Il futuro di Cristian Ledesma si sa, ormai sarà lontano da Roma e dalla Lazio, non si sa ancora dove il capitano di mille battaglie giocherà nella prossima stagione, probabilmente negli Stati Uniti, ma certamente non lo vedremo più calcare con i suoi magici piedi il prato dell’Olimpico. Un pezzo si storia laziale che, purtroppo, se ne va, dopo nove stagioni con l’aquila sul petto, 14 goal e 318 presenze. Settimo per record di presenze con la maglia biancoceleste e primo straniero con più gettoni in maglia laziale. Straniero tra virgolette, visto che ha indossato anche la maglia azzurra della nazionale.
Arrivato in punta di piedi alla Lazio, dal Lecce, nel lontano 2006, ha dimostrato subito di che pasta era fatto: ottimi piedi, tanta grinta e grande personalità sia dentro che furori dal campo. Esordisce in Coppa Italia, il 20 agosto, contro il Rende e in campionato, il 10 settembre, a San Siro contro il Milan. La sua Lazio a fine anno, sotto l’attenta guida di Delio Rossi, conquistò il terzo posto in campionato e l’accesso ai preliminari di Champions League, proprio come nella stagione appena conclusa. In questi nove anni di amore per i colori biancocelesti ha portato tante volte con grande onore e grande rispetto la fascia di capitano e con i suoi lanci illuminanti per i compagni e le sue geometrie quasi perfette ha fatto luccicare gli occhi di tutti i tifosi laziali.
Tutti ricorderanno ancora il suo primo gol in biancoceleste, era il 10 dicembre 2006 in un derby tutto da ricordare: Ledesma apre le marcature con un sinistro dai venticinque metri che si infila sotto il sette della porta difesa da Doni, fantastica la sua corsa sfrenata e la sua gioia immensa che quella sera culminò con la netta vittoria biancocleste per 3-0 e con il tuffo del mister Delio Rossi nel Fontanone del Gianicolo. Un goal che ci ha fatto innamorare al primo istante di un giocatore eccezionale. Laziale come pochi, orgoglioso e mai fuori dagli schemi, riservato ma anche carismatico, buono e generoso, un Laziale Vero! Un uomo vero, arrivato dalla lontana Patagonia e per questo soprannominato Patagonia Express da Guido De Angelis, ma che ha saputo sputare sangue e sudare con la maglia biancoceleste addosso.
Ma non solo rose e fiori tra Ledesma e la Lazio, visto che la sua esperienza in maglia biancocelsete ha rischiato seriamente di finire dopo tre anni, poiché nell’estate 2009 venne messo fuori rosa per problemi contrattuali. Fu messo ai margini del gruppo, insieme a Pandev, e non vide mai il campo di gioco. Ledesma ricorse anche ad un ricorso, giudicato inammissibile dal collegio arbitrale, per chiedere la rescissione del contratto. I rapporti con Lotito degenerarono, mentre la Lazio di Ballardini sprofondava in classifica. Ma quando Edy Reja arrivò sulla panchina biancoceleste, volle fare da paciere e pretese il reintegro in rosa del numero 24 per raggiungere l’obbiettivo salvezza, una salvezza che pareva un miraggio. E in quel momento difficile Cristian riaccese, con le sue giocate, la luce e rispondendo presente alla chiamata di Reja condusse fuori dall’inferno della retrocessione i suoi compagni di squadra. La storia si ripete cinque anni dopo, in una partita molto recente, che noi tutti abbiamo ancora negli occhi. Napoli-Lazio, ultima e decisiva partita della stagione. La Lazio è in seria difficoltà, 2-2 al risultato e un uomo in meno, allora mister Pioli si affida a lui, a Cristian Ledesma. Il suo ingresso in campo dona nuova linfa al centrocampo della Lazio che, dopo il rigore calciato alle stelle da Higuain, riprende in mano la partita. Cristian decide di farci un ultimo regalo e prende per mano, ancora una volta, la Lazio: causa l’espulsione di Ghoulam, dà il via al contropiede che porta al gol di Onazi e infine su calcio piazzato serve, su un piatto d’argento, l’assist perfetto per la rete del 2-4, firmata Klose. Un ultimo regalo, indimenticabile, come tutta la sua carriera alla Lazio. E’ proprio vero che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare.
Il suo palmarès in biancoceleste recita 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana. Nel 2009 arriva la prima gioa in Coppa Italia, segnando il primo rigore della serie infinita contro la Sampdoria, seguita al cardiopalma da tutti i tifosi laziali. Una gioia indescrivibile, dopo il rigore di Dabo, superata solo da una vittoria storica, quella del 26 maggio 2013 contro la Roma, col gol di Lulic. Ledesma che in quel derby partiva da capitano, per poi uscire nel secondo tempo per infortunio. Ma alla fine la vittoria arrivò e nessuno scorderà mai le sue lacrime a fine partita, le lacrime di gioa di un vero laziale.
Ledesma non solo calciatore straordinario ma, anche, grande uomo con un grande cuore. Sempre in prima linea, come un orgoglioso guerriero, per difendere i colori biancocelesti. Il Popolo Laziale con due striscioni apparsi all’Olimpico e a Formello l’ha già salutato, ringraziandolo per tutto: “Ciao Cristian, capitano leale” e “Ledesma laziale vero”. Mai una parola fuori luogo, sempre un vero signore, che non parla mai a sproposito e quando lo fa dice sempre cose importanti. Come in occasione della sconfitta in finale di Coppa Italia, contro la Juventus, quando Ledesma consolò, con queste parole, il giovane Cataldi: “Danilo, avrai tantissime altre occasioni: non solo sei il futuro ma sei già il presente della mia Lazio. Sono orgoglioso di te e lo sai, ti ho sempre sostenuto e coccolato; la Lazio è in ottime mani… in ottimi piedi… i tuoi. Ti auguro di essere capitano al più presto, a lungo e senza intoppi. Tu tanto già lo sai, per te io ci sarò sempre”. Parole che fanno venire i brividi e testimoniano il grande amore dell’argentino per la Lazio, che, con una vera e propria, investitura ufficiale proclama, come suo erede, il giovane Cataldi.
Ledesma, che, oggi, insieme alla moglie Marta, è in prima linea per aiutare la piccola Giorgia nella battaglia contro una rarissima malattia, un’anomalia cellulare che blocca la motilità intestinale. Cristian e la moglie hanno raccolto fondi, richiamato l’attenzione di calciatori e gente comune per aiutare la dolcissima Giorgia. un gesto di grande generosità fatto con il cuore, da una persona eccezionale.
Caro Cristian, io ti ringrazio, a nome di tutto il popolo laziale, per tutte le emozioni che ci hai trasmesso e per tutto quello che hai fatto per la nostra Lazio, perché tu Laziale vero, hai sempre difeso la causa biancoceleste, cucendoti addosso come una seconda pelle quella maglia che noi laziali amiamo più di ogni altra cosa e hai incarnato la Lazialità come nessuno mai in questi ultimi anni. La Lazialità appunto, un sentimento per pochi eletti, che se c’è l’hai dentro di te, però, non puoi e non vuoi nasconderlo. Grazie Cristian e in becco all’aquila per tutto!
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