Siamo arrivati solo alla 3a giornata del girone di ritorno, ma per molte squadre di Serie A questo campionato può già definirsi chiuso. Se la lotta per i primi posti e per l’accesso all’Europa League è accesissimo, non si può certo dire lo stesso per coloro che avevano attrezzato le proprie rose, al fine di conseguire la salvezza. Sono infatti 11 i punti di distanza tra l’Empoli quartultimo (con 21 punti) e le terzultime a pari punti Palermo e Crotone (12 le distanze invece tra i toscani e il Pescara, fanalino di coda), un distacco considerevole che lascia già a fine gennaio solo un briciolo di speranze per le ultime tre della classe, che oltre a non disporre di organici all’altezza della competizione, non hanno neanche i fondi per puntellare degnamente le proprie rose, sperando in quello che a oggi sarebbe un miracolo sportivo.

Quali sono le conseguenze di questo squilibrio? Con i dati alla mano, senza esagerazioni, questa situazione rende il campionato, per almeno 8-9 squadre, privo di obiettivi già a metà stagione, influendo certamente sul grado di concentrazione dei giocatori, per i quali la maggior parte delle sfide da oggi in poi potrebbero risultare delle semplici amichevoli o poco più.

Dal Torino all’Empoli, passando per Bologna, Cagliari, Sassuolo e le genovesi, questo gruppo di squadre si trova a dover giocare quasi un intero girone senza motivazioni, influendo in negativo sulle loro prestazioni e sul dato degli spettatori (sarà inevitabile), libere dalla pressione e dai rischi di entrare nella zona calda della classifica.

Aveva forse ragione (per una volta) Lotito, quando diceva che il campionato andasse rivoluzionato, portando il numero delle partecipanti alla Serie A da 20 a 18, per evitare che ci fosse questo squilibrio e aumentando così la qualità della competizione?



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