103 partite e 25 gol con la maglia biancoceleste dal 2008 al 2011, un amore che sembrava destinato a durare in eterno quello scoppiato tra il talento argentino Mauro Zàrate ed i tifosi laziali.
Il marsupio, sì, sì, sì: la Lazio sbarca nella terra dei canguri. Dall’Australia, con furore, arriva la notizia: l’ISCW e il Werribee City FC firmano un accordo esclusivo di affiliazione con il club capitolino.
E’ inutile che vi affannate, è inutile che iniziate conti alla rovescia o che sognate impossibili rivincite il 22 settembre, il 9 febbraio o in un’ipotetica semifinale di Coppa Italia: il derby non esiste più, il derby è morto il 26 maggio del 2013.
Bellissima intervista di Federico Marchetti, il portiere della Lazio, ai microfoni di SkySport. Tante dichiarazioni, dal periodo in cui rimase fermo al Cagliari, all’approdo in biancoceleste:
LO STOP A CAGLIARI “Forse ho sbagliato qualcosa, ma non ero convinto di avere colpe. Ho cominciato ad andare a correre da solo la mattina alle sette, poi tramite amici in comune ho conosciuto un istruttore, Luca. Lo saluto, con lui ho iniziato a lavorare sulla kickboxing che mi ha permesso di tenermi in forma scatenando la rabbia che avevo dentro”.
1. Non c’è traccia del denaro, né delle scommesse. Dopo due anni d’indagini, dell’alterazione del risultato delle partite non si ha prova per quanto concerne:
a. Quali giocatori abbiano partecipato (impossibile cambiare il risultato di una partita con un solo giocatore.)
b. Dove sia finito il denaro scambiato
c. Dove siano le scommesse effettuate.
Lazio sempre più internazionale.Saranno ben 10 i giocatori che, prima della Supercoppa Italiana, come riportato anche dal Corriere dello Sport, saranno impegnati con le rispettive Nazionali;
Trapelano spiragli positivi dalla vicenda del calcioscommesse, indiscrezioni che potrebbero far tirare un sospiro di sollievo alla Lazio ma soprattutto a Stefano Mauri.
Il numero uno biancoceleste ha commentato il calendario appena stilato ai microfoni di SkySport: “La partenza non sarà delle più semplici, ma, come si dice, chi ben inizia è a metà dell’opera. Il problema per tutte le squadre all’inizio della stagione è quello di assestarsi. Certamente, giocando contro queste squadre, sarà più complicato“.
Il mondo biancoceleste non è composto solamente da giocatori e società ma da chiunque sente scorrere nelle vene sangue biancoblu. La Lazio è una fede non un semplice hobby del fine settimana.
Ore 18.45, diretta Sky Sport 1. La Lega di serie A svelerà il calendario per la stagione 2013/2014. 38 giornate di campionato, che inizierà il 24 agosto con i primi anticipi della stagione e si concluderà il 18 maggio prossimo.
Mentre la Corte di giustizia federale è riunita per l’appello di Bari bis, la Disciplinare sta scrivendo la sentenza di primo grado per Lazio-Genoa e Lecce-Lazio che sarà resa pubblica giovedì. L’appello alla Cgf è previsto per il 13 agosto con decisione nella stessa giornata. Il giorno dopo la chiusura del dibattimento sembra sempre più evidente che la certezza dell’illecito sia ormai radicata (vedi anche le testimonianze degli ungheresi e le ammissioni di Ferrario) sicuramente per Lecce-Lazio e con una notevole probabilità anche per Lazio-Genoa. Ma questo non è sempre sufficiente, soprattutto se a carico dei deferiti non si ha la certezza della prova.
