Dopo il servizio andato in onda poco tempo fa sul legame della Curva e la Mafia e con ampio focus su “Diabolik” il capo degli Irriducibili assassinato lo scorso 7 agosto la famiglia di Fabrizio Piscitelli  rilasciato una nota all’Adnkronos, in cui ha espresso la propria posizione rispetto alla narrazione dei fatti:

 “Il servizio è risultato ai nostri occhi ridondante ed approssimativo: ha mostrato (probabilmente per vivacizzare l’attenzione) una nota della questura risalente al 2007 in cui una fonte confidenziale indicava nostro figlio quale mandante dell’illecito subito dal signor Fabrizio Toffolo. A distanza di 12 anni e certi che nostro figlio non ha avuto alcuna condanna per tale fatto criminoso, è d’obbligo chiedersi in ogni caso quanto sia stata attendibile l’eventuale fonte e quanto sia realistico parlare di sicurezza in questo paese.

Eh sì, poiché se fosse stato nostro figlio il mandante come recita la nota della questura, ci si deve domandare perché la stessa e la magistratura non abbiano al tempo proceduto. Ci si chiede altresì se non fosse più opportuno ed onesto, invece, un servizio giornalistico finalizzato ad evidenziare le criticità di un sistema dove la sicurezza altro non è che un’onda da cavalcare in determinati periodi. Noi come genitori attendiamo dalla questura di conoscere invece gli esiti di una indagine certamente complessa ma che vede ancora liberi gli assassini e i mandanti di un efferato omicidio avvenuto in pieno giorno estivo e in un parco pubblico assai frequentato da ogni fascia di età. Riteniamo che nostro figlio, sebbene abbia commesso errori pagati interamente alla giustizia senza avere sconti o permessi premio, sia dal giorno 7 agosto, una vittima.

Aspetto che ci appare sin troppo trascurato e schiacciato dalla morbosità e dalla faziosità che lasciano prediligere quello criminale. Certamente ci adopereremo sempre in tutte le sedi affinché nostro figlio non diventi però il ‘contenitore’ dove poter gettare fatti criminosi che non lo hanno riguardato e per i quali magari non è stato addirittura indagato o per quei fatti che non hanno trovato altre risposte giudiziarie. La sua assenza voluta da assassini che non gli permette di difendersi troverà sempre in noi la voce, quando ciò risulterà con ogni evidenza opportuno. Saremmo grati ai giornalisti e alle istituzioni se venisse considerato e contemplato anche il rispetto per dolore di noi genitori e fratelli che piangono il loro caro, ben consapevoli della sua storia di vita, troppo spesso però amplificata per ragioni che non riteniamo di dover specificare. Auspichiamo che il prossimo servizio o articolo giornalistico porti con sé la nota della Questura indicante gli assassini di Fabrizio”.

Sempre ad Adkronos è arrivata la risposta di Report, il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci

Massimo rispetto per la famiglia di Piscitelli, come per tutti i familiari che hanno perso un figlio a causa della droga e di azioni violente che troppo spesso accompagnano le cronache degli stadi. Nessuna approssimazione da parte dei giornalisti di Report e dell’inviato Federico Ruffo che ha dato semplicemente conto, da buon cronista, di una nota che era all’interno di un verbale della Questura secondo la quale un informatore avrebbe rivelato che il mandante di una delle due gambizzazioni di Toffolo fosse proprio Piscitelli. Lo abbiamo chiesto proprio al diretto interessato il quale ha detto di non sapere chi fosse il mandante e che, se anche lo avesse saputo, non lo avrebbe mai rivelato pubblicamente.

Non serviva certo per vivacizzare un contesto che era ben vivace di suo, visto che si parlava di abbracci incestuosi tra dirigenti di calcio e ultrà e giri di soldi provenienti dal bagarinaggio, di spaccio di droga nelle curve che erano un mercato da conquistare, dove si erano infiltrati anche la camorra ed esponenti della estrema destra, autori di aggressioni e si parlava anche di collegamenti di Carminati con esponenti del tifo della Roma e della Lazio. Siamo con la famiglia nella ricerca della verità come sempre fa Report, che ha realizzato una trasmissione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul vento di razzismo e di discriminazione che soffia sempre più sul Paese”.



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