Alessandro Calori, colui che ha regalato lo scudetto alla Lazio nel 2000 segnando il gol vittoria contro la Juventus, è intervenuto ai microfoni laziali per parlare della Lazio.
“Con Simone Inzaghi la squadra si sta rafforzando nella fase difensiva. È tornato De Vrij, se ritorna nelle sue condizioni diventa la pedina in più. Davanti siamo in crescita se si trova la continuità di Felipe Anderson e Keita, si può arrivare a dei risultati importanti. Immobile è un giocatore più propenso ad attaccare la profondità. Una squadra così, con un anno in più potrebbe acquisire l’esperienza che non aveva l’anno scorso. La squadra è abbastanza giovane, può crescere molto. Immobile è un giocatore che deve avere per forza delle motivazioni, arriva da un periodo non florido. Ha qualità di forza e acrobazia, attacca la profondità, ha meno caratteristiche di manovra rispetto a Klose. È un finalizzatore.
Felipe Anderson sarà di ritorno dalle Olimpiadi, magari ha speso energie. Ma quando torna avrà una condizione fisica migliore, la preparazione l’ha fatta, bisogna vedere se alla lunga recupera le energie spese in Brasile. Sono competizioni che ti mettono in una condizione pronta ma affrettata, vedremo quando tornerà ai ritmi del campionato quanta forza di ricaricare le pile riuscirà a tirare fuori. Le società guardano ai giocatori, sanno che quando raggiungono le nazionali spendono energie e tornano un po’ scarichi. Però bisogna mandarlo, quando una nazionale chiama si risponde, pagherà dazio più avanti. Speriamo possa rimettersi in carreggiata il prima possibile, soprattutto per un campionato che può fargli fare un salto una volta per tutte. È bravo nell’uno contro uno, fa assist e gol, è un giocatore che deve trovare quella condizione del campione che sa fare la differenza. Due anni fa ha fatto un campionato straordinario, quest’anno ha segnato qualche gol ma non è esploso definitivamente per diventare un top player. È un discorso di continuità, ci può stare un calo, lui deve solo ritrovare la fiducia per esprimere ciò che lui ha nel suo bagaglio. È una preparazione mentale, per avere prestazioni sempre al top. Quando si riesce a lavorare bene mentalmente, si può raggiungere il salto di qualità.
Quello di Inzaghi è un compito importante, questa stagione è partita con dei problemi logistici che piano piano si pagano, ma si deve ritrovare lo spirito di gruppo e un’idea di gioco con la voglia di fare sempre bene e stupire. A questo si arriva lavorando e trovando le giuste parole. Parlare con i giocatori e spiegargli le cose bene è un fattore molto importante. Una squadra da sola non gioca, ci deve essere un gruppo che insieme deve raggiungere i traguardi più alti possibili. Il gruppo se vuole crescere sa che deve fare delle cose straordinarie. Ma si raggiungono solo facendo gruppo. Le dinamiche per questo sono più di una, il gioco di squadra c’è perché Inzaghi la guida con i suoi collaboratori, dettando tempi dove si può fare un tipo di gioco riuscendo a sfruttare al meglio le caratteristiche dei propri o giocatori. È chiaro che la rosa deve essere completa. E l’idea, comune. L’allenatore deve essere supportato sempre anche nel momento di difficoltà, se le cose non vanno non bisogna scappare ma sostenerlo e continuare a lavorare. Tutti vorrebbero vicere, ma per vincere ci vogliono tanti fattori che sono difficili e complessi. Nell’immediato non si può vincere”.
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