Dopo Hernanes, Ederson e Diàs ad aggiungersi sono arrivati a Roma Vinìcius e Felipe Anderson, andando ad innalzare – e non di poco – il livello tecnico della squadra. Una Lazio a ritmo di samba: dai doppi passi del profeta alla spinta del giovane Vinìcius, dalla fantasia – forse mai del tutto vista- di Ederson al talento Felipe Anderson. Un centrocampo sublime, composto da giocatori duttili che sposano alla grande il progetto Petkovic. Oltre ai vari incontristi, anche i brasiliani riescono ad interpretare più ruoli in mezzo al campo: da Hernanes, regista o trequartista, Honorato e Felipe che svariano su tutto il fronte offensivo, Vinìcius esterno alto ma all’occorrenza terzino sinistro, senza dimenticare Diàs al centro della difesa. Quest’ultimo è chiamato a riscattare due annate non positive, complice infortuni che lo hanno tenuto fuori costantemente. Insomma, il centro sportivo di Formello sembra Rio de Janeiro: non ai livelli della prima, quella degli anni ’30, quando erano ben 9 gli oriundi brasiliani a giocare in maglia biancoceleste. Ma subito dopo quella Lazio verdeoro dalle immagini in bianco e nero, arriva proprio la squadra di Vladimir Petkovic, unica dal dopoguerra in poi a disporre di ben cinque giocatori provenienti dal Brasile. Intanto gli “anziani” Dias ed Ederson fanno da interpreti e hanno preso sotto la loro ala protettiva i due giovani nuovi arrivati. In ritiro stanno sempre insieme: «Stavo studiando l’italiano da tempo – spiega Anderson – ma ancora non riesco a esprimermi bene. E così mi sono subito incollato ai miei connazionali per non avere problemi». «È sempre bello – la replica di Ederson – avere giocatori del tuo Paese in squadra. E lo è ancora di più se si rivelano forti. Vinicius e Felipe hanno delle ottime potenzialità e qui potranno continuare il loro processo di crescita». Sta nascendo una BrasiLazio, concentrato di classe e fantasia, ma anche di potenza e personalità. Sempre senza cessioni eccellenti…
Si infiamma e tira fuori il su vero volto, sfornando il solito repertorio di minacce: alla piazza e alla platea. “Se non fate 10.00 abbonamenti e non riempite lo stadio non costruisco una squadra vincente; le regole le dettiamo noi, se vi sta bene è così e se non vi sta bene è uguale; voi sapete solo creare problemi e destabilizzare; vi insegno io come si fa informazione, perché io facevo il giornalista prima di voi”. Scene viste e riviste a Roma in passato, che ora vanno in scena a Salerno, visto che la piazza ha cominciato a ribellarsi ai metodi del dittatore Claudio, scegliendo la dignità piuttosto che piegare la testa in cambio di risultati. Dopo il durissimo comunicato dei tifosi della Curva, questa è stata la reazione di Lotito: http://www.youtube.com/watch?v=61SPfk9qveE
E’ nervoso Lotito, perché Carlo Perrone a Salerno ha svelato il vero volto del patron di Lazio e Salernitana. Se n’è andato senza sbattere la porta, ma con classe ha rifiutato di prestarsi al gioco di Lotito, di fare da parafulmine alle scelte della società che non condivideva, svelando in parte il bluff: http://www.youtube.com/watch?v=Vh_5_IazxiE
E’ nervoso Lotito, perché non riesce a trovare i soldi necessari per realizzare il suo business in quel di Salerno, quei 10 milioni di euro da versare al Comune per mettere le mani sull’area del Campo Volpe, dove sorge il centro sportivo e dove potrebbe costruire una cittadella dello sport con centro commerciale e residenziale. In piccolo, quello che non riesce a fare qui a Roma con la scusa dello stadio. Minaccia di andarsene Lotito, ma è un bluff, perché per Lotito il calcio oramai è un business, un lavoro a tempo pieno che rende molto più delle sue cooperative di servizi. Per questo dopo la Lazio ha preso la Salernitana, per questo non contento e non sazio ha provato a mettere le mani sulla Sambenedettese e ora sul Campobasso. Perché prendere una società di calcio che sta per sparire significa fare un favore agli amministratori locali, firmare una cambiale che prima o poi andrà all’incasso: con appalti, con qualche terreno edificabile, comunque con una visibilità e un potere che nessun altro lavoro gli potrebbe garantire.
