Come annunciato dalla Federsupporter (Associazione che riunisce soggetti interessati alla vita sportiva in qualità di piccoli azionisti o di sostenitori di società e associazioni sportive) e ribadito nella giornata odierna dal presidente Alfredo Parisi – attraverso il sito sslaziofans.it – domani verranno inviate le lettere raccomandate indirizzate a Federcalcio, Coni e Consiglio di Gestione della Lazio, con le quali Federsupporter chiederà i motivi per cui, a distanza di quasi 50 giorni dalla sentenza di condanna da parte della Cassazione, Lotito ancora ricopra la carica di presidente della Lazio e di membro del Consiglio Federale in palese violazione dell’articolo 22 bis (Disposizioni per l’onorabilità) delle NOIF. Secondo tale disposizione “non possono assumere la carica di dirigente di società o di associazione” e, “se già in carica decadono”, coloro i quali vengano condannati con sentenza passata in giudicato per i delitti, tra gli altri di cui al “Testo Unico delle disposizioni in materia di Intermediazione finanziaria (D.L.vo 24 febbraio 1998, n.58). Per fare chiarezza su questa vicenda che riguarderebbe da vicino il patron biancoceleste Claudio Lotito in qualità di azionista di maggioranza del club, Radiosei ha contattato proprio il presidente della Federspupporter Alfredo Parisi che ha precisato:“In sostanza, secondo l’articolo 22 bis, non si può ricoprire una carica di dirigente di una società o associazione qualora ci sia stata una condanna per una serie di reati tra cui c’è anche il 173 del T.U.F. che riguarda il presidente Lotito. Immagino che il soggetto lo abbia già comunicato alla Federcalcio ma per essere sicuri con l’avvocato Rossetti faremo una comunicazione di notifica della avvenuta emissione di questa sentenza affinché si rispetti questo regolamento”.
Cosa cambierebbe nel caso si applicasse la sentenza? “Lotito non potrebbe più ricoprire la carica di presidente. Probabilmente si dovrà nominare un altro presidente di consiglio di gestione e inoltre – a seguito di questa condanna – Lotito perderà probabilmente anche, per ragioni giuridiche ed etico-morali, la carica di Consigliere Federale. Rimarrebbe socio di riferimento con circa il 68% delle azioni. Lasciamo quindi perdere la possibilità che ci possano essere persone interessate all’acquisto della Lazio. Purtroppo si tratta di una situazione consolidata, proprio perché parliamo di un soggetto che detiene il 68% del pacchetto azionario che vuole lasciare al figlio, per cui non c’è la situazione adatta a questo tipo di possibilità. Ormai è così, la tifoseria della Lazio ha avuto diverse occasioni per cambiare questo stato di cose ma non è stato possibile quindi, a meno che non intervengano altri fattori scatenanti, la situazione è questa. La Lazio è destinata a vivere così, in questa mediocritas che può essere più o meno aurea, e che da ex rappresentante degli Eagles Supporter mi fa male”.
Una volta decaduto c’è la possibilità di cambiare il Consiglio di Gestione della Lazio che è di tipo dualistico, per non renderla così blindata? “Si dovrebbe riunire il Consiglio di Sorveglianza ed eleggere i nuovi rappresentanti del Consiglio di Gestione, che rimarrebbero solo due, l’attuale presidente e un altro soggetto. Certo sarà sempre una persona di fiducia dell’azionista di maggioranza. Quindi gli scenari dal punto di vista azionario cambierebbero relativamente. Non ci sarà in quel caso la presenza in prima persona del soggetto. A tutte queste fantomatiche offerte che si sentono in giro non ci credo. Queste sono cose serie che non si fanno in un modo avventuroso. Quello che vogliamo far capire noi è che le regole vanno rispettate. Molte volte nelle istituzioni sportive si danno le regole e poi per altre ragioni di convenienza si cambiano in corsa. In tutta serenità penso che il personaggio abbia già comunicato il fatto alla Federcalcio, ma nella malaugurata ipotesi noi della Federsupporter faremo questa notifica. La lettera la stiamo mandando in questi giorni proprio per evitare di farlo coincidere con il derby e poi perché volevamo lasciare il tempo materiale a chi avrebbe dovuto fare le comunicazioni necessarie. Cambierà ben poco anche per quanto riguarda gli aspetti gestionali. Mi auguro che la persona che sostituirà l’attuale gestore sia una persona con cui si possa parlare, tutto qua”.
Per il reato di aggiotaggio manipolativo e del patto parasociale, il reato è finito in prescrizione. Ma per la mancata alienazione delle quote? “Il fatto che sia caduto in prescrizione vuol dire che la pena non è applicabile non che il reato non sia stato commesso. Coloro che avevano azioni al 30 giugno 2005 hanno diritto ad essere risarciti perché nel frattempo, come ha detto la Cassazione, era stato fatto in modo che non si rendesse noto al mercato il reale valore delle azioni. Mi sembra che la Cassazione abbia sancito vincoli che non possono avere interpretazione diversa. Pertanto se gli azionisti volessero portare avanti questa causa avrebbero tutto il diritto di farlo. Ora la visibilità del presidente potrebbe venir meno e considerando il personaggio potrebbe essere un piccola défaillance per lui, ma seguirà comunque a fare quello che ha fatto fino adesso”.
La Lazio, o una società quotata in Borsa in Italia, potrà mai essere gestita come Barcellona o Real Madrid? “Il modello spagnolo, anche per problemi regolamentari, è troppo diverso da quello italiano. Il modello ideale è quello del Bayern Monaco che ha 230 mila tifosi che partecipano ad una società che controlla di fatto il Bayern. È un modello che ha suscitato interesse, ma che poi va attuato. Una società di calcio, come qualunque società, ha tre momenti distinti. Azionariato, controllo e gestione. Se queste tre funzioni si tengono separate, allora si che i tifosi potranno intervenire nell’Azionariato e nel Controllo, ma mai nella Gestione. La possibilità di controllo della gestione rappresenta il vero momento di forza. Questo ovviamente è difficile farlo capire ai tifosi. Cosa farei se potessi prendere la Lazio? Mi affiderei ad una banca di affari e al 33% che sta sul mercato farei un’offerta di acquisto delle azioni. Oggi il valore nominale delle azioni è 0,60, il valore di mercato è intorno allo 0,40/0,50, io offrirei 1 euro e 50 per ogni azione. Se tutti accettassero questa offerta avremmo in quel caso un soggetto nuovo (che non si paleserebbe perché dietro ci sarà una società che difenderà i diritti di riservatezza) che avrà il 33% di queste azioni e che potrà sedersi al tavolo per trattare il restante pacchetto di azioni. Se questo non avviene è perché non ci sono acquirenti”.
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