Ai Mondiali del 2006 venne chiamato lo Scudiero, perchè accompagnò Pippo Inzaghi nell’azione che portò al gol del 2-0, è stato giocatore del Torino ed è stato vicino alla Lazio. Simone Barone allena nei settori giovanili del Parma dopo l’esperienza al Modena, e in esclusiva per LazioPress ha voluto dire la sua riguardo il campionato e qualche analogismo con lo spirito di quel torneo vincente.

“Finora rivedo quello spirito e armonia in Juventus, Sassuolo ed Empoli. E’ un’annata strana per Torino e Lazio. Hanno un organico importante, dovrebbero stare più in alto. La Lazio fa bene in Europa ma in campionato toppa sempre nei momenti topici. Il Toro, invece, ha puntato su validi giovani che però hanno bisogno di tempo per crescere, vista anche la pressione di una piazza passionale come quella granata”

E’ una sfida che si deciderà a centrocampo?

“Anche. Torino e Lazio hanno ottimi centrocampi, anche se ha qualcosa in più quello biancoceleste. Merito di Biglia, vero e proprio leader. Non a caso quando a inizio stagione è mancato si è visto”

Sono ancora Pioli e Ventura gli uomini giusti?

“Dipende da come finisce l’anno, sicuramente sono due grandi allenatori. Entrambi sono spesso criticati, ma se Torino e Lazio finiranno bene la stagione credo rimarranno”

La Lazio ormai punterà tutto sull’Europa League?

“Non ancora, secondo me. Ci sono tanti scontri diretti, compreso quello a San Siro contro il Milan. Ovviamente se dovesse perdere le prossime 2-3 giornate, il discorso cambierebbe in modo drastico. In Europa ha avuto un sorteggio favorevole, può passare il turno e rappresentare l’Italia”

La Lazio gioca ormai con lo stadio vuoto, quanto può influire sul rendimento?

“Tanto. Quando venivo a giocare a Roma contro la Lazio c’erano sempre 50 mila persone allo stadio. Avere tanto pubblico è uno stimolo in più a fare bene, vedere lo stadio così vuoto fa male, soprattutto per un club con tanta storia come la Lazio”

Sei mai stato vicino alla Lazio?

“Una volta. Era il 2003, in panchina c’era Mancini. Purtroppo però loro avevano problemi economici e non se ne fece più niente. Sarebbe stato bello giocare in quella squadra piena di campioni”

Qual è stato il vostro segreto nel Mondiale del 2006?

“C’erano sicuramente squadre più forti di noi, ma come gruppo eravamo superiori a tutti. A noi non pesava il ritiro, stavamo bene tra noi. Ovviamente ci mancavano le famiglie ma insieme il tempo volava. Futuro? Ora alleno le Juniores del Parma, un’altra tappa importante di crescita dopo l’esperienze nelle giovanili del Modena. Stiamo ricostruendo un club importante, stiamo mettendo le basi. Un giorno spero assolutamente di allenare i grandi”



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