Per questo le minacce di Lotito fanno sorridere. Per questo a Salerno minaccia i tifosi di mollare tutto se non riempiono lo stadio, ma a Roma neanche se lo sogna di dire: “Se non vi abbonate e non riempite l’Olimpico me ne vado”, altrimenti anche gli abbonati di oggi sarebbero solo un miraggio. Non è stupido Lotito. E’ bugiardo ma è furbo. Basta pensare alla storia della campagna acquisti faraonica della Lazio in questo mercato 2013. Lui racconta di aver speso 25-26 milioni di euro, i comunicatori compiacenti gli vanno dietro e la gente ci crede pure, anche se basterebbe fare due conti per capire di essere davanti all’ennesima balla. Novaretti e Vinicius sono arrivati a costo zero; Elez è costato 500.000 euro; Perea è stato acquistato per 3,5 milioni di euro, di cui 1,5 cash e gli altri pagabili nei prossimi due anni; anche per Felipe Anderson il pagamento degli 8,5 milioni di euro è triennale così come i 6 milioni di euro investiti per Biglia. A conti fatti, quindi, la Lazio ha investito quest’estate 6,5 milioni di euro: ovvero meno degli 8,1 milioni di euro incassati dal Credito Sportivo per l’ipoteca accesa sul palazzo di Via Valenziani (mutuo al 6% di interesse, non proprio regalato…), poco più dei 5,471 milioni di euro (di cui 791.000 alla Salernitana a fronte di 5.000 euro di ricavi…) incassati dalle aziende di Lotito dalla Lazio tra luglio 2012 e marzo 2013. Per carità, meglio questo che quello che si è visto nelle ultime due stagioni, ma siamo lontani anni luce dalla “generosità” di cui si parla in giro in questo periodo. Ma come si sa, Lotito lavora 20 ore al giorno e soprattutto GRATIS per la Lazio. Perché lui non ha interessi, è solo un volontario, un benefattore e lo fa esclusivamente per il bene della società: mica perché essere proprietario di una società di calcio significa avere a disposizione soldi facili e capitali in cui nessuno mette il naso anche se i bilanci sono pubblici, anche se tante operazioni fatte in questi anni (da lui come da tanti altri presidenti, sia chiaro) puzzavano talmente di bruciato da far muovere addirittura la Guardia di Finanza. Perché la Lazio è la sua “gallina dalle uova d’oro”, l’unica società che gli consente di portare soldi veri a casa e di avere visibilità e quindi potere. Perché senza la Lazio lui ha il terrore di tornare nell’anonimato dove stava quando qualcuno gli ha chiesto di prendere le redini di questa società e perché Salerno ancora gli sta troppo stretta. Ma forse anche perché a Salerno, da quello che si sta vedendo in questi giorni, nessuno gli consentirebbe di fare quello che ha fatto in questi nove anni qui a Roma.
“Non è stato in prova da noi, non l’ho mai allenato, ma è vero che ci stavo pensando per il City. Si liberava per pochi soldi”. Roberto Mancini assicurava tutti sul nome di Diego Martin Novaretti, nuovo volto in difesa per la Lazio di Petkovic. L’ex 10 biancoceleste nei primi di luglio, sotto un bel sole in Costa Smeralda dichiarava: “L’ho seguito per due anni, ho visto diverse sue partite in televisione e l’ho mandato a vedere in Messico. E’ un ottimo difensore, la Lazio ha fatto bene a prenderlo”. Le parole riportate nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, non possono che far piacere a tutto l’ambiente. Il difensore argentino è arrivato da sconosciuto in un reparto dove sicuramente si doveva intervenire. Un ragazzo di qualità continua Mancini: “E’ fortissimo di testa, abile con i piedi nell’impostazione del gioco e rapido nonostante l’altezza. Mi sembra concreto, un tipico difensore argentino, mi ricorda Blanc ex Inter e Napoli ed attuale allenatore del Psg”. Una descrizione dettagliata da un addetto al settore come l’ex mister del City. Ma ora per Novaretti arriva il momento di scendere in campo e confermare i giudizi positivi espressi sul suo conto. Fisicamente è una roccia alta 1,94 cm. Paolo Rongoni, il preparatore della Lazio, è stato subito sicuro sul suo conto: “E’ un ottimo atleta, lo abbiamo inserito nel gruppo dei giocatori più forti, i test erano chiari” – dichiarava nei primi giorni di Auronzo dopo i risultati dei test fisici svolti a Roma. Al suo arrivo nella capitale parlava da sconosciuto: “Spero di essere una gradita sorpresa per la Lazio”. In realtà lo sarà ancora per poco, il campo è vicino e la difesa è pronta per essere schierata. Giocherà? Quale sarà la coppia di centrali?E’ presto per scrivere un esito, nelle prossime amichevoli Petkovic sperimenterà ancora:di sicuro Novaretti farà di tutto per fare una grande sorpresa alla Lazio…
Si sa da tempo che la stampa romana gioca a chi fa più notizia negativa sulla Lazio. Partiamo dal presupposto scritto nero su bianco che il nostro Candreva ha già firmato un contratto da 850.000 euro
Il 18 Agosto 2013 si avvicina, la sfida per la supercoppa italiana è già partita da mesi con i vari botta e risposta tra Lotito e la società bianconera sul dove come e quando giocarla.
