Davide Ballardini potrebbe tornare nuovamente in tribunale a causa di una lite con il portiere del Palermo Sorrentino e che gli è costato l’esonero dalla panchina rosanero circa 20 giorni fa.
Già nel 2012 si era dovuto difendere in un’aula di tribunale dopo il licenziamento voluto da Cellino, all’epoca presidente del Cagliari, stavolta però il litigio non è avvenuto con il presidente di un club ma con il suo portiere e capitano, nel caso specifico Stefano Sorrentino; l’attuale numero 70 dei rosanero sembra non aver preso bene una decisione del suo ex allenatore, il quale spiega ai microfoni di “Repubblica” i motivi che lo hanno spinto a denunciare l’estremo difensore: “Insolito denunciare Sorrentino? No, è insolito che un allenatore venga esonerato da un giocatore. Con me non era stato impeccabile fra i pali e così prima del Verona, il sabato, in ritiro a Coccaglio, a inizio seduta chiamo lui e il vice Colombi e rivelo che ho un dubbio. Lui mi offende dicendo ‘Brutto testa di c***o, te lo tolgo io il dubbio, fai giocare lui’. Poi, tramite il ds Gerolin, Zamparini mi fa sapere che vuole che giochi Sorrentino. Dico: ‘Va bene, ma poi bisogna chiarire’. La domenica, nella riunione tecnica, annuncio modulo e undici. Con Sorrentino”
L’intervista prosegue parlando del passato del tecnico di Ravenna, che spesso ha incontrato presidenti piuttosto presuntuosi e arroganti, tra cui appunto Cellino: “Con Cellino è stata più dura. Mi chiamava anche alle tre di notte per la formazione. A volte con buone intuizioni, tipo Cossu regista. Io a un certo punto spegnevo il telefono e lui chiamava il mio vice. Zamparini in settimana ti fa arrivare sempre il suo ragionamento su modulo e uomini, ma a Palermo se perdi è tutto amplificato. Lotito invece non si intromette mai, ha profondo rispetto. Ma alla Lazio mi ha messo fuori squadra Pandev e Ledesma. Io vittima? Certi presidenti ti sgretolano il cervello. Il nostro calcio non si basa più su competenza e separazione dei ruoli ma sul profitto e sul mercanteggiare. E il mestiere di allenatore è sminuito”
I tifosi laziali non hanno certamente un buon ricordo dell’allenatore, che in poco più di 6 mesi alla guida dei biancocelesti riusci a vincere la Supercoppa Italiana ai danni di quella che sarebbe diventata l‘Inter del “triplete”, ma lasciò la squadra a Febbraio 2010, quando le aquile si trovavano al limite della zona retrocessione e lo stesso Ballardini non aveva mai alzato la voce per reintegrare in rosa due giocatori cardine come Ledesma e Pandev. Gli fu quindi accusata una mancanza di attributi, in quanto si reputava che dovesse alzare da subito la voce con la società. A questo proposito Ballardini risponde così, chiudendo l’intervista: ‘Non mi ribello mai? Ascolto tutti, forse nel tempo è stata una mia debolezza. Dopo un po’ ti abitui. E’ come un farmaco preso a piccole dosi quotidiane. Lo sa che farmaco in greco vuol dire veleno?'”
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