laziali. Il 6 maggio dello stesso anno, arriva, però, anche una grande delusione. La Lazio, infatti, perde, a Parigi, la finale di Coppa UEFA contro l’Inter di Ronaldo e sfuma quindi la prima gioa europea di Nesta. A placare lo sconforto arriva, tuttavia, la convocazione per i Mondiali di Francia, ma la sfortuna è dietro l’angolo. Nesta gioca solo le prime due gare dei mondiali, ma poi contro l’Austria, un brutto contrasto con Toni Polster, gli procura un bruttissimo infortunio al ginocchio che lo mette fuorigioco per sette mesi.
Nel dicembre del 1998 Alessandro torna finalmente in campo, dopo una lunga fase di rieducazione. Le sue condizioni fisiche non sono perfette, ma con le sue prestazioni, riesce comunque a guidare la Lazio, da neo capitano, alla rincorsa Scudetto che però sfuma in maniera incredibile all’ultima giornata e viene vinto dal Milan. Il 7 marzo 1999 arriva il suo primo gol in campionato con la maglia biancoceleste, messo a segno contro la Salernitana. Non ci sono però solo delusioni in quella stagione, ma anche grosse soddisfazioni. Nesta, infatti, vince con la Lazio il primo trofeo internazionale dei biancocelesti e della sua carriera, la Coppa delle Coppe 1998/99. La squadra di Eriksson sconfigge al Villa Park di Birmingham il Maiorca e Alessandro alza al cielo l’ultima coppa del torneo da capitano.
La stagione successiva è un trionfo per il difensore e la sua squadra. La Lazio vince subito la Supercoppa Europea, conquistata contro gli invincibili del Manchester United, a Montecarlo e poi arriva la soddisfazione più grande per Nesta e per i tifosi biancocelesti. La Lazio, infatti, conquista il suo secondo Scudetto ai danni della Juventus e chiude la sua splendida annata con il double, poiché conquista anche la Coppa Italia contro l’Inter . Nel 2000 vince anche la seconda Supercoppa Italiana da capitano, ma la stagione non si concluderà nei migliori dei modi per lui e per la Lazio. Le stagioni successive, difatti, vedono la Lazio arrivare solo terza e sesta in campionato, mentre iniziano anche i problemi a livello economico per la società che deve fare i conti con una profonda crisi finanziaria. Cragnotti è costretto a vendere tutti i pezzi pregiati della squadra e nell’estate del 2002 anche Nesta, che lascia la capitale, dopo 9 stagioni e 193 presenze in campionato.
Il difensore viene ceduto al Milan per una cifra intorno ai 31 milioni di euro, il tutto per risanare le casse societarie dei biancocelesti, nella speranza di salvare la Lazio dal fallimento. A Milano andrà a formare una delle migliori difese esistenti insieme a campioni come Paolo Maldini, Alessandro Costacurta, Cafu e Jaap Stam, anche quest’ultimo venduto da Cragnotti per motivi economici.
A proposito della cessione di Nesta al Milan, riportiamo le parole del calciatore che nel 2012 in un’intervista a Sky Sport ha dichiarato quanto segue:
Potevo andare in tante squadre, avevo solo l’imbarazzo della scelta, ma io non volevo andarmene dalla Lazio: perché stavo bene, perché ero il capitano, guadagnavo bene e quella era la mia città e la squadra per la quale avevo sempre tifato. Per me quello era il calcio, il mio calcio era la Lazio. Sono venute tante squadre, ho sempre detto di no, poi il giorno dell’ultimo allenamento prima della chiusura del mercato eravamo in campo a fare il torello a Formello e c’era il figlio del presidente (Massimo Cragnotti, ndr) che ogni tanto chiamava uno di noi perché la Lazio doveva assolutamente vendere. Ad un certo punto, mi ha chiamato e mi ha passato il telefono dicendo che dovevo andare via, che dovevo accettare per forza perché il mercato stava chiudendo e la società aveva bisogno di incassare. Non ho potuto fare nulla, mi hanno mandato via subito, neanche il tempo di prendere le mie cose perché dovevo prendere l’aereo per Milano. Quando sono arrivato a San Siro, dove c’era un derby amichevole, avevo una gran confusione in testa, non capivo nulla di quello che stava succedendo. Ad un certo punto mi giro e vedo anche Crespo, con il quale stavo facendo il torello poche ore prima a Formello e gli chiedo: ‘E tu che ci fai qui?’ lui mi guarda e risponde: ‘Mi hanno ceduto all’Inter’. Sono rimasto di sasso, non ne sapevo nulla e l’unica cosa che gli ho chiesto è stata: ‘Ma è rimasto qualcuno lì a Formello?’ lui si è messo a ridere, ma anche il suo era un sorriso forzato”.
