Correa ed il momento magico alla Lazio: la lunga intervista
Correa ripercorre la vittoria della Lazio in Coppa Italia ai microfoni sportivi.
“Adesso lo posso dire. Visto che le precedenti finali che avevo giocato erano andate tutte male ho deciso di fare qualcosa per spezzare l’incantesimo. È stata la mia prima coppa, una di quelle sere che sogni fin da bambino”. Per fortuna stavolta non c’erano Messi o CR7 di mezzo, era la sua quarta finale, col Siviglia ne aveva perse due col Barcellona (Supercoppa spagnola 2016 e Coppa del Re 2018) e una col Real Madrid (Supercoppa europea 2016. Temeva fosse una maledizione.
La vittoria della Coppa e lo scatto al 90 ‘
“La cosa più difficile è stata restare lucido, la partita stava finendo e la stanchezza si faceva sentire. I compagni non si capacitavano di come avessi potuto fare quello scatto al 90′. Prima ancora che arrivasse la palla lanciata da Caicedo, avevo già deciso cosa fare”. La telefonata più gradita, a parte i familiari, sicurament è stata quella di Veron, che mi ha lanciato nel grande calcio e a cui sono rimasto legatissimo “.
La partita più bella e la Champions League
“La partita più bella, però, l’ho giocata nel derby, senza segnare…”. La Champions sfumata un rimpianto: “Tanto. Abbiamo buttato via troppi punti, ma abbiamo anche pagato i numerosi infortuni avuti tra novembre e gennaio. Anch’io in quel periodo ho avuto problemi. Senza quegli stop adesso faremmo altri discorsi. Questa Coppa Italia deve essere il punto di partenza. E nella prossima stagione cercheremo di fare meglio pure in Europa League Uno su cui si sente di puntare? È qui a Formello: Pedro Neto. Ha mezzi incredibili, il futuro è suo”.
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