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Lazio: il caso tamponi tra Deferimenti e parole di Pulcini
Il Caso Tamponi in casa biancoceleste riaffiora sulle testate giornalistiche. Nella giornata odierna, come riporta anche lalaziosiamonoi e l’ANSA, il procuratore federale Giuseppe Chinè ha deferito al tribunale federale nazionale la Lazio, Claudio Lotito in quanto presidente e responsabile, i medici Pulcini e Rodia per violazione dei protocolli sanitare Figc anti-Convid.
Nonostante quest’ultimi sono stati ascoltati, vengono contestati le seguenti violazioni:
- articolo 4.1 del codice di giustizia sportiva, dell’art. 44.1 del Noif, dei protocolli sanitari Figc e da quanto previsto dal comunicato Figc del 1/o settembre 2020 in caso di “mancata osservanza dei protocolli sanitari“.
La Lazio è stata deferita a titolo di responsabilità diretta, oggettiva e propria.
I Motivi
La Federcalcio ha reso noto che il procuratore federale ha deferito il presidente della Lazio, Claudio Lotito :
- Per non aver provveduto a far rispettare o comunque per non aver vigilato sul rispetto delle norme in materia di controlli sanitari e delle necessarie comunicazioni alle autorità sanitarie locali competenti“, ed in particolare per “non aver tempestivamente comunicato alle Asl competenti la positività al COVID-19 di 8 (otto) tesserati, riscontrata, in data 27 ottobre 2020, a seguito dell’effettuazione dei tamponi cd. Uefa del 26 ottobre 2020,
- In vista dell’incontro di Champions League Brugge-Lazio del 28 ottobre 2020, e per non aver comunicato alle Asl competenti i nominativi dei ‘contatti stretti’ dei tesserati positivi, e per non aver ‘concordato’ con le Asl locali competenti le modalità dell’isolamento fiduciario dei tesserati del Gruppo Squadra ‘positivi’ e la quarantena dei tesserati del gruppo Squadra ‘negativi’, ovvero dei cd. ‘contatti stretti’ dei tesserati ‘positivi’ e, pertanto, per non aver attivato alcuna misura di prevenzione sanitaria con riferimento ai cd. ‘contatti stretti’ dei tesserati risultati positivi al Covid-19“.
- Per “la positività di 8 (otto) tesserati”, riscontrata il 3 novembre 2020, a seguito dell’effettuazione dei tamponi in vista dell’incontro di Champions League Zenit-Lazio.
- Per quella di tre tesserati del 30 ottobre in vista dell’incontro di campionato Torino-Lazio. Viene contestato anche di “aver consentito o, comunque, non aver impedito a 3 (tre) calciatori di svolgere, con il restante Gruppo Squadra, l’intero allenamento della mattinata del 3 novembre 2020 sino al termine dello stesso, nonostante la loro positività ai tamponi cd. Uefa effettuati in data 2 novembre 2020 fosse nota al dott. Rodia” e di “non avere sottoposto all’obbligatorio periodo di isolamento, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni, a far data dal risultato del tampone del 26 ottobre 2020, come previsto dalla Circolare del Ministero della salute del 12 ottobre 2020, un proprio calciatore (Ciro Immobile, ndr) il quale è stato utilizzato nell’incontro Torino-Lazio del 1° novembre 2020” e per “non avere sottoposto al periodo di isolamento, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni, a far data dal risultato del tampone del 2 novembre 2020, come previsto dalla Circolare Ministeriale del 12 ottobre 2020 un proprio calciatore, e, conseguentemente, per averlo inserito nella distinta gara dell’incontro Lazio-Juventus dell’8 novembre 2020“.
Deferiti inoltre Ivo Pulcini e Fabio Rodia, rispettivamente responsabile sanitario e medico sociale del club biancoceleste “ciascuno per quanto di rispettiva competenza e/o, comunque, in concorso tra loro per non aver rispettato le norme in materia di controlli sanitari e delle necessarie comunicazioni alle autorità sanitarie locali competenti“.
Le parole di Ivo Pulcini
Il dottor Ivo Pulcini dichiara di essere tranquillo dopo il deferimento rilasciando una dichiarazione a LaPresse.
“Sono super tranquillo e felice di poter spiegare la posizione di un professionista che da tanti anni lavora correttamente nel rispetto delle regole. In base alla legge spetta al laboratorio comunicare alla Asl se c’è un positivo. È poi la Asl che comunica all’azienda, con il consenso del giocatore“.
Partole anche in riferimento all’accusa di mancata comunicazione dell’esito dei tamponi prima delle gare di Champions Leagur Bruges-Lazio datato 28 Ottobre 2020 e Zenit-Lazio del 4 Novembre 2020.
“Noi abbiamo comunicato tempestivamente alla Asl, ma non avevamo la certezza che fossero dei veri positivi. Materialmente l’esito dei tamponi fatti dalla UEFA io non li ho mai visti, perché non ho l’accesso alla piattaforma. Quindi io avrei dovuto certificare che ci fossero dei positivi e fare un atto di fede“. “Da medico io certifico solo quello che vedo, secondo coscienza“
“SONO TRANQUILLO” – “Il deferimento? Non mi dà alcun fastidio, è legittimo fare delle indagini ma quando uno è un professionista serio non si abbassa a fare queste cose. Dimostrerò di esserlo e di non aver nulla da nascondere“, ha dichiarato ancora il dottor Pulcini. “È giusto che si indaghi, perché la legge va sempre rispettata. Su questo non c’è nulla da discutere. Da professionista voglio spiegare bene come devono essere fatte le cose, in modo corretto e secondo il codice deontologico. Io non posso dichiarare il falso. Se la legge dice che anche un positivo dubbio è un positivo, sbagliato o giusto che sia non spetta a me dirlo. Le opinioni le esprimo dopo aver rispettato le regole e non prima, invitando tutti a rispettarle“.
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