Quest’oggi festeggiamo un giocatore che non ha esitato neanche un poco a farsi spazio sul grande palcoscenico della serie A.Lorik Cana nato il 27/07/1983 spegne 30 candeline. Nato in Albania precisamente Gjakova, vanta di numerose presenze con la nazionale albanese.Soprannominato dai suoi connazionali “il guerriero” sappiamo ben tutti il perchè. Combattivo su ogni palla, provato come mediano e come difensore centrale ha dimostrato che ha ottime qualità, ottima grinta e ottima determinazione. Inutile dire che questo guerriero è indispensabile al giorno d’oggi. Auguri Lorik!
La Supercoppa si avvicina. Il 15 e poi il 23 luglio sono iniziate le vendite solo per chi è in possesso delle varie tessere, poi il 26 luglio per chi non è abbonato, la cosiddetta “vendita libera”. I tifosi Laziali accorrono nei Listicket delle loro città: Nettuno e Pomezia (oltre ai LazioStyle) hanno avuto la possibilità di staccare biglietti, ricevitorie come Albano o Anzio sono state impossibilitate. Sveglia presto, la caccia al posto in Curva è appena cominciata. Il sottoscritto, ad esempio, è vittima di un’alzataccia alle 6:30 per dirigersi a Nettuno nei pressi dello “Scacciapensieri”. Numeretto strappato per le 8, alle 10 scatta la vendita. Nel frattempo passiamo il tempo per la spiaggia di Nettuno, tra un caffè ed un cornetto. Ore 9:30, ci muoviamo e arriviamo davanti la tabaccheria già abbastanza gremita. Sono le 10:20 e di biglietti non se ne vedono. Attendiamo sino alle 11, quando la signora dietro il bancone ci dice che la Lazio, su un comunicato delle 8:44, ha deciso che senza tessera del tifoso, non si possono acquistare biglietti tranne che nei LazioStyle. “Importante precisazione per la vendita dei tagliandi del 18 agosto” recita il comunicato ufficiale del club. “Si potranno acquisire tagliandi nei Listicket solo per chi è in possesso della tessera del tifoso e nei LazioStyle senza alcuna tessera“. Una vera e propria mazzata per tutta quella gente che sotto i 40 gradi dopo aver perso mezza giornata di lavoro ha atteso invano. Ennesima prova di una società allo sbando, che lancia comunicati un’ora prima della vendita. Ennesima prova che per la società tutti noi tifosi siamo carne da macello. I complimenti vanno a Stefano De Martino, responsabile della comunicazione. A quel punto decidiamo di arrivare a Roma in una rete di vendita selezionata e fortunatamente troviamo i biglietti. Ma gli altri tifosi infuriati, lo avranno trovato? O avranno fatto una fila di 300 persone nei LazioStyle invano? Una vera e propria ingiustizia di una dirigenza che non ci merita, che non ha il coraggio di mettersi nei nostri panni. Una dirigenza allo sbando…
La tipica telenovela brasiliana, poi all’ultima puntata Felipe Andersonarriva alla Lazio.
