Era dato tra i partenti nell’ultima sessione di mercato sin dall’inizio dell’estate. Alla fine Albano Bizzarri ha lasciato la Lazio soltanto il 2 settembre, a poche ore dalla chiusura delle trattative. Dopo quattro stagioni e ventisei gare ufficiali disputate con la maglia della prima squadra della capitale, il portiere argentino ha salutato tutti, pronto per intraprendere una nuova avventura. Il suo futuro è a Genova, sponda rossoblù. Decisamente positiva la sua prima a Marassi. Bizzarri non è sceso in campo, ma il suo Genoa si è aggiudicato il derby della Lanterna con un perentorio 0-3. La redazione di Lazialità ha raggiunto in esclusiva l’estremo difensore classe 1977.
Dove può arrivare la Lazio in questa stagione? Ha avuto modo di conoscere i nuovi arrivati nell’ultima sessione di mercato: Biglia, Felipe Anderson, Noveretti… Qual è il suo giudizio, sia umano che professionale, su di loro? “La Lazio può arrivare a conquistare l’accesso a una competizione internazionale. Di questo ne sono certo visto il valore dell’organico e la saldezza del gruppo. Il piazzamento poi dipende da diversi fattori, come avversari e infortuni. I nuovi arrivati sono dei bravi ragazzi, ma va dato il tempo per inserirsi in una nuova realtà. Non bisogna pretendere all’inizio, sono convinto però che faranno bene“.
Nelle sue quattro stagioni vissute nella capitale, lei non ha mai avuto l’opportunità di giocare un derby. Quanto avrebbe dato per vivere dal campo una partita così sentita come la stracittadina della città eterna? Quali ricordi le riaffiorano alla mente ripensando al successo in Coppa Italia del 26 maggio scorso sulla Roma? “Avrei dato tantissimo per giocare un derby come quello della capitale, una mancanza che mi porterò dietro nella carriera. Al di là della gioia condivisa con la squadra, associo il ricordo di quella serata alle facce dei tanti miei amici tifosi della Lazio. Ricordo le emozioni dipinte sui loro volti. Sono felice di aver visto quel livello di contentezza. E che ancora abbiano la possibilità di godere pienamente di quel trionfo“.
Che rapporto aveva con i suoi compagni di reparto – in particolare con Federico Marchetti – e con il resto del gruppo? È rimasto in contatto con qualcuno? “Quasi tutti gli ex compagni mi hanno mandato messaggini o si sono fatti sentire al telefono. Tra questi Federico, con il quale ho avuto un buon rapporto. Sono in contatto con molti, in particolare con Lulic“.
Pensa che Marchetti sia destinato a vestire i panni del Numero 1 anche con la maglia della Nazionale? “E’ molto difficile scalzare dalla porta della nazionale un simbolo come Buffon. Penso che Federico sia destinato a sostituirlo il giorno in cui lascerà. Un cambio della guardia naturale“.
Lei ha salutato la Lazio per vivere questa nuova esperienza con la maglia del Genoa. Il presidente Lotito, per sostituirla, ha acquistato Etrit Berisha dal Kalmar FF. Pensa che questo estremo difensore classe 1989 possa avere le qualità e la personalità per diventare il portiere titolare della squadra di Petkovic? “Se devo essere sincero non lo conosco così bene da poter esprimere dei giudizi. Sarei superficiale se lo facessi. Gli auguro il meglio e di togliersi le soddisfazioni a cui aspira. Sicuramente gli verrà concessa qualche opportunità in più rispetto a quelle che ho avuto io. Approfitto di questa occasione per salutare squadra, tifosi, società. Al di là del fatto che non abbia avuto molte opportunità di mettermi in luce, credo che la gente abbia compreso che ho dato il massimo per la Lazio. Impegno e professionalità non sono mai mancati. Un abbraccio a tutti“.
LAZIALITA’
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