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Akpa Akpro ai microfoni di Sky: ” Ho realizzato il sogno che avevo da bambino”
Non potevano mancare le parole del vero protagonista della serata di Champions League Akpa Akpro. Un gol che ha messo sulla torta la ciliegina di una Lazio perfetta contro il Borussia ma soprattutto che ha sbocciare un amore incondizionato dei tifosi all’ex Salernitana come successe con Adekanye.
Il giocatore è intervenuto ai microfoni di Sky parlando della sua partita e della sua parte nella S.S Lazio:
Inzaghi, ultimo giocatore a segnare all’esordio di Champions League
“So che mister Inzaghi era stato l’ultimo a segnare in Champions all’esordio, nella vita è tutto scritto. Inzaghi ha fatto gol e lui è il mio allenatore, è lui che mi ha fatto giocare, se devo leggerci qualcosa ci leggo un buon auspicio per la Champions League. Abbiamo fatto una partita brutta contro la Samp e ci siamo detti che dovevamo cambiare, abbiamo fatto una grande partita mercoledì, ora abbiamo un’altra gara importante dobbiamo sempre giocare così, correre e giocare ognuno per l’altro. Per fare una grande stagione dobbiamo fare queste partite”.
La firma con la Lazio e l’incredulità al giocare da Subito
“Quando ho firmato il contratto con la Lazio non pensavo che avrei giocato subito, per questo ringrazio il mister, quando lui mi chiama devo dimostrare il mio valore e dare sempre il massimo in ogni partita. Voglio dare sempre il mio massimo e spero di fare una grande stagione, voglio solo questo. Questo è un buon gruppo, scherziamo sempre e questo mi piace. Contro il Dortmud abbiamo visto che grande partita abbiamo fatto e anche questo è merito del gruppo”.
Il gol contro il Borussia
“Non ero sicuro che il pallone fosse entrato in rete, poi con il Var non si può mai sapere. Ciro ha fatto un grande assist e secondo me la palla di Immobile era più difficile che fare gol. Alla fine della gara ho visto i miei bambini ed ero contento perché non li vedevo da tre settimane e volevo festeggiare con loro. Quando sono entrato nello spogliatoio non ho preso il telefono, ho preferito stare con i miei compagni, quindi l’intervista uscita su di me non è assolutamente vera. Ora non c’è troppo tempo per pensare alla gara contro il Dortmund perché abbiamo una partita importante sabato”.
La Famiglia
“Ho tre fratelli piccoli e due grandi, i primi due sono calciatori Jean-Louis ha giocato a Tolosa e poi in Belgio, doveva giocare anche in Nazionale con la Primavera ma poi purtroppo si è infortunato. Ha avuto la stessa mia situazione. Ci chiamiamo tutti Jean, questo ha deciso mio padre (ride, ndr). Ho due cugini che giocano anche loro a calcio. Ho iniziato a seguire il calcio con i miei fratelli, prima ballavo hip-hop. I miei due fratelli sono andati al Tolosa e un giorno io ero con mia madre e un allenatore è venuto e mi ha detto che dovevo iscrivermi e così ho iniziato a giocare. Dai 5 ai 24 anni ho giocato lì e sono stato il capitano, prima di essere capitano ho fatto il Mondiale con la Costa D’Avorio, dovevo andare due volte con la Francia negli Under ma ero entrambe le volte infortunato. Sei mesi dopo l’allenatore mi ha chiamato e mi ha chiesto se volevo giocare il Mondiale e ho detto di sì”.
Drogba
“Drogba mi ha detto che non mollo mai in campo, siamo amici. Prima della partita ho scritto a Didier e gli ho detto che avrei realizzato il mio sogno, quello di giocare in Champions, e dopo lui mi ha detto che questo è solo l’inizio”.
L’infortunio ed il periodo buio
“Ho avuto la pubalgia, per sei mesi non ho giocato e il Tolosa era in zona retrocessione, ci siamo salvati all’ultima giornata, dopo mi sono operato e sono stato un anno senza giocare. Volevo cambiare paese, il mio sogno era venire in Italia e sono venuto qui. Quando ero piccolo ho visto tante partite di Zidane alla Juventus e mi piaceva moltissimo la Juve così come il Milan e la Lazio”.
La Salernitana
“I primi mesi a Salerno sono stati difficili perché non ero in condizione, ho fatto poi il primo anno e poi lo scorso in cui è andato tutto molto bene. Anche il presidente Lotito ha creduto in me, mi diceva che giocavo bene ma non sapevo che mi avrebbe preso alla Lazio”.
La vita fuori dal campo
“Quando non gioco sto con la mia famiglia, i miei figli, mi piace vedere i match di combattimento e poi vedo sempre le partite di calcio. In Francia non è come in Italia il derby, qui ce ne sono molti e mi piace moltissimo”.
fonte Lalaziosiamonoi
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