Lorik Cana ha lasciato la Lazio, dopo quattro stagioni, per firmare con il Nantes. Il difensore albanese ha parlato ieri sera ai microfoni di Radio Olympia raccontando la sua esperienza con la maglia biancoceleste: “Sono fiero di aver indossato la maglia della Lazio. Sono stati anni intensi e ho vissuto tante emozioni. Tutti i tifosi sanno che quando ho vestito questa maglia non ho mai mollato neanche per un secondo, lottando sempre. Sono stato anche fischiato qualche volta ma non è un problema, in passato a volte sono stati fischiati anche grandi campioni come Boksic e Veron figuriamoci io. Ringrazio tutti i tifosi perché ho sempre sentito il loro sostegno e auguro la miglior fortuna a loro e a tutta la Lazio”. Cana ha poi parlato del suo addio e della sua decisione di tornare in Ligue1: “E’ stata un’estate particolare. Lo scorso anno ho incontrato la società e il mister, ma non avevamo preso una decisione definitiva. Poi è arrivata un’offerta da una squadra francese e la società mi ha dato il permesso di trattare perché la rosa per il prossimo anno era già fatta e completa, lasciandomi la possibilità di trovare un’offerta da un altro club. Il Nantes è un’opportunità importante per giocarmi l’Europeo, ho avuto anche altre trattative e avrei voluto definire il trasferimento un po’ prima, ma con il presidente Lotito non è sempre facile (ride, ndr). Ci sono stati problemi per trovare l’accordo sulla buona uscita e la rescissione. Ho bisogno di giocare con continuità per arrivare in condizione per l’Europeo”. Cana ha anche commentato la nuova rosa biancoceleste: “I nuovi acquisti della Lazio meritano fiducia. Hoedt ha doti importanti e può imparare molto, è bravo anche nel gestire il pallone, sia nel disimpegno corto sia nel lancio lungo. Kishna è veramente un ottimo calciatore con grandissima prospettiva, però è giovane e deve ambietarsi e capire la piazza di Roma. Ma le sue doti le ha già mostrate. Berisha ha qualità importanti, è molto tranquillo e sereno. E’ un portiere fantastico diventerà uno dei migliori portieri in Europa, ne sono convinto. Marchetti è un grande portiere e non è semplice fare il secondo, dover dimostrare tutto in quelle poche occasioni a disposizione. Ma lui ha la giusta serenità e le sta sfruttando bene”. Poi sulla scelta di Lucas Biglia come capitano: “Ho passato quattro anni a Roma e ho vissuto tante situazioni, belle e brutte. Momenti sereni ed entusiasmanti e periodi difficili da superare. Per questo dico che avrei fatto la stessa scelta. Biglia è la scelta migliore. Lo scorso anno ha preso per mano il centrocampo e tutta la squadra. Ha giocato una finale mondiale e ha la giusta esperienza internazionale. La Lazio ha deciso di costruire intorno a lui la squadra del futuro. Per essere capitano non basta essere amato dalla gente, non bastano le presenze con la maglia o i gol. Capitano si nasce. E Biglia è un leader carismatico. Il capitano si preoccupa della condizione della squadra, vive tutti i momenti della settimana con una visione diversa. Lui è stato capitano in Belgio, io sono diventato capitano giovanissimo nell’OM e so cosa significa”. Infine un commento sulla scelta di richiamare Stefano Mauri: “L’ho frequentato molto in questi anni. E’ il simbolo di questa società. Equilibrato e con la testa sulle spalle, conosce molto bene la piazza e quando c’è stata la possibilità di riprenderlo la Lazio ha fatto bene a non farsi scappare l’occasione. Non è il mio capitano ideale perché è molto calmo, interpreta il ruolo in modo diverso, organizzando e gestendo i compagni. Però è un simbolo e in campo indispensabile. La Lazio ha fatto bene a riprenderlo”



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