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Alfaro dal calcio europeo a quello indiano:”Con Lotito avevo opinioni diverse”
Emiliano Alfaro, giocatore arrivato in punta di piedi alla Lazio ed uscito dalla scena senza far rumore lasciando pochi ricordi di se con la casacca biancoceleste. Il giocatore attualmente milita nel campionato indiano vivendo dentro un albergo. L’ex biancoceleste ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del sito di Gianluca di Marzio
“È stata una bella esperienza, lì il calcio è considerato! E’ il secondo sport nazionale dopo il Muay Thai. Tra qualche anno migliorerà ancora. In India, invece, stanno scommettendo sul calcio, vogliono rendere questa lega ancora più competitiva. Quando l’allenatore mi ha chiamato ho accettato subito. Gli stadi sono sempre pieni: si gioca tre mesi l’anno, ma l’entusiasmo della gente è contagioso. La mia giornata tipo? Faccio colazione, poi palestra, allenamento e partite alle 7 di pomeriggio. Vivo in albergo, si viaggia molto. Si sta bene, sono tutti tranquilli, anche se c’è tanto caos”.
Ricordi biancocelesti
“Arrivai a gennaio 2012 dal Liverpool di Montevideo, inizialmente volevano mandarmi in prestito ma Reja mi chiese di restare. Giocai poco, circa 200 minuti, solamente una volta da titolare. Non ho avuto molte opportunità per esprimermi.Per questo ho chiesto spesso di andare in prestito, ma la società non è mai riuscita a trovare l’accordo con altri club . Nonostante tutto è stata un’ottima esperienza. Reja? Mi sarebbe piaciuto giocare di più, è chiaro. Ma mi ha lanciato lui e non lo dimentico”.
Rapporto con la dirigenza:“Io volevo andare in prestito, loro facevano gli interessi della società. Col presidente avevamo opinioni differenti, ma è normale. Fa parte del gioco. Legai molto con tutti i sudamericani, specie col Tata Gonzalez, uruguaiano come me. Mi manca un po’ a dire il vero, come Ledesma, Biglia, Scaloni. Anche Javier Garrido”.
Il miglior giocatore con la Lazio:
“Klose è stato un esempio, un grande professionista. Molto umile, si allenava sempre con intensità”.
Parole per il presente in terra indiana:“Ci stiamo giocando il campionato, non penso al futuro. Certo, far bene significherebbe avere un bel trampolino di lancio per l’avvenire”.
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