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Una partita pazza, incredibile, meravigliosa. La Lazio batte il Bari per 4-3; doppio vantaggio barese con Leonetti e De Crescenzio, poi la riscossa biancoceleste guidata da Sculli, leader in campo e autore del primo gol, quello della speranza. Poi il pareggio di Silvagni ed il gol, ancora una volta, di Leonetti che sembra chiudere il match. Quando mancano una manciata di minuti alla fine l’orgoglio biancoceleste prende il sopravvento; prima è Fiore a pareggiare nuovamente poi Milani fa esplodere il Fersini. Lazio ancora al comando, è sempre Primavera.

FORMAZIONI – Lazio in campo con il consueto 4-3-3, Elez ritorna all’antico schierandosi in difesa al fianco di Ilari, ma  la vera sorpresa è la presenza di Beppe Sculli, esterno destro del tridente con Lombardi e Fiore. Nel Bari, invece, il pericolo numero è il bomber dei galletti, Leonetti, attaccante classe ’94, autore di 6 reti in 5 partite.

PRIMO TEMPO – Si addensano le nubi su Formello, si prevede un brutto spettacolo, non soltanto per quanto riguarda il meteo. Parte meglio la Lazio ma è il Bari ad andare in vantaggio; cross dalla sinistra, Leonetti anticipa tutti e, in spaccata, porta in vantaggio i galletti. I biancocelesti non riescono a reagire e rischiano di subire il secondo gol sugli sviluppi di un’azione quasi fotocopia. Elez, per anticipare Leonetti, colpisce di testa, l’autogol sembra cosa fatta, ma è il palo a tenere in vita i biancocelesti. E’ solo il preludio al gol biancorosso che arriva direttamente da calcio d’angolo; De Crescenzio ci prova, la sua parabola sembra innocua, ma Guerrieri si fa trovare impreparato. Il pallone sfugge dalle mani dell’estremo difensore, colpisce il palo e carambola in rete. 2-0 per i pugliese, per la Lazio è notte fonda. E’ Lombardi che prova ad illuminare il sentiero biancoceleste, ma la mira non è delle migliori e la palla si perde a fondo campo. La Lazio avanza il baricentro, cerca di prendersi la scena rischiando qualcosa in contropiede. In chiusura di tempo è ancora Lombardi a rendersi pericoloso, stavolta la mira è ottima cosi come l’intervento di Vicino che devia in calcio d’angolo.

SECONDO TEMPO – Comincia a cadere la pioggia su Formello, ma in campo si accende la luce. Ci pensa Sculli che da calcio d’angolo anticipa il marcatore e trafigge il numero uno barese. La classe non è acqua, l’esperienza tantomeno. Il gol galvanizza i biancocelesti che si gettano in avanti alla ricerca del pareggio che arriva puntuale al 53′ grazie a Silvagni che, complice una deviazione batte il portiere per il 2-2. Un premio per il ragazzo, colpito da numerosi infortuni in questa prima parte di stagione. E’ il momento della svolta, la Lazio ci crede e preme con tutti gli effettivi; al 60′ è Sculli ad andare vicinissimo al gol vantaggio, ma il suo colpo di testa in tuffo finisce a lato di pochissimo. Pochi minuto dopo l’adagio più vecchio del mondo del calcio, quel “gol mangiato, gol subito” tanto caro agli allenatori di un tempo, la sliding door capace di scombinare tutto, si palesa; è ancora Leonetti a presentarsi solo davanti a Guerrieri e a beffarlo con pregievole tocco sotto. La reazione della Lazio è scomposta, confusa, rabbiosa e all’88’ produce i risultati sperati. Mischia furibonda in area, il più lesto ad insaccare è Fiore che riporta il risultato in parità. Ma la festa non è ancora finita, ai biancocelesti non piace lasciare le cose a metà e cosi, quando mancano pochi secondi alla fine Lombardi scodella per Palombi che mette in mezzo dove c’è Milani che fa esplodere il Fersini. Una partita storica che rimarrà nelle mente degli spettatori per molto tempo. 4-3, come Italia-Germania, forse anche meglio.

SIMONE GAVINI – SINCE 1900 – FONTE: LALAZIOSIAMONOI



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