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Claudine Leroy risponde con una lettera dopo i volantini della Curva Nord
La Lettera di Claudine Leroy, l’antropologa con la passione biancoceleste
Dopo giorni e giorni di pettegolezzi, minacce di prendere misure disciplinari e tanta polemiche sui volantini sparsi in Curva Nord, ci pensa Claudine Leroy , l’antropologa laziale. La lettera è indirizzata proprio a Michele Uva che minacciava di prendere dei provvedimenti. Ecco la lettera pubblicata tramite la pagina La Voce della Nord
“Gent.mo Dirigente, sono una antropologa che saltuariamente si reca allo stadio. Non appartengo di certo alle fasce di tifosi estremi, né alle donne ubriache, bestemmiatrici e volgari che abbondano sugli spalti, anzi mi riconosco invece nella figura di osservatrice composta, a causa della mia deformazione professionale, con una lieve passione per il colore bianco celeste. Sabato u.s ero proprio alla partita Lazio Napoli ed ho avuto modo di leggere il volantino che ha destato così tanto scalpore, a mio avviso, solo nel rispetto del sistema ipocrita da cui molti italiani sono ormai risucchiati. Ho seguito poi nei giorni successivi gli sviluppi allucinanti sui social culminati addirittura con notizia al telegiornale (che credo abbia fatto ridere il mondo intero), nonché con la sua intervista in cui dichiara un pesante sentimento di vergogna, e questo mi dispiace, a citare il contenuto del volantino. Intanto la domanda mi sorge spontanea: ma l’ha letto davvero quel volantino? Essendo la lingua italiana non interpretabile, e ritenendo che lei abbia un modesto livello culturale, mi sorge davvero il dubbio che non abbia colto il giusto senso delle righe. Cosa ci sia di riprovevole, se non il bisogno di unirsi al gregge degli ipocriti, di dare voce mediatica e di spostare probabilmente l’attenzione da problematiche ben più gravi e nauseabonde del mondo calcistico, non saprei individuare. Da esperta ritengo che tutti siete attori di una stessa commedia, istituzioni incluse quali la Digos e che il gruppo degli Ultras a mio avviso, altro non sono oramai che un parafulmine per ogni tipo di nefandezza che serpeggia notoriamente nel calcio, ma che non sfugge ad occhi attenti. Ad esempio perché la FGCI non ha avviato indagine rispetto alla partita Chievo Verona in cui ben 2700 posti sono rimasti vuoti vietando dunque l’accesso ai tifosi per ragioni di supremazia territoriale in accordo con la Questura? Per questo non ha provato sentimento di vergogna e sdegno? Sempre per questo lei non ha desiderato che la giustizia facesse il suo corso? Meglio concentrarsi sul volantino Dr. Uva che peraltro riporta firmatari non autografi e dunque tutto si potrebbe ipotizzare… In Italia, paese di Pulcinella, ormai nulla si può dire per non essere etichettati come omofobi, razzisti, antifemministi, fascisti ecc…ma il peggio si può fare lasciandolo invece abilmente scivolare nel silenzio. Forse, a parte il suono dei tamburi che soddisfa gli appassionati, chi ricopre certi incarichi potrebbe fare un salto di qualità ed individuarsi diversamente. Ancora c’è qualche persona intelligente e poco manipolabile che nutre tale aspettativa e che auspicherebbe commenti sensati, anziché massificati. Per me e per altri colleghi di buon senso ed elevata cultura, la lettura del volantino ha voluto semplicemente affermare che uno spazio operativo “riservato” agli Ultras e ben in vista alle forze dell’ordine, per dirigere ed incitare cori, per sventolare bandiere e striscioni e paradossalmente per evitare gesti e comportamenti a rischio non preclude e non impedisce a qualsiasi gentildonna posizionata dieci posti oltre tale spazio, di esibirsi. Questo è sessismo? Non credo! Questo è paragonabile alla disgustosa vicenda di Chievo Verona? A parer mio meglio sarebbe porsi nelle sue funzioni, domande e riflessioni più serie ed in un ambiente più silenzioso. In ogni evento pubblico quali concerti, teatri ecc. vi è uno spazio adibito agli addetti ai lavori intesi come coloro che si occupano di luci, suoni, coreografie e sicurezza. Ebbene, benchè allo stadio non si rappresenti la Traviata o altre opere di maggior rilievo, vi sono Ultras che a mio avviso esageratamente, investono risorse ed energie per spettacolarizzare (anche a favore della società Lazio) un incontro sportivo. Demonizzarli puntualmente mi sembra davvero un gioco troppo scoperto e mi permetto di dire anche sporco. Al suo posto e nel maggiore rispetto per se stesso e per il ruolo che riveste, spenderei anziché parole di sdegno o invocazioni alla giustizia affinchè faccia il suo corso ( ma non ho ben compreso su cosa) considerazione più lucide ed asettiche ma soprattutto meno teatrali. Occupandomi di ricerca sono a conoscenza invece di diverse iniziative positive degli Ultras rivolte a strutture ospedaliere e ad associazioni che trattano i problemi veri. Orsù Dr. Uva superi il contagio mediatico ed il finto perbenismo e tenti di leggere il volantino scevro da influenze riconoscendo che senza gli Ultras, con tutta evidenza, la società farebbe più fatica a riempire gli spalti e ad avere considerevoli introiti. Io comunque oltre alle righe “scandalose” ho avuto modo di notare lo striscione dedicato alla tragedia di Genova e l’invito forte degli Ultras a far rispettare a tutti il minuto di silenzio. Lei lo ha notato? Se la giustizia farà il suo corso come Lei auspica, escludendo i mestieranti del diritto, mi auguro che la magistratura sposti i riflettori su altri aspetti vergognosi del calcio e delle persone che ruotano nel potentissimo mondo. Ma forse in tal caso, non sarebbe poi così augurabile che “facesse il suo corso”. Agli Ultras suggerirei invece di uscire dalla spirale manipolativa e ormai strangolante da chi dietro di loro si ripara e continua a costruire una immagine ipocrita e melmosa. Al loro posto rivolgerei le attenzioni e la dedizione ad altro, con la certezza che vi riuscirebbero molto più di quanto non si direbbe o di quanti personaggi religiosi fingono di fare. Augurandole un sereno prosieguo lavorativo ed una rapida elaborazione del sentimento di vergogna che sta vivendo, porgo distinti saluti.“
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