La Lazio si prepara alla trasferta fiorentina di domani, dopo il pareggio dello scorso mercoledì col Carpi, i biancocelesti sono pronti all’incontro con una delle squadre più in forma del campionato 2015-2016. Le previsioni per il match sono positive benchè il più grande difetto della Lazio sia la mancanza di continuità. Per quanto concerne il capitolo Biševac: Stefano Pioli l’ha definito un giocatore esperto ed intelligente ma non ancora del tutto pronto per scendere in campo, è necessario che conosca meglio i compagni di squadra. Oggi alle 14, nella sala stampa di Formello, il mister ha analizzato l’attuale situazione della squadra:
A Firenze vedremo un’altra Lazio?
“E’ quello che voglio, chiaro. Non abbiamo sfruttato l’occasione con il Carpi, di solito il giorno dopo un risultato negativo sto già meglio, stavolta ho fatto fatica ad accettarlo. Era un’occasione importante. Domani ne abbiamo un’altra, è il bello della nostra professione, domani voglio vedere una squadra diversa, cercheremo di vincere”.
Si rischia di non avere obiettivi?
“In questo momento mi sento come quei genitori che hanno dei figli che vanno a scuola. Ci sono bambini che non hanno capacità, altri bambini invece sono intelligenti ma i professori dicono che possono dare di più. Ecco, mi sento come nel secondo caso. La stagione non è finita, abbiamo la capacità per scalare le posizioni e giocare in Europa anche l’anno prossimo”.
Qual è la malattia della Lazio?
“L’assenza di continuità, non l’abbiamo mai avuta, salvo in uno spezzone iniziale di campionato. E’ normale essere in questa posizione, non sempre abbiamo messo in campo la nostra qualità. Mancano tante partite, non serve a niente guardare indietro”.
Manca la mentalità? Che partita si aspetta?
“Tutti vogliamo vincere, non abbiamo tempo, le aspettative sono giustamente sono superiori. La stagione non è finita mercoledì, venivamo da due vittorie, non siamo riusciti nella terza. Nel ritorno mi aspetto molto di più, vogliamo chiudere l’andata con una capacità adatta alle nostre caratteristiche. Ma nel ritorno dobbiamo fare molti più punti per scalare la classifica”.
La fanno arrabbiare gli atteggiamenti di alcuni calciatori? Si è mai confrontato con la squadra per il modulo?
“Tutti noi siamo essere umani, viviamo momenti positivi e negativi, dobbiamo essere professionali. Io e lo staff siamo vicini ai giocatori, certo questi devono farsi aiutare. In questo momento dobbiamo insistere nel lavoro, i risultati non ci danno ragione ma il lavoro è comunque positivo. La squadra poi sa che non è un centrocampista in più o in meno che cambia i nostri principi di gioco”.
Che partita dovrà fare la Lazio?
“Dovremo giocare bene, Sousa sta facendo un ottimo lavoro, dovremo essere compatti. L’avversario è forte”.
Bisevac?
“L’impressione è positiva soprattutto per i dialoghi che ho avuto con lui. E’ uno sveglio, gli ho fatto vedere le situazioni in video, ho capito che è pronto. Abbiamo preso un giocatore esperto, di personalità, non credo però sia ancora pronto dall’inizio. Deve conoscere i compagni. Mauricio? Ha recuperato”.
Ora per la Lazio è più facile affrontare squadre come Inter e Fiorentina?
“Lo potrò dire domani sera dopo la partita. Fiorentina e Inter cercano di fare la partita come noi, vogliamo togliere il loro possesso palla, dovremo essere bravi ad attaccare gli spazi negli ultimi 30 metri, non come abbiamo fatto nell’ultima partita”.
La Fiorentina è la sorpresa del campionato?
“No, perché arriva da un percorso positivo con Montella. E’ sempre arrivata nelle prime posizioni in campionato, l’anno scorso è arrivata in semifinale di Coppa Italia e di Europa League. Sousa l’ha perfezionata alle sue idee, è una squadra con grandi capacità”.
Ha chiesto ai calciatori cosa vogliono fare da grandi?
“Sono motivati come me. Se finisse ora il campionato, sarebbe un fallimento. Dobbiamo fare sicuramente di più”.
Che padre si sente? Usa più il bastone o la carota?
“Non è una questione di svogliatezza, ci è successo una sola volta che gli avversari hanno corso più di noi ed è stato contro il Bologna. Se corri e vinci più contrasti, allora non puoi essere svogliato. Dobbiamo essere meno prevedibili, un allenatore sa quando bisogna usare il bastone e la carota, sto usando tutti e due. Nell’ultimo mese ho visto un atteggiamento diverso”.
La Fiorentina subisce pochi tiri in porta…
“Abbiamo analizzato i nostri avversari, conosciamo i loro punti di forza e i punti deboli. Siamo in grado di metterli in difficoltà, abbiamo le qualità giuste”.