Parole che sottolineano il grande legame di Alessandro con la sua squadra del cuore, la Lazio. Lui se avesse potuto non se ne sarebbe mai andato via da Roma, ma il destino ha voluto che la sua storia in biancoceleste finisse nel peggiore dei modi.
Al Milan Alessandro vince tutto quello che era possibile vincere, arricchendo il suo palmarès con una Champions League, una Coppa Intercontinentale, un’altra Supercoppa Europea, altri due Scudetti, altre due Coppe Italia e un’altra Supercoppa Italiana. Chiude la sua carriera in rossonero dopo 10 stagioni e 224 presenze nel 2011 per andare a giocare in MLS con il Montréal Impact. In Canda resta per un’anno, poi decide, a causa dei soliti problemi fisici di ritirarsi dal calcio giocato. Gioca ancora 3 partite, nel 2014, con la squadra indiana dei Dehli Dynamos, per poi diventare allenatore, nel 2015, dei Miami FC, squadra della NASL. Attualmente è ancora allenatore della squadra della Florida e vive a Miami con la sua famiglia.
In Nazionale, oltre ai già citati Europei del 1996 e ai Mondiali del 1998, ha disputato gli Europei del 2000 e del 2004 e i Campionati del Mondo del 2002 e del 2006. Si è laureato, quindi, campione del mondo nel 2006 a Berlino, pur giocando solo le tre partite iniziali della competizione a causa di un infortunio. La sua esperienza con l’Italia si è chiusa l’11 ottobre del 2006, quando ha giocato l’ultima partita in maglia azzurra contro la Georgia, finita 1-3 per la nostra nazionale e valida per le qualificazioni agli Europei del 2008. In totale ha collezionato 78 presenze e per quasi un decennio ha formato con Fabio Cannavaro una delle linee di difesa centrali più forti del mondo. La sfortuna ha però perseguitato Alessandro in maglia azzurra, infatti, i suoi infortuni peggiori sono arrivati quando ha giocato con l’Italia.
Alessandro Nesta è stato uno dei più forti difensori italiani e ha costituito uno dei maggiori vanti del vivaio biancoceleste. Era dotato di un impressionante recupero, di un anticipo micidiale e di uno spiccato senso del campo. Il suo colpo di testa era notevole, pur non essendo la sua dote migliore. Era inoltre acrobatico e veloce e ha costituito un punto fermo dei recenti reparti difensivi biancocelesti. Riflessivo e poco espansivo è stato profondamente legato ai colori biancocelesti, lasciando un vero e proprio vuoto nel cuore dei tifosi laziali.
Si conclude, così, il nostro racconto di una delle leggende della Lazio, ma anche del calcio mondiale. Un giocatore che ha saputo farsi apprezzare ovunque per il proprio talento, la propria intelligenza calcistica e la propria classe. Osannato dai supporters biancocelesti ancora oggi per aver regalato alla compagine capitolina grandi successi e grandi emozioni.
Grazie Alessandro e tanti auguri!
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