Tare e Calveri ci credono fino in fondo e tornano a casa col gioiello del Santos. L’inizio non è facile, ma il futuro è dalla sua parte. Arriva ad Auronzo in corsa Felipe Anderson, quella corsa che ancora non può accelerare per via di un vecchio infortunio alla caviglia destra. Il brasiliano lavora sodo per recuperare il terreno perso, vuole seminare sul campo il proprio talento:“Non ho fatto ancora un allenamento duro, dovrò aspettare i risultati della risonanza”, ammette il numero 7 ai cronisti presenti in clinica Paideia. “Sono cinquanta giorni che non faccio una corsa pesante – continua il trequartista – ma solo bicicletta e allenamenti funzionali. Devo ancora aspettare, se Dio vorrà tornerò in campo al più presto, risolverò i problemi alla caviglia e potrò ricominciare ad allenarmi forte. Se giocherò contro la Juventus? Dipenderà da quando potrò correre in modo più intenso e quindi ritrovare la forma fisica”. Non vede l’ora di giocare Anderson, in ritiro ha conosciuto i nuovi compagni. Respiri ad alta quota, l’aria biancoceleste comincia a riempire i suoi polmoni: “Quando ho avuto l’opportunità di venire qui sono stato molto felice e ho cominciato a guardare tutte le partite della Lazio. Sono stato accolto molto bene, adesso devo solo rimettermi in sesto e giocare a pallone. Sta andando tutto bene, sono contento dell’affetto ricevuto e di quello che sta succedendo nella mia vita. Grazie a Dio sta andando tutto per il verso giusto. Petkovic? È una buona persona, mi ha trattato molto bene, così come il resto della squadra”.Che per il nuovo arrivato non può perdere un campione come Hernanes: “Per me lui è un punto di riferimento, tanto che quando in Brasile si parla di Lazio tutti dicono ‘Hernanes è lì!’. Sono molto felice di aver la possibilità di giocare con lui in modo affiatato, sarà qualcosa di molto bello”.Lo sogna Anderson, lo sperano i tifosi. Il presente della Lazio è verdeoro, così come il futuro. Parlano entrambi portoghese.
Con un breve comunicato, pubblicato questa notte sul sito del Velez, il club argentino ha ufficializzato l’ingaggio di Mauro Zàrate per i prossimi due anni.
“Il contratto registrato – si legge – sarà inviato alla FIFA per sollecitare l’autorizzazione della massima autorità del calcio per ultimare il ritorno sognato dall’idolo. A breve sarà comunicato quando Mauro sarà presentato ai media”. Altro colpo a effetto per l’ex numero dieci della Lazio, altro tentativo di forzare una situazione complicata che, al momento, lo vede ancora sotto contratto con la Lazio fino al giugno 2014. Scelta se non altro discutibile la sua: firmare con un’altra squadra adesso lo mette a serio rischio di squalifica (sia nei suoi confronti che di quelli del Velez). La rinuncia a portare fino in fondo l’arbitrato in Italia, gli ha impedito infatti di provare a ottenere il transfer necessario (e rilasciabile solo dalla FIGC) per potersi trasferire a un’altra squadra. Una situazione davvero intricata e al limite del regolamento. Ora si aspetta la risposta della Lazio e, soprattutto, quella della FIFA.
Ecco di seguito il comunicato originale:
“El Departamento de Fútbol Profesional de Vélez Sarsfield informa que en horas de la tarde, Mauro Matías Zárate firmó su vínculo contractual con la institución por dos años. El contrato rubricado será enviado a la FIFA para solicitar la autorización de la máxima autoridad del fútbol para terminar de sellar el regreso soñado de ídolo. En la brevedad se informará cuando Mauro será presentado ante los medios de prensa“.
“Giorgio Chinaglia Stadium”a Belmont Park, zona di Long Island, la nuova casa dei New York Cosmos…
Forse alla fine il nome non sarà quello, perché “business is business” in tutto il mondo, figuriamoci nella patria del business e in una città come New York dove i club professionistici dei vari sport riescono a trasformare qualsiasi cosa in oro. Forse alla fine arriverà uno sponsor pronto a mettere nel piatto qualche centinaio di milioni di euro pur di abbinare il proprio nome a questo progetto, ma già solo l’idea che possa nascere un“Giorgio Chinaglia Stadium”, mette i brividi.
