È iniziato ufficialmente ieri il ritiro della LAZIO ad Auronzo di Cadore con un illustre assente: Cristian BROCCHI. Il centrocampista biancoceleste, difficile chiamarlo “ex”, è stato costretto a lasciare il calcio a causa di un grave infortunio subito il 3 febbraio 2013 durante Genoa-Lazio che lo ha privato della gioia di concludere la stagione biancoceleste e di alzare da protagonista sul campo la Coppa Italia. Ma il guerriero biancoceleste sta già per ripartire e a breve inizierà un nuova avventura come allenatore degli Allievi del Milan di Prima e Seconda divisione. Attualmente in vacanza con la famiglia,Brocchi si è concesso in esclusiva ai microfoni di LAZIONEWS.EU. Queste le sue parole.
Sono partiti i ritiri del Milan e della Lazio ma quest’anno, per la prima volta, lei non vi parteciperà. Che sensazioni prova?
«Per ora non me ne sto rendendo conto. Mi sto godendo la vacanza coi miei figli, cosa alla quale non ero abituato, e questo mi sta aiutando a non pensare al fatto di non aver iniziato la stagione. Per ora non sento la nostalgia. Quando passerà il periodo estivo arriverà il conto. Prendo il lato positivo per il momento anche perché avevo voglia e bisogno di dedicarmi ai mie figli perché in questi ultimi anni avevo tolto molto tempo a loro e adesso stare tutti i giorni con la mia famiglia mi aiuta a rimanere più sereno e tranquillo. Era l’unica cosa difficile che ho dovuto affrontare in questi anni a Roma perché sentivo la loro mancanza ed è stato l’unico aspetto non positivo dell’esperienza romana».
Che pensa di questa LAZIO che ieri ha dato ufficialmente il via alla sua nuova stagione?
«Ho ottimi pensieri anche perché non avevo dubbi che si muovesse bene sul mercato andando a cercare i giocatori giusti nei posti giusti dove c’erano state delle lacune l’anno scorso; hanno fatto acquisti mirati e importanti. Hanno preso giocatori che possono entrare a far parte di un gruppo ben collaudato e che possono mettere quel qualcosa in più. Hanno preso giovani interessanti ed è stato davvero un ottimo mercato».
Anderson, Novaretti, Vinicius, Biglia e Perea. Va bene così o secondo lei serve altro a questa squadra?
«Credo che in ogni squadra ci debba essere un equilibrio di gruppo ovvero ogni giocatore deve avere un sostituto perché le partite da disputare sono tante, lo dimostrano gli ultimi anni, e tutti devono essere all’altezza della situazione. Penso che l’unico ruolo che era un po’ scoperto in questi anni era quello in mezzo al campo dove Ledesma, non avendo un sostituto, è stato costretto a giocare tante partite. Adesso con l’arrivo di Biglia avrà un concorrente e sarà positivo per tutti».
Invece il Milan come si presenta a questo ritiro, ai nastri di partenza di questa stagione?
«Si presenta bene con un gruppo collaudato, con una forza in più che è stata quella di aver fatto una rincorsa incredibile alla fine della scorsa stagione e di aver raggiunto un obiettivo come la Champions League, di vitale importanza per la società. Avrà voglia di fare nuovi innesti e il dott. Galliani sarà in grado di farlo come ha sempre fatto».
Un suo amico inizierà una nuova avventura su una panchina che scotta. Come vede Gattuso sulla panchina del Palermo?
«Lo vedo molto bene perché a livello caratteriale è sempre stato un “duro”. Era anche un allenatore in campo che dettava tempi e regole e metteva la personalità a servizio della squadra. Penso che metterà in campo una squadra basata sulla voglia di vincere, di non mollare mai e il suo carattere, quello che aveva da giocatore, lo porterà sicuramente in panchina. Penso possa fare un’ottima stagione anche perché il Palermo è un’ottima squadra e ha la possibilità di tornare subito in Serie A».
Cosa si aspetta dal suo futuro come allenatore degli Allievi del Milan?
«Mi aspetto solo di capire se sono in grado di fare qualcosa di buono e se è una cosa che davvero mi piace fare perché non è detto che un giocatore debba per forza essere un buon allenatore. Inizierò questa avventura come ho iniziato quella da calciatore, ovvero con grandissima umiltà, tanta voglia di imparare e di migliorarmi. Sono uno che nella carriera da calciatore si è sempre prefissato degli obbiettivi ma mai a lunga scadenza, sempre a breve. Per me gli obbiettivi sono giornalieri e anche da allenatore sarà così. La mia speranza è quella di poter creare e fare entrare in testa ai ragazzi quelli che sono i veri valori dello sport, quello che devono fare per diventare dei giocatori e spero che io abbia la forza di farmi seguire e che loro abbiano la voglia di seguire me avendo davanti un giocatore che, pur non essendo un top player, è arrivato ad altissimi livelli mettendo in campo quelle che erano le sue massime potenzialità».
Notizia di questi giorni è il deferimento di Stefano Mauri. Che idea si è fatto? È rimasto sorpreso?
«È una argomento di cui si parla da tempo. Per tutto quello che è successo nell’ultimo anno forse era anche scontato che arrivasse il deferimento perché se ne è parlato davvero tanto ed è stato fatto un qualcosa di pesante l’anno scorso. Io con Stefano ho un rapporto bellissimo, è un amico, e ho sempre creduto a quello che lui mi ha sempre detto. Il problema è che non devo credergli io o le persone che lo conoscono perché non ce ne è bisogno. Sappiamo tutti come è Stefano, un ragazzo che ha sempre dimostrato grande attaccamento e nessuno ha mai pensato il contrario. Speriamo che riesca a far valere le sue ragioni anche nelle sede giuste e che si possa chiudere definitivamente questa brutta storia. Lui ne ha già pagato fin troppo le conseguenze anche a livello personale e sono cose che ti segnano per tutta la vita».
Ha sentito Mauri?
«Siamo in costante contatto. Son 3-4 giorni che non ci sentiamo perché per i primi 4-5 giorni di ritiro gli ho detto “non cominciare a chiamarmi sempre e a dirmi questo e quell’altro… fai passare almeno una settimana” (ride ndr). Ci sentiremo in questi giorni e mi dirà come ha iniziato la stagione».
Un messaggio ai compagni della LAZIO per il ritiro e per la nuova stagione
«Faccio un grandissimo in bocca al lupo a tutti loro. Spero davvero che possano arrivare a conquistare il posto che per anni abbiamo sfiorato, che per anni abbiamo meritato e non siamo riusciti a conquistare per errori nostri (la qualificazione Champions ndr.).Spero sia l’anno buono. Se lo merita la società per il lavoro che sta svolgendo da anni, se lo meritano i giocatori per l’impegno che hanno sempre messo, e per i tifosi che meritano di poter andare in giro per l’Europa per andare a vedere grandi partite. La Lazio merita questi palcoscenici».
Intanto c’è la Supercoppa…
«È una cosa bella per iniziare la stagione nel migliore dei modi. Io ho avuto la fortuna di vincerla battendo l’Inter di Mourinho e so cosa significa vincerla. Beati loro che la possono giocare».
Carmine Errico
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