Alla fine ha vinto Carlo Tavecchio. Come previsto sin dall’inizio della corsa alla potrona della presidenza della Figc, il numero uno della Lega nazionale Dilettanti sarà al timone del calcio italiano. Una vittoria scontata, arrivata dopo tre votazioni, con Tavecchio che ha raggiunto il 63.63% . Lo sfidante, Demetrio Albertini, non è andato oltre il 33.95%. Le schede bianche sono state il 2.42%. Dopo il risultato Tavecchio, in lacrime, ha ringraziato chi lo ha votato, ma ha anche garantito: “sarò il presidente di tutti soprattutto di quelli che hanno espresso il loro dissenso. Con le parole sono poco a mio agio, ma invito le componenti ad abbandonare le divisioni e mettersi al lavoro”. Tavecchio è stato sostenuto, sin dall’inizio, da Lega Serie B, Lega Pro e Serie D e dalla maggioranza dei club di Serie A. Più esiguo invece il fronte che ha appoggiato Albertini: Assocalciatori, Assoallenatori e arbitri (con una dichiarazione a favore dell’ex centrocampista del Milan arrivata durante l’assemblea). Juventus e Roma invece hanno guidato il fronte ribattezzato ‘no Tav’, che insieme ad altre 7 squadre di serie A – Torino, Sampdoria, Sassuolo, Empoli, Cagliari, Cesena e Fiorentina – chiedeva un passo indietro ad entrambi, soprattutto dopo la gaffe sugli extracomunitari di Tavecchio. Primo e secondo voto senza esito. Tensione tra Agnelli, Preziosi e Lotito La prima operazione di voto si è aperta con 274 delegati accreditati per 509 voti su 278 aventi diritto (con 516 voti totali). Tavecchio si è fermato al 60,20%, Albertini al 35,46%. Schede bianche al 4,33%. Per l’elezione serviva il 75%. Dopo i risultati del primo voto sono volati gli stracci. Protagonista il presidente della Juventus Andrea Agnelli che si è avvicinato al patron del Genoa Enrico Preziosi dicendo: “Non permetterti di parlare di me alla stampa”. Poi contatto anche tra il numero uno bianconero e quello della Lazio, Cluadio Lotito, in una conversazione dai toni accesi. Al secondo voto poi Tavecchio è salito al 63,18%, Albertini al 34%, schede bianche al 2,76%. Botta e risposta Lotito-Marotta All’Hotel Hilton di Fiumicino la giornata è iniziata con un botta e risposta tra Beppe Marotta e Claudio Lotito. Il dg della Juventus ha criticato il super attivismo del presidente della Lazio, definendolo ‘tutor al candidato Tavecchio’, aggiungendo poi che sarebbe stato difficile ricompattare un consiglio di Lega così frammentato perché “sembra che ci siano interessi personali a discapito dei collettivi”. Secca la replica di Lotito che ha parlato di atti di killeraggio mediatico contro Tavecchio “che fanno capo a dei riferimenti ben precisi sia di chi li ha promossi sia di chi li ha messi in atto”. A difesa di Tavecchio si è schierato anche il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, che ha parlato di falso moralismo nei confronti del numero uno della Lnd. Cauto sull’elezione scontata di Tavecchio e stoccata al numero uno biancoceleste da Urbano Cairo, presidente del Torino e tra i promotori della lettera dei club di A che aveva chiesto il passo indietro dei candidati: “Sarà la federazione di Lotito? Non credo. Se vuole un ruolo in federazione, deve fare un passo indietro nella Lazio”. No convinto a Tavecchio ribadito anche dal direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni. Non si è sbilanciato invece il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, unitosi nei giorni scorsi al gruppo dei ‘dissidenti’: “Voterò secondo contenuti e coscienza” ha detto Ferrero. Un appello invece all’unità è arrivato dal presidente della Lega di A, Maurizio Beretta che ha sottolineato l’importanza di un lavoro comune per rilanciare il calcio italiano e avviare una riforma. Dalla Lega di serie B e dalla Lega Pro confermato il supporto a Tavecchio dai presidenti Andrea Abodi e Mario Macalli. Albertini: “Puntare alla crescita dei giovani”. Tavecchio: “Unità delle leghe” A pochi minuti dall’inizio dell’assemblea elettiva Demetrio Albertini ha voluto rilanciare la sua idea per il calcio italiano, sottolineando che il progetto sportivo – punto che trova la condivisione di Damiano Tommasi dell’Aic – è alla base della sua proposta di cambiamento che punta sui giovani. Rinviato il discorso sul ct della Nazionale: “Conte ct? Ci pensiamo dopo l’elezione”. Nel suo discorso programmatico invece Tavecchio ha invocato “l’unità delle Leghe per garantire lo sviluppo del calcio italiano, ma serve il contributo delle componenti tecniche e degli arbitri”. Abete contro l’ipotesi commissario Il presidente dimissionario della Figc, Giancarlo Abete, ha aperto l’assemblea. Nel suo intervento ha voluto esortare i delegati ad eleggere un presidente, evitando il commissariamento. “Non ho mai creduto agli unti del signore, non serve chi non ha dimestichezza con i voleri che vengono dal basso, dalla base” ha detto l’ex numero uno della Federcalcio. Contrario al commissario anche un altro ex presidente, Franco Carraro, che ha anche ribadito di preferire Tavecchio ad Albertini.
RAINEWS
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