Le immagini di Pelé portato in trionfo dai compagni, ma soprattutto quelle di Giorgio Chinaglia che segna ed esulta, sono un tuffo nel passato ma al tempo stesso un collegamento con in futuro. Perché quello stadio creato al computer non è un progetto virtuale, ma un qualcosa di reale, di concordato con lo stato di New York: un affare da 400 milioni di dollari. E anche qui non si parla di soldi virtuali, ma di investimenti garantiti da una società appena rinata ma che può contare su un management pazzesco. Rifondati nel 2010 da un gruppo inglese con il supporto della Umbro, nel 2011 i Cosmos sono tornati ad essere una potenza grazie all’arrivo alla guida della società di Seamus O’Brien, un veterano dello sport business europeo, che ha portato con se in dote la Seta Sport, un gruppo saudita dai mezzi economici quasi illimitati.
“Abbiamo valutato una serie di siti nell’area di New York City, poi la scelta è caduta su Belmont Park, un’area ottima per uno stadio, ben collegata e con ampi spazi per i parcheggi. L’idea è di iniziare a giocare nel nuovo stadio nel 2016. I fondi per realizzare il progetto ci sono. Creeremo 3.000 posti di lavoro, un parco per la comunità, aree commerciali e ristoranti dentro e fuori lo stadio ed un hotel, tutte cose richieste dallo stato per quell’area”.
Fatti, non parole quelli di Seamus O’Brien. Oppure come direbbe qualcuno “non sogni, ma solide realtà”, visto che il progetto sta per decollare e i tempi di costruzione saranno rispettati. Perché da quelle parti le cose le fanno seriamente, come hanno dimostrato i New York Yankees che in 2 anni hanno costruito un impianto pazzesco ad un isolato dal vecchio stadio, al centro della città.
C’è chi di stadio parla da nove anni senza aver mai prodotto uno straccio di progetto, se non un plastico per giustificare un business partito da 400 milioni fino ad arrivare a 800 milioni di euro, ma legato ad una sola area perché il vero intento non è costruire uno stadio, ma dar vita ad una mega-speculazione, realizzare l’affare del secolo trasformando dei campi buoni per pascolare le pecore in terreni edificabili. C’è chi invece, dopo aver rifondato nel 2010 un club che ha fatto la storia del calcio negli Stati Uniti, dopo appena tre anni lo stadio sta per costruirlo veramente, mettendo sul tavolo un progetto serio concordato con il comune di New York per un impianto futuristico da poco più di 25.000 posti (http://www.youtube.com/watch?v=gwShoOv9r0w#at=90) un vero gioiello del valore complessivo di 400 milioni di dollari. Soldi veri, non virtuali.
Elmont Town crossing, Belmont park, la nuova casa dei New York Cosmos. Quella negli intenti di chi a Long John era legato in modo viscerale (basta ricordare cosa fecero i Cosmos quando morì Giorgione e come lo ricordarono sul loro sito internet) dovrebbe diventare il “Giorgio Chinaglia Stadium”. Con la benedizione di Pelé, che di Long John fu compagno di squadra e amico. E noi, dopo nove anni stiamo ancora a carissimo amico, con un plastico a cui non ha mai fatto seguito un progetto e in attesa di una legge che chissà e se mai verrà varata dal parlamento. E intanto gli altri costruiscono e ci passano avanti. La Juventus ha già una nuova casa, l’Udinese ha appena iniziato i lavori e a giorni la Roma depositerà in comune il progetto del nuovo stadio che sarà realizzato da Parnasi sui terreni del vecchio ippodromo di Tor di Valle.
L’articolo 2382 del Nuovo Codice Civile, recita testualmente: “Non può essere nominato amministratore, e se nominato decade dal suo ufficio, l’interdetto, l’inabilitato, il fallito, o chi è stato condannato ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi”.
Ai microfoni di Lazio Style Channel, Antonio Candrevaparla così in vista della nuova stagione: “Mi aspetto un campionato sicuramente migliore di quello scorso, perché ogni anno dobbiamo migliorare. Speriamo che sia una stagione positiva. A livello personale spero di dare continuità al lavoro fatto per migliorare, sia come individuo che come squadra.”