Diaconale e la Lazio ad Auschwitz, ecco le parole di Diaconale ai microfoni laziali
Una delegazione biancoceleste ed Arturo Diaconale sono ad Aushwitz in una visita organizzata. Il responsabile alla comunicazione è intervenuto ai microfoni laziali rilasciando delle dichiarazioni in merito ai pregiudizi e l’etichetta di razzisti verso la Lazio.
“Siamo partiti questa mattina alle 7:00, ci siamo recati a Cracovia e siamo venuti subito a visitare il campo di Birkenau, che è contiguo a quello di Auschwitz dove andremo nel pomeriggio.
Con me c’è Angelo Peruzzi e tre ragazzi delle Giovanili biancocelesti e della Primavera. È stata una prima parte di visita estremamente significativa. Questo è un impegno preso dal presidente Lotito lo scorso anno. Noi lo abbiamo rispettato e vogliamo farlo fino in fondo perché nella storia della Lazio ci sono valori quali la lealtà, la sportività, ma anche valori umani importanti e fondamentali. La Lazio è nata nel 1900 sulla base dei valori olimpici, infatti la sua divisa è biancoceleste, colori della Grecia, nazione in cui si sono disputate le prime Olimpiadi dell’era moderna, rifacimento di quelle antiche.
In onore di questi colori siamo venuti qui ed anche per rispondere alle polemiche ed alle dichiarazioni del presidente di un club tedesco che ha definito i sostenitori della Lazio una tifoseria di estrema destra e neo-nazista. Ognuno è libero di nutrire le idee che vuole e rispettiamo i pensieri di tutti ma identificare la tifoseria della Lazio solo con una piccola parte è un modo di ghettizzarla e criminalizzarla in modo ingiusto, sbagliato ed inaccettabile e noi siamo venuti a rendere omaggio anche per questo. Una risposta attraverso i fatti contro il pregiudizio che ogni tanto rispunta e basta poco per far riaffiorare. Mi riferisco a quegli antichi pensieri che scattano in un attimo nei confronti della Lazio, della squadra e della tifoseria. Noi dobbiamo combattere questi pregiudizi, che vengono alimentati per danneggiare la squadra. Questo non è giusto. Noi facciamo di tutto per fronteggiare tutto questo, sempre nel rispetto e nel ricordo di vicende così incredibili. Visitare campi così grandi e capire come lo sterminio sia stato organizzato in modo così scientifico desta inquietudine: la mente umana può raggiungere dei livelli di aberrazione ed organizzazione impensabili. Occorre restare sempre vigili sulle idee e sui valori.
Siamo qui con il Comune di Roma. La delegazione della Lazio ha aderito all’invito della sindaca Raggi. Siamo qui con i componenti del gruppo organizzato dal comune capitolino. Siamo un centinaio di persone con delegazioni delle singole scuole.
È un momento particolare perché oltre alle guide e ad uno storico ebreo italiano, ci sono due superstiti che erano qui quando erano bambini e che tappa dopo tappa ci raccontano cosa avveniva in questi luoghi. Raccontano la loro esperienza diretta, quando sono stati spogliati, timbrati, tatuati e catalogati, trasformati così in numeri. È un’esperienza toccante, che io sto condividendo con Angelo Peruzzi ed i ragazzi: lui è stato accolto con grande simpatia da tutti, così come i calciatori del Settore Giovanile biancoceleste.
Noi oggi partecipiamo a tutte le tappe ma domani loro saranno ad Amburgo mentre noi rientreremo nel primo pomeriggio. Domani mattina, prima di riprendere l’aereo andremo a visitare il ghetto ebraico di Cracovia. La comunità ebraica polacca era molto importante, ha subito la persecuzione in modo pesantissimo. I superstiti sono in parte emigrati in Israele, mentre il resto è ancora qui. Rimanere in questi luoghi non può aiutare a dimenticare, è impossibile.
La presenza della Lazio va sottolineata. Questa visita è un atto dovuto ed una risposta pratica ad un impegno preso dal Presidente ma è anche un modo per combattere un pregiudizio che non ci può più danneggiare.
Ora siamo ancora a Birkenau poi ci sposteremo ad Auschwitz: nel pomeriggio continueremo nel nostro peregrinare tra un punto e l’altro in queste tappe di dolore e sofferenza. Come detto, domani mattina visiteremo il ghetto.
Sono curioso di vedere che tipo di risalto verrà dato a questa iniziativa. L’informazione si smorza sulle notizie positive e si gonfia sui fatti negativi ma mi auguro che su questa vicenda si accenda una luce, un riflettore, perché è necessario e perché è giusto che siamo così.
Ci stanno illustrando come si viveva nelle baracche a Birkenau, subito dopo ci sposteremo al museo di Auschwitz, da qui distante 3-4 chilometri poi da lì continueremo. I ragazzi racconteranno agli altri cosa hanno visto: la testimonianza è importante”.
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