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Burak o non Burak… Come tutti i fiori preziosi e costosi del mercato biancoceleste inseguiti negli ultimi nove anni, anche la margherita-Yilmaz a quanto pare ha un numero di petali infinito e la speranza è che una volta tanto alla fine rimanga in mano alla Lazio quello giusto, perché intorno a questa operazione di mercato potrebbe girare l’intera stagione della squadra di Petkovic. Per non parlare poi del rapporto società-tifosi. Ma visti i precedenti degli ultimi anni, abbiamo deciso di restare alla finestra, di non partecipare alla corsa alla notizia a colpi di esclusive che non sono tali e di annunci entusiastici o catastrofici che si susseguono a distanza di poche ore. Quasi un gioco al massacro per una tifoseria che di tutto ha bisogno meno che di illusioni e disillusioni in serie che non fanno altro che aumentare la tensione o i contrasti tra pro e contro Lotito, soprattutto nei social network che oramai sono diventati terreno di scontro quotidiano tra opposte fazioni.

Per questo, senza addentrarci nella trattativa, abbiamo deciso di fare alcune considerazioni su questa vicenda, provando a rispondere ad una serie di domande che si pongono i tifosi e alle quali a parer nostro nessuno risponde. La prima è: dove ha trovato Lotito i soldi per mettere su questa trattativa e perché si può permettere ora di comprare a 15 un giocatore che Petkovic aveva chiesto già l’estate scorsa e che un anno fa potevamo prendere a 5 milioni di euro?

La Lazio non ha vinto al Superenalotto e non ha trovato nessun tesoro sepolto dentro i prati di Formello. La spiegazione è più semplice di quanto si possa immaginare. Un anno fa la trattativa è saltata per due motivi principali: il primo è perché Lotito (non conoscendo il giocatore) non era entusiasmato dall’idea di mettere un altro attaccante in organico (avendo già Floccari, Rocchi, Kozak e Zarate che non si riuscivano a piazzare), l’altro è che il presidente si è impuntato su un cavillo, ovvero la clausola che avrebbe garantito al Trabzonspor il 25% su una eventuale futura cessione di Yilmaz sulla cifra eccedente i 5 milioni che avrebbe incassato l’estate scorsa con la clausola rescissoria. Per capire dove ha trovato Lotito i soldi per mettere su questa operazione, basta leggere il bilancio. Nella relazione trimestrale al 31 marzo del 2013 (http://www.sslazio.it/images/stories/documenti/pdf/investor_relator/Relazione%2031-03-13%20Lazio.pdf) a pag. 18 si legge che la Lazio ha incassato dal Credito Sportivo 8,1 milioni per un mutuo stipulato al tasso d’interesse del 6% acceso sull’immobile di via Valenziani, acquistato a gennaio 2012. A questo primo “tesoretto”, servito soprattutto per finanziare l’acquisto di Anderson e Biglia (prima rata di circa 3 milioni per ciascun giocatore da mettere nel bilancio 2013, il resto nei successivi due anni), si è aggiunto quello ben più consistente dei soldi risparmiati per l’uscita definitiva dall’organico della Lazio di giocatori dall’ingaggio decisamente pesante o di calciatori pagati anche se non venivano neanche presi in considerazione da Petkovic. Ecco il quadro completo: Zarate (8 milioni di euro lordi, di cui 3 di commissione annuale alla Pluriel Limited), Rocchi (2,6 milioni lordi), Garrido (2,6 milioni), Matuzalem (2,4 milioni), Stendardo (2,4 milioni), Brocchi (2 milioni), Carrizo (2 milioni), Zauri (1,8 milioni), Scaloni (1,6 milioni), Foggia (1,5 milioni), Saha (1 milione) e Diakité (0,7 milioni). Le cifre sono chiaramente tutte al lordo (ovvero il doppio del netto di cui si parla sempre quando si cita l’ingaggio percepito dal calciatore), ma il costo totale per la Lazio di questa pattuglia che gravava un anno fa sul monte ingaggi e sul bilancio era di quasi 29 milioni di euro. Da questi, chiaramente, vanno sottratti gli ingaggi dei nuovi arrivati Novaretti, Vinicius, Biglia, Anderson (circa 8 milioni) e l’adeguamento dei contratti di Cavanda (passato da 160.000 a 500.000 euro lordi per questa stagione) e Lulic (da 1,5 lordi a 2,5), ed i nuovi contratti di Keita e Tounkara (da 150.000 a 300.000 euro il primo e da 100.000 a 200.000 il secondo, sempre lordi), per un aggravio ulteriore di 1,6 milioni. Insomma, si parla sempre di circa 20 milioni di euro risparmiati che potrebbero diventare circa 25 se la Lazio riuscisse negli ultimi giorni di mercato anche nel miracolo di liberarsi di Sculli, Alfaro, Pereirinha e Stankevicius. Ecco da dove esce fuori il tesoretto.

Ora, se il “tesoretto” c’è, la speranza è che non faccia la fine dei famosi 14 milioni di euro pronti per acquistare prima Honda e poi sul filo di lana Nilmar, oppure per portare a Roma i famigerati “4 campioni” promessi l’estate scorsa e mai arrivati. La Lazio ha questi soldi a disposizione e ha deciso di puntare tutto su Yilmaz. E personalmente sono d’accordo. Sia perché mi piace molto Yilmaz, sia perché in vista del possibile addio a fine stagione di Klose non è la solita toppa ma una scelta anche in prospettiva ma, soprattutto, perché è un giocatore che vuole Petkovic. E con il suo arrivo, si tapperebbe finalmente quella falla in organico che c’è da due anni. In ritardo, d’accordo, ma visto che il passato è passato è meglio pensare al presente e al futuro e quindi c’è solo da rallegrarsi per un eventuale arrivo di Yilmaz.

Quello che semmai lascia perplessi, è la durata della trattativa, il cavillare non tanto sulle cifre, ma sulle modalità di pagamento. Il Milan, una volta avuti a disposizione i soldi garantiti dalla Champions League, ha acquistato il 24 ore Matri, mettendo sul tavolo 11 milioni di euro pagabili in 4 anni. Quindi, si può fare, se c’è la voglia e se ci sono i soldi, senza rischiare di tirare troppo la corda e di ritrovarsi a mercato chiuso con il nulla in mano dopo più di 10 giorni di trattativa. Io sono convinto che questa volta la società (Lotito) non ripeterà gli errori commessi in passato, perché la posta in palio è troppa alta, a partire dalla credibilità. Sono convinto che alla fine Yilmaz arriverà e che tutti dovrebbero gioire di questo acquisto, indipendentemente dalla simpatia o dall’antipatia verso Lotito o Tare, perché dall’arrivo di Yilmaz ci guadagna la Lazio. E alla fine è quello che conta. Semmai, l’unico appunto che si può fare, è che con i soldi di uno sponsor in grado di garantire 4 milioni di euro a stagione (a fronte della ZERO attuale e delle ultime sette stagioni) non ci sarebbe nulla da discutere con il Galatasaray, perché basterebbe questa semplice operazione per ripagare in toto o quasi l’acquisto di quella punta che inseguiamo da quando, partito Cissè, Klose si è ritrovato a dover sostenere praticamente da solo il peso dell’attacco. E se poi liberandosi anche dei vari Stankevicius, Pereirinha, Alfaro e Sculli arrivasse anche un centrale difensivo vero, allora non ci sarebbe veramente nulla da dire, perché per la prima volta in 9 anni la società (e quindi Lotito) meriterebbe solo un applauso per una campagna acquisti con tutti gli obiettivi centrati e nessuna partenza illustre. Un sogno di fine estate? Forse, ma questa volta potrebbe diventare una splendida realtà.

STEFANO GRECO – MILLENOVECENTO



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