Appena finita la conferenza stampa di Pioli, è iniziata quella di Milan Biševac. Il neoacquisto della Lazio, inaftti, si è presentato in sala stampa rispondendo alle domande dei cronisti presenti.
Per prima cosa ha preso la parola il diesse Tare:
“Buongiorno a tutti, Bisevac è un giocatore che conosco da anni, quando seguivo il calcio francese mi erano subito balzati agli occhi la sua presenza e il suo modo di giocare, ha caratteristiche utili alla nostra squadra. Tutto è nato dall’infortunio di de Vrij, sono cambiate tante situazioni in difesa, Gentiletti non ha recuperato molto bene dall’infortunio e quindi si è accesa questa necessità di intervenire. Abbiamo scelto un giocatore che da subito può essere un valore aggiunto per l’esperienza che ha a livello internazionale. Può dare una mano alla squadra che è in difficoltà. Lo chiamano il Guerriero, come Cana, sono le caratteristiche di cui avevamo bisogno. Per questo lo abbiamo acquistato”.
Poi sono iniziate le domande dei giornalisti in sala stampa rivolte al giocatore:
Eri all’Olimpico durante Lazio-Carpi, quali differenze hai notato tra il calcio francese e quello italiano?
“Buongiorno a tutti (in italiano, ndr). Voglio ringraziare il diesse Tare, grazie a lui ho firmato per la Lazio. Sono contento di essere qui, in un grande club, con tanti tifosi e un grande stadio. Questo è un campionato che mi piace molto, diverso dalla Ligue 1. Ho giocato 10 anni in Francia, lì il campionato è fisico, c’è molta velocità. Qui si lavora più sull’aspetto difensivo. Questo è un campionato che mi sembra difficile ma bello di giocare”.
Perché la maglia numero 13?
“Ieri quando ho scelto il 13 ho visto innanzitutto i numeri disponibili. Volevo il 5 o il 6 ma non erano liberi, quindi ho scelto il 13. So che Nesta aveva questo numero, ma non ho pensato molto a questa cosa”.
Qual è stata la prima impressione della squadra e di Pioli?
“Sono stato molto contento di firmare, è una grande società, molto organizzata, con grandi giocatori. E’ da tempo che vedevo le partite della Lazio. Sto bene fisicamente, anche se ho perso un po’ di energie mentali per il trasferimento. Non vedevo l’ora che si concretizzasse il trasferimento per concentrarmi nuovamente sul campo”.
Alla Lazio ci sono altri tre serbi, li hai sentiti prima di accettare questa proposta?
“La loro presenza mi ha facilitato nella scelta, ho già giocato con Basta e Filip. Mi aiuterà ad ambientarmi. Ho parlato con Dusan e Filip, mi hanno confermato quello che pensavo. La Lazio è un club e gioca in un grande campionato”.
Come stai fisicamente? Con che tipo di compagno ti piace giocare?
“Tre o quattro mesi fa mi hanno proposto un rinnovo, ma per vari fattori ho preferito non prolungare. Volevo una nuova sfida dopo 10 anni in Francia, credo di aver preso la scelta giusta. Preferisco concentrarmi sul mio gioco, devo entrare nei meccanismi della squadra, è troppo presto. Spetta al mister decidere chi gioca”.
Qualcuno ti ha già parlato del derby con la Roma?
“Non ho avuto modo di parlarne con nessuno, ma so di questa rivalità. So quanto è importante per il club e per i tifosi. Ho giocati tanti derby in carriera, ne ho vinti tanti, spero di continuare a farlo. Mi piace molto sentire una pressione del genere prima di queste partite. Sono pressioni positive”.
Per un difensore quanto è importante giocare in Italia? A chi ti sei ispirato all’inizio della tua carriera?
“Il campionato italiano è molto difficile, la difesa è alla base della Serie A e della Nazionale italiana. Sono pronto per questa sfida, ogni campionato è difficile, molti però mi hanno confermato la solidità che si trova nel vostro Paese. Sono qui per fare del mio meglio. Mi sono sempre piaciuti molto Maldini e Nesta”.
La promessa che si sente di fare ai tifosi della Lazio?
“Ho solo un messaggio, dico semplicemente che sono uno che lotta, che non molla mai fino all’ultimo secondo, che non ama la sconfitta. Io darò sempre il 100% con questa maglia, la indosso con grande piacere”.
Ti senti di poter diventare uno dei leader della Lazio?
“Desidero ringraziare Tare per le sue parole. Farò di tutto per giocare bene, ho questo spirito di guerriero in campo, lo farò anche con questa maglia. Leader non si diventa fuori dal campo, prima bisogna fare delle grandi partite con i nuovi compagni. Dopo magari lo si può anche diventare, dentro e fuori dal campo”.
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