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Felipe Caicedo: “Immobile è un Bomber e Va Rispettato!”

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L’ex attaccante della Lazio, Felipe Caicedo, ha concesso un’intervista esclusiva a tag24 in cui ha discusso il suo rapporto con la squadra e ha espresso il suo pensiero su Ciro Immobile e il difficile momento attuale della Lazio. Le sue parole forniscono una prospettiva unica su uno dei periodi più complessi per la squadra biancoceleste.

Le aspettative al suo arrivo erano basse, ma è diventato rapidamente un idolo della Lazio. Come si è sviluppato questo rapporto con i tifosi e con la squadra?

All’inizio, le aspettative non erano altissime quando sono arrivato, ed è vero che ho ricevuto alcune critiche nel mio primo anno per alcuni errori sotto porta. Tuttavia, le cose sono cambiate col tempo, e a suon di gol mi sono conquistato la Lazio e i suoi tifosi. Rapidamente, sono diventato un idolo e, in certi versi, un simbolo del club. L’addio è stato doloroso, e ancora oggi, quando il cronometro segna il 90′, qualcuno spera che io possa apparire in area di rigore per una delle mie zampate, capaci di cambiare il destino delle partite.

Cosa pensa del momento attuale di Ciro Immobile e della Lazio?

“Immobile sta attraversando un periodo negativo, ma è un bomber e va aiutato. Durante questi anni con Sarri, si è messo a disposizione dei compagni. Tuttavia, mi sembra che la squadra non giochi abbastanza per lui. Ciro vive per il gol, e per facilitare il suo compito, dobbiamo servirlo maggiormente in area di rigore. La Lazio tende a tenere il pallone sulla trequarti, ma dobbiamo penetrare di più in area. Ciro Immobile è il terminale offensivo più importante della Lazio e non può essere messo in discussione, nemmeno in un momento negativo. Gli va portato il massimo rispetto.

Come affrontava Immobile i periodi difficili quando giocava nella stessa squadra con lei?

Quando giocavo nella squadra insieme a Ciro, per fortuna, ha attraversato di rado periodi simili. Io, come tutti i miei compagni, cercavamo di aiutarlo sia in campo che fuori. Ciro sente molto la responsabilità della maglia e della fascia da capitano. Vuole sempre dare il massimo, e non è necessario parlare troppo. La fiducia in campo e il resto accadono naturalmente.

Come vede il rendimento attuale della Lazio?

È difficile capire il motivo di questo calo di rendimento, ed è doloroso per me vedere la squadra in difficoltà. Sembra che la Lazio incontri molte difficoltà quando deve soffrire. Tuttavia, non dobbiamo disperare. La Lazio ha ampi margini di miglioramento, e credo che torneremo a vedere la squadra dello scorso anno, solida in difesa e letale in attacco. Affrontare tante squadre di alto livello all’inizio non è mai semplice, ma ho visto miglioramenti importanti nel primo tempo contro il Milan, quindi rimango ottimista. Non so quale possa essere l’obiettivo stagionale della squadra, ma serve una sensibilità che si percepisce solo dentro lo spogliatoio. Spero che la Lazio possa tornare in Champions League, dove già può fare un buon cammino. Dobbiamo recuperare la nostra identità, e i risultati torneranno.

Quali consigli darebbe ai nuovi arrivati, Kamada e Guendouzi?

Non conosco personalmente Kamada e Guendouzi, ma darei loro gli stessi consigli che mi diedero quando arrivai a Roma. Devono cercare di adattarsi il più rapidamente possibile e dare il massimo per questa maglia. Sono due calciatori molto forti, quindi sono ottimista sul loro futuro.

Come vede il ruolo di Luis Alberto nella squadra?

“Luis Alberto è stato un leader di questa squadra per diverse stagioni. È normale che l’addio di Milinkovic abbia aumentato le sue responsabilità, e mi sembra che le stia affrontando senza problemi. Ho visto un Luis Alberto più maturo, non è mai stato un chiacchierone, ma so che ha cresciuto molto sotto questo aspetto per aiutare i compagni. Deve continuare così perché è un fenomeno sia come giocatore che come uomo.”

Come descriverebbe il suo rapporto con i tifosi della Lazio?

L’affetto dei tifosi è più importante dei soldi e dei trofei, e rimarrà per sempre. Sono fortunato perché ho conosciuto entrambi i lati della medaglia a Roma. Il primo anno e mezzo è stato davvero difficile perché non riuscivo ad ambientarmi e giocavo poco. Avevamo Ciro Immobile che faceva gol in ogni partita, ed è difficile trovare spazio quando hai un giocatore del suo calibro in squadra. Tuttavia, ho poi sbloccato la situazione e mi sono trovato benissimo. L’amore dei tifosi è reciproco e rimarrà per sempre nel mio cuore e in quello della mia famiglia, che si è trovata benissimo a Roma.



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