Nessuno può e deve toglierci la gioia di una vittoria unica, irripetibile, straordinaria, ma da quel 26 maggio sono passati tre mesi ed è tempo di guardare avanti.
Quella vittoria deve farci godere per la vita, ma non deve renderci ciechi e farci accettare tutto. La sconfitta contro la Juventus in Supercoppa non è ammissibile e deve farci arrabbiare. In primo luogo perché frutto di una superiorità tecnica evidente, poi perché tatticamente non siamo stati capaci di produrre nulla ed infine perché conseguenza di un appannamento mentale della squadra ed anche di noi tifosi. Si, perché tutti ci siamo approcciati alla partita sazi della vittoria del 26 maggio e presuntuosamente convinti di essere una grande squadra.
La vittoria con la Roma è stata densa di significato emozionale e storico, ma insignificante dal punto di vista tecnico perché non abbiamo battuto il Bayern di Monaco o il Barcellona, ma la Roma, una squadra modesta, disorientata e impaurita. Non dobbiamo dimenticare che siamo arrivati alla gara dopo un girone di ritorno a dir poco imbarazzante, nel quale abbiamo fatto appena i punti sufficienti per una salvezza nemmeno tanto comoda. Soprattutto non dobbiamo dimenticare che questa squadra ha smesso di giocare bene da tanto tempo. Ha smarrito la velocità, ha smarrito il pressing alto, ha smarrito la personalità. La sua proposta di gioco è sempre la stessa, sfruttando la corsa di Lulic e Candreva e lasciando Klose al suo destino di eremita.
Siamo stati strapazzati dalla Fiorentina, dal Milan, dal Catania, dal Siena, dalla Juventus ed è su questi aspetti che adesso dobbiamo concentrarci per migliorare, per onorare la nostra storia e costruire un futuro affascinante. Perché, cara gente laziale, il mondo continua ad andare avanti, anche dopo il 26 maggio e nessuno ci aspetta.
Sandro Di